Dedica
Aprii la porta dei ricordi e mi persi tra i vicoli polverosi dove l’oblio faceva da padrone.
Udii voci dimenticate, vidi labbra che mi sfioravano nel sogno, mani di seta bagnate d’azzurro, riscoprii grotte dove anche la luce della luna si era spenta.
Non ricordo più se Lei era di cobalto o di smeraldo, come l’acqua dove la incontrai; so però che non riusciva a celare la chiarità, nel controluce delle mie emozioni.
I miei occhi non vedevano più e la mia gola secca si accontentò di un sorso d’acqua salata.
Lei era un vento imprendibile, non capivo da quale direzione provenisse, cercai un ridosso e mi devastò la furia del suo splendore.
Forse apparteneva ad altro ed io sbriciolai tra le mani le pene che non oso ricordare!
Restai solo nel buio della notte stellata!
E oggi Le dedico queste pagine di luce!
(d.d.)