Gent.mo Direttore,
chiedo ospitalità nel suo blog per precisare talune asserzioni contenute nella replica dei consiglieri di minoranza agli auguri di fine anno, rivolti dal Sindaco alla comunità “Usticana”.
Tralasciando ogni considerazione di ordine politico il cui giudizio è riposto nei cittadini che sapranno sicuramente farsi una idea sull’operato della attuale amministrazione, intervengo in merito alla sottolineatura “ex cathedra”, riportata in calce alla replica, che vorrebbe mettere in evidenza l’ignoranza del Sindaco relativamente alla, da lui citata, “Fortezza saracena”.
Poiché ho personalmente potuto verificare che i consiglieri di minoranza non guardano alla sostanza delle cose ma solo alla fonte che le produce, riporto quanto scritto nel libro “Ustica”, a cura di Ludovico Salvatore D’Asburgo, Arciduca di Toscana, e con il coordinamento di Padre Carmelo Gaetano Seminara, che testualmente recita:
“Sulla Falcunara o Falconiera come si vuole – così denominata poiché in altri tempi vi nidificavano molti falchi – secondo la leggenda sorgeva un castello Saraceno. L’attuale fortezza o castello è costato al governo 40.000 scudi…” (Ustica, Edizioni Giada, 1989, p.134).
Non faccio commenti, mi permetto solo di aggiungere che l’aggettivo Usticana, di cui sopra, è volutamente inserito tra virgolette, non vorrei inducesse i novelli censori a ritenerlo un errore di conoscenza. Il termine, infatti, può essere riscontrato, così come riportato nell’opera precedentemente citata, a pagina 131 e, in particolare, nella epigrafe che ricorda la trasformazione
in fortezza “per la sicurezza del popolo usticano” grazie alle “provvide cure del Re Ferdinando III”.
Con immutata stima
Francesco D’Arca
Una risposta
Se prima la comunità di Ustica era detta “usticana”, perchè e chi ne ha cambiato nome in “usticese”?