Pur di dimostrare che tutto andava a gonfie vele, nei tre anni trascorsi con Licciardi alla guida del Paese, si è speso tanto e male.
Soldi che non c’erano che, comunque, sono stati trovati producendo debito, oltre a quello già accumulato nel passato, che naturalmente ora dobbiamo pagare.
Era inevitabile che aumentando la spesa senza correggere i conti si sarebbe arrivato ad un momento in cui diventa impossibile pagare i debiti (con le entrate correnti) ed assicurare i servizi pubblici.
L’evidenza dei fatti, oramai innegabili, costringono Sindaco e Giunta a prendere atto del proprio fallimento e conseguentemente di quello del Comune amministrato.
La mancata predisposizione del bilancio 2016 è la certificazione dello stato in cui versano le casse del Comune di Ustica con l’aggravante che ad oggi non c’è nemmeno uno straccio di bilancio.
Nel frattempo, l’isola viene amministrata in modo creativo impegnando somme in assenza dell’unico strumento che autorizza a spendere i soldi quale è il bilancio.
Impegni di spesa, inutile dirlo, tutti illegittimi che in un prossimo futuro dovranno essere riconosciuti come ulteriori debiti fuori bilancio proprio perché non siamo in esercizio provvisorio ma in gestione provvisoria con norme di legge particolarmente stringenti in tema di autorizzazione alla spesa.
In tale quadro, disperato appare il tentativo del Sindaco di addossare le responsabilità sempre a qualcun altro, tentativo inutile perché sulla disastrata situazione contabile delle casse comunali ci sono le impronte digitali sue e della sua amministrazione.
Già, perché, dove si sarebbe arrivati era facile capirlo e doveroso cambiare direzione, invertire la rotta, invece il Sindaco e la sua maggioranza, sordi ad ogni richiamo, si sono lanciati in
una inutile corsa contro il tempo che tuttavia, ogni giorno che passa, appare sempre di più una corsa disperata.
Non si sarebbe dovuto arrivare a questo punto ma purtroppo ci siamo e ai problemi economici dovremo sommare quelli gestionali che saranno ulteriormente aggravati dalla ridotta capacità di spesa.
Insomma non soltanto ci tocca la “Tassa Licciardi” ma, prossimamente dovremo fare i conti con l’eredità che questa amministrazione ci lascia in dono.
Francesco D’Arca