COMMENTO
Da Ustica Giovanni Martucci
Questa foto suscita in noi, appartenenti adesso alla terza gioventu’, tanti e tanti bellissimi ricordi. Abbiamo voluto simulare uno dei tanti giochi piu’ belli che facevamo da adolescenti. Al gioco raffigurato nella foto davamo due nomi: 1) “acchiana u patri cu tutti i so figghi – 2)” abbiri ca ti viegnu” (vedi che sto arrivando…). Mentre la prima definizione e’ facile a comprendersi, la seconda, per chi saltava, voleva essere una esortazione a coloro che stavano sotto a stare immobili e resistere al peso di coloro che saltavano.