In Sicilia c’è un’isola che offre una natura unica, a 360°: tartarughe e gamberi, lentisco e Posidonia oceanica, tra verde della steppa e blu del mare
Paradiso di subacquei e amanti del mare, l’Area Marina Protetta di Ustica, che si estende per oltre 15mila ettari, lavora insieme alla comunità locale per tutelare e gestire l’ambiente marino e il territorio. Qui vivono e si incontrano numerose specie tra cui la Posidonia oceanica, la cernia bruna, tonni, ricciole, dentici, barracuda, occhiate, nonché polpi e aragoste. Semplicemente un paradiso marino da scoprire.
IL LUOGO I fondali presentano una fauna ittica di grande biodiversità e numerose specie protette, come la tartaruga marina detta Caretta Caretta, la Pinna Nobilis e il famoso Gambero Rosa. Ma sono ricchissimi di numerose specie, tra cui la cernia bruna e la cernia di fondale, tonni e ricciole, aguglie, triglie di scoglio, dentici, barracuda, orate, salpe, occhiate, nonché calamari e totani, aragoste ed astici.
NATURA La vegetazione naturale è un po’ scarna, stravolta nella storia dalla presenza dell’uomo e dalle sue coltivazioni. Tra le specie di flora più rappresentate troviamo la macchia Artemisia arborea, Lentisco e Calycotome spinosa. Meno diffusa la presenza di piante da frutto come ulivi, mandorli e viti. È presente anche una diffusa steppa mediterranea.
IL CONSIGLIO Presso Isola Bella, Isola Madre e Rocca Borromeo di Angera è a disposizione un servizio di visite guidate. Queste sono aperte tutti i giorni sino a domenica 25 ottobre 2015. L’orario di visita è dalle ore 9.00 alle ore 17.30: la visita ha una durata di circa 60 minuti. Dai 15 euro degli adulti agli 8,5 per i ragazzi.
DINTORNI Nella splendida provincia di Palermo si trovano alcune delle riserve più affascinanti e sorprendenti di tutta l’isola. Dalla bellissima isola di Ustica a Isola delle Femmine, da Monte Carcaci a Monte Pellegrino, da Serre della Pizzuta a Serra Ciminna. Distese di natura incontrastata, polmoni verdi a pochi passi dalle città e dai paesi. Da non perdere la Riserva di Capo Gallo, con le sue diverse particolarità geologiche.
Fonte: La Stampa
di SALVO CAGNAZZO (NEXTA)