Lettera aperta
Al Sig. Sindaco di Ustica
e, p.c. Al Sig. Prefetto della Provincia di Palermo
Al quotidiano “Giornale di Sicilia”
Al quotidiano “La Repubblica”
Oggetto: Ustica – Vigili del Fuoco: una carenza intollerabile
E’ dura per un amministratore non riuscire a risolvere un problema di importanza vitale per la cittadinanza.
Sottolineo “non riuscire” e non penso “non aver tentato” perché guai a non credere che tutte le Amministrazioni che a Ustica si sono avvicendate nel tempo – e della cui buona volontà non ho dubbi – abbiano tutte provato a risolverlo ma sulla loro capacità di scalfire l’indifferenza del potere politico centrale, sì, ho forti dubbi.
Il “non riuscire” se da un lato sembri spostare su altri le responsabilità corrisponde in ogni caso a lasciare aperta una grave lesione al tessuto sociale dell’isola; significa far vivere gli Usticesi sotto la spada di Damocle che una qualsiasi calamità, naturale o provocata dall’uomo che sia, con gradualità difficilmente prevedibili e contenibili nei suoi effetti, possa prima o poi avere conseguenze più gravi per le carenze strutturali nei servizi di sicurezza dell’isola.
E’ ovvio il riferimento al problema della assenza di un presidio stabile di Vigili del Fuoco a Ustica, assenza che stride aspramente con ogni logica di gestione amministrativa ma, soprattutto, di sicurezza dei cittadini sulla cui irrinunciabile presenza vigilano norme di legge tassative che non fanno distinzione alcuna sulla territorialità – tutt’altro – e che non pongono nel novero delle variabili applicative una cautela ritenuta necessaria in piena estate ma da rimuovere nei restanti dieci mesi dell’anno quando maggiore è il rischio legato alla insularità.
In altre circostanze sempre riconducibili al disagio provocato dall’essere isola e mi riferisco al problema dei trasporti marittimi abbiamo citato la Legge di riforma costituzionale n. 2 del 7 novembre 2022 concernente il riconoscimento delle peculiarità delle isole ed il superamento degli svantaggi derivanti dalla insularità. Ebbene l’assenza di Vigili del Fuoco a Ustica, come in tante altre piccole isole, appare proprio come la negazione dei principi propugnati da quella legge; per non scomodare l’articolo 3 della Costituzione che impegna la Repubblica a rimuovere ogni ostacolo che limiti l’uguaglianza dei cittadini; ma la sicurezza di una popolazione può essere ritenuta estranea a questo principio?
Un cittadino usticese cui è già stata tolta la presenza e la tutela fornita dalla Guardia di Finanza per una malriposta operazione di “spending review”, praticamente senza Polizia locale, rassicurato soltanto dalla presenza di pochi Carabinieri oberati di lavoro non può e non deve essere meno protetto di un suo simile di una qualsiasi altra parte d’Italia; la sicurezza non può e non deve essere commisurata alla consistenza numerica degli abitanti di un territorio soprattutto quando questo territorio si trova a decine di miglia marine dal primo presidio utile ad un intervento in emergenza con l’alea delle condizioni meteo di cui tutti conosciamo la variabilità e sovente la insuperabile gravità per ogni tipo di mezzo di trasporto.
E’ sufficiente consultare la norma vigente per prendere atto che il Corpo dei VV.FF. è la struttura che lo Stato prepone per assicurare, su tutto il territorio nazionale, il servizio di soccorso pubblico e di prevenzione ed estinzione degli incendi. Che il Corpo è componente del Servizio Nazionale di Protezione Civile (L. n. 225 del 24 febbraio 1992) ed è anche organo di vigilanza sulla sicurezza sul lavoro.
Chi sta ignorando tutto ciò?
Chi si è assunta la responsabilità di ignorare principi tutelati dalla Costituzione? Quante volte abbiamo sentito definire “evento annunciato e prevedibile” una catastrofe? Quante volte abbiamo ascoltato frasi ipocrite come: ”queste cose non dovranno più succedere” ? E non passa giorno senza che un telegiornale documenti l’intervento di quei benemeriti servitori dello Stato e della loro struttura. E’ lunga l’elencazione delle possibili circostanze in cui potrebbe essere di importanza risolutiva la presenza dei Vigili del Fuoco in un territorio come Ustica.
Potremmo citare il grave dissesto geologico in corso da tempo con frane ricorrenti, ricordare il rischio tellurico immanente in questa zona del Tirreno ma anche cause più banali come un comune incendio nell’abitato urbano o il crollo di uno stabile e se, da un lato, ciò alimenterebbe la preoccupazione degli abitanti potrebbe, forse, servire a risvegliare gli Amministratori che hanno ereditato e protratto nel tempo il “non riuscire”, ad imporre alla attenzione di ogni livello di autorità politica e amministrativa il problema in questione.
Né va dimenticato che sui Sindaci ricade per legge la responsabilità della Protezione Civile del proprio Comune.
Per taluni di essi ciò è un grave problema. Che Dio li aiuti in quella funzione!
L’argomento è serio. Siamo tutti convinti della loro buona volontà ma, come detto in precedenza, ci rode il dubbio sull’efficacia risolutiva dell’azione sin qui svolta: sappiamo di istanze rivolte a vari politici; sono state enfaticamente diffuse interpellanze parlamentari di varia estrazione che, purtroppo, sono volgari tentativi di “captatio benevolentiae” nei confronti dei potenziali elettori, ma non abbiamo ancora visto a Ustica una iniziativa tale da sfondare quel muro di gomma sul quale quasi sempre rimbalzano inevase le istanze dei cittadini.
Nessuno di buon senso ed in condizioni di normalità deve ricercare la spettacolarizzazione “tout court” dei problemi ma vi sono circostanze, come quando l’incolumità e la sicurezza collettiva sono esposte al rischio, in cui diviene necessario che alla provocante indifferenza di chi gestisce dall’alto il potere amministrativo vada a contrapporsi una altrettanto forte ed inusuale provocazione, qualcosa che non passi inosservata e richiami l’attenzione dell’opinione pubblica anche sui microcosmi di questo Stato, ad esempio sui mille abitanti di Ustica, qualcosa che, come una lettera, non possa finire nel dimenticatoio polveroso di un archivio.
Credo che sia da noi tutti auspicabile, che sarebbe da noi tutti compreso, apprezzato e condiviso il richiamo all’attenzione degli organi di governo di ogni livello e responsabilità da parte dell’intero Consiglio comunale di Ustica coeso nel condividere e compiere atti inusuali ma idonei ad interpretare e rendere plasticamente pubblico il disagio e il bisogno dei propri concittadini.
Agendo, pur senza violenza ma per il rispetto di se stessi, del proprio ruolo di rappresentanti della propria comunità cui vengono conculcati diritti vitali, non esitando ad esporre le proprie persone e la propria carica istituzionale in manifestazioni di forte protesta civile, se del caso anche incatenandosi fisicamente alla porta del palazzo municipale per ottenere che qualcuno – forse anche soltanto le telecamere di un TG – raccolta la provocazione, si sentisse necessitato a valutarne le ragioni e ad occuparsi del caso.
Chissà che, se ciò avvenisse anche ad Ustica, il Sig. Prefetto della provincia di Palermo, il Sig. Presidente della Regione siciliana, il Sig. Ministro degli Interni sotto la cui responsabilità anche la piccola Ustica ricade, posti davanti ad una azione di rottura plateale degli schemi tanto cari alla burocrazia nazionale, di fronte ad una pacifica ma irriducibile manifestazione della volontà popolare, non dovessero sentirsi finalmente costretti a valutarne e comprenderne il gesto e ad agire nell’unico senso possibile, con l’unica azione utile a rompere quelle catene: l’assegnazione, ad esempio, di un presidio stabile di Vigili del Fuoco a Ustica.
In questa Italia urlante su tutto e per tutto, gridi per una volta anche Ustica, chissà che forse qualcuno l’ascolti.
Ma deve gridare molto forte.
Sergio Fisco
Una risposta
Grazie Sig. Sergio Fisco. Esamina impeccabile