“La scorsi tra le pietre, sotto un cielo grigio carico di silenzio, sembrava una statua, ma soltanto un dolce piede fuoriusciva da quel castello dorato, dando la certezza che si nascondesse un respiro. Mi chiesi chi fosse … non ebbi risposte, vidi soltanto gocce d’oro che scivolavano in mare mentre quel sogno scompariva tra le onde.” (d.d.)
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Un’opera d’arte è sempre un’opera d’arte, coperta o scoperta.
Ferma è la mia penna, poiché senza indugi non fa alcuna fatica ad esprimere grandi soddisfazioni, a recepire col cuore le emozioni libere scaturite dalla tua foto (il quadro), mentre la mia mente ha apprezzato la poesia che l’ha supportata (la cornice).
Comunque più di quanto hai creato, con onestà apprezzo l’intelligente provocazione, che con questa TUA, con rigore e pudore, l’hai voluta completamente COPERTA, lasciando a vedere soltanto un nudo piede di donna, SCOPERTO.
Un grazie sentito al poeta Pietro Fiorito per il suo commento prezioso e per le sue parole garbate ed affettuose con cui ha voluto “vestire” l’immagine proposta. Ma c’e, anche per me, qualcosa di più, caro Pietro, nell’avere tu compreso e sottolineato la “provocazione” di questa figura di donna “vestita d’oro” in contrapposizione a quella messa sotto accusa, da chi si nutre di odio e non conosce il dolce suono della poesia e della bellezza che non sempre indossano abiti!
Agli illustri commentatori che mi hanno preceduto vorrei dire: consolatevi, che al peggio non c’è fine. La “provocazione” di Domenico Drago, infatti, mi ha fatto tornare in mente la vicenda del gennaio 2016 allorché, in occasione della visita di stato in Italia del presidente iraniano Hassan Rohani, i nudi femminili marmorei dei Musei Capitolini furono celati alla vista con pannelli bianchi su tutti e quattro i lati; e ciò al fine, si disse, di non urtare la sensibilità musulmana dell’illustre ospite. Il quale, per inciso, in conferenza stampa si mostrò diplomaticamente grato pur di nascondere l’imbarazzo per la scarsissima considerazione della sua intelligenza. Fummo derisi dalla stampa internazionale e, ovviamente, non si seppe mai l’autore della genialata. Mi vien pure da pensare: chissà se cotanto precedente non avrebbe potuto far meglio breccia nell’animo dei magistrati che si sono recentemente espressi su altra opera del maestro Drago. Però, però, però… non è che quella immagine, infine scagionata, potrà comunque costituire un freno per lo sviluppo del turismo musulmano ad Ustica? Meditate gente, meditate…
Un’immagine che lascia alla mente ed al cuore il compito di scoprirne l’intimo significato ed il valore simbolico penso che debba restare la iconica rappresentazione di un sentimento e che non possa prestarsi ad espressioni che ne corromperebbero l’essenza. Dire che apprezzo quell’immagine è una considerazione minimale nei confronti di chi l’ha creata, è un omaggio troppo esiguo alla sua arte ed é difficile per me tradurre l’effetto provato con parole adeguate e almeno pari con quanto è già stato mirabilmente espresso da chi mi ha preceduto.
Su un punto, però, ritengo che sia necessario soffermarmi senza esitazioni o riserve, sulla opportunità, cioè, di non alimentare ulteriormente la polemica con Arcidonna. L’immagine di quel colore di fuoco non può servire per una polemica che è stata messa a tacere anche dalla magistratura, che non si addice alle nostre intelligenze, che mortifica il nostro gusto estetico, che ripropone un triste Medioevo e che, in buona sostanza, serve soltanto a fornire a quella organizzazione una gratuita e non meritata pubblicità.
Per conto del Seg. Mimmo Drago
In risposta ai Signori che hanno cortesemente commentato, così: Ringrazio “Non so chi fui” e Sergio Fisco per le loro gentili ed affettose risposte. Quando resto turbato per qualcosa sprofondo, ancor di più, nella Poesia consolatrice e penso alla poetica di Pablo Neruda che ebbe a dire: ” Mi feci tante domande che andai a vivere sulla riva del mare e gettai in acqua le risposte per non litigare con nessuno”. Ancora grazie cari Amici e buona serata a Voi tutti.