Il sole è stato da sempre il grande regista di questo angolo di mondo che Dio ha creato per Voi.
Personalmente mi ha sempre trattata e mi tratta come una prima donna che, danzando sul palcoscenico di questa vita, puntualmente dall’alba al tramonto, mi irradia con quel suo enorme faro splendente.
Sfacciatamente ogni giorno mi prepara sempre a recitare la mia parte, a volte come comparsa, vedi in quelle giornate grigie e piovose, e a volte come protagonista, come in quelle con un sole rovente e ustionante, da cui deriva il mio nome odierno: “Ustica”.
Sono stata volutamente adagiata sotto questo splendido cielo, quello stesso cielo che dà colore e forza al mio mare, che completamente mi circonda e a volte impetuosamente interrompe i contatti con le altre terre, tagliando di fatto quell’invisibile cordone ombelicale, che da vecchia data nutre e sostenta i miei amati abitanti.
Così le mie Acque diventano, in un attimo, da azzurre e placide a nere e impetuose, rendendomi parimenti da unica e piacevole ad ostica e offensiva.
In tal modo, grazie alle grandi onde che si infrangono sui miei taglienti scogli, si vengono a creare quegli olezzi salmastri che, mischiandosi con quelli della mia terra, generano alla fine messi e fiori dai colori e profumi molteplici.
Sì è vero non conosco la nebbia della brughiera, ma in compenso ti so riconoscere all’istante il nome del più leggero dei venti che, di proposito mi accarezza, mi inebria e certe volte in modo inconsapevole mi abbandona sedotta.
Quello stesso vento che bisbigliando alle vostre orecchie vi arruffa i capelli, e vi accompagna in modo piacevole nelle vostre passeggiate più belle sui miei tanti sentieri mozzafiato, che in lungo e in largo mi attraversano e fra di loro s’intrecciano, lasciando così su di me piacevoli rughe, che con tanta naturalezza sembrano segnare il mio tempo.
Quello stesso tempo che non tornò più per “ottantuno innocenti”, ed è da allora che pesano su di me cento bugie, a discapito di una sola verità, la quale purtroppo non è mai stata recuperata.
Verità che non conosco, a causa di un buio sciagurato di un’inquietante notte drammatica, oh ahimè se ci fosse stato il mio amico SOLE, avrei visto tutto e sì che avrei parlato.
E se sapeste, VOI, quante volte il mare mi ha mormorato in modo sommesso il dolore delle LORO ANIME, ed IO, per mitigare la loro IRA, appena dopo quel terribile istante funereo, supplicai ai miei tre confidenti: Sole, Vento e Mare, di rispettare quel tragico punto, in un modo bene appropriato, vale a dire con: un raggio di luce, una soave brezza marina e pacate dolci onde.
Soprattutto per chetare, come giusto che sia, la LORO corretta ribellione e poi per gridare a quel delinquente e omertoso silenzio: “GIUSTIZIA” e farlo con l’unica vera ricostruzione dei fatti o quantomeno con una trasparente e onesta credibilità.
Pietro Fiorito