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Saluto del Sindaco festeggiamenti San Bartolicchio 2022


       Dopo due anni di stop forzato per via della pandemia, finalmente abbiamo ripreso anche con le tradizionali feste popolari.

E come si sa dopo ogni fine, c’è sempre un nuovo inizio.

La festa di San Bartolicchio è una festa che coinvolge tutta l’isola ed è un appuntamento importante per gli amanti delle feste popolari e del folklore.

La campagna si riempie di luci, suoni, colori e sapori e la contrada Oliastrello diventa teatro di festeggiamenti e giochi, proseguendo durante la serata con grigliate di carne (questo è stato ieri sera, stasera avremo la prima sagra del Totano), vino e musica per rimanere allegri ed in compagnia.

Ebbene quello a cui abbiamo assistito ieri sera è la conferma di quanto ho appena detto; è stato qualcosa di straordinario; una ripresa della quale se ne sentiva proprio il bisogno; il bisogno di tornare ad essere tutti insieme partecipi; era davvero da tanti anni che non si vedeva una così massiccia partecipazione a quella che è una festa campestre, sicuramente tra le più antiche dell’isola.

Non so di preciso quanti anni siano che si svolge tale ricorrenza nell’attuale modo, ma se vado con i miei ricordi penso a quando i miei genitori affittavano una casetta proprio qui sopra e si trascorreva un periodo, sicuramente quello della novena, qui a “San Bartolicchio”.

E se faccio un semplice conto, io credo avessi attorno a 8-9 anni, mi sento di affermare che questa tipologia di tradizione abbia più di 50 anni.

Tra i miei vaghi ricordi – ahimè gli anni passano – ci sono “U cumpari” detto “luciano” che all’epoca assieme a “brillantina” , allo zio Salvatore “u zibibbo”, lo zio Angelo Bertucci ed altri della contrada si preoccupavano a svuotare questo luogo ( u vurnu) dall’acqua piovana raccolta e quando si cenava ( quasi sempre a casa di “Luciano” assieme a “zia Anna”, “Zibibbo” ed altri) in una stalla all’uopo adattata con una tenda, per creare un altro ambiente di riposo, “u cumpari” diceva: “un ti scurdari a cosetta !”  traduco letteralmente : “non ti dimenticare la calzetta”; (per i giovani la “calzetta”, non sono i collant o le calze di oggi) sì, perché all’epoca in campagna non c’era la luce… c’era il “petromax” (una lampada a petrolio dove si metteva la “calzetta” (una retina per fare luce) che il più delle volte si rompeva e si ricorreva alla candela, in attesa della sostituzione della “calzetta” calda.

Ed a proposito di luce devo informarvi, ed approfitto di questa occasione, che nostro malgrado, come Ente, dobbiamo correre ai ripari al “caro bollette” quasi triplicate rispetto a prima e che sicuramente non potremo pagare per le deficienze di bilancio e stiamo valutando un piano che crei meno disagi possibili alla comunità:  probabilmente da fine mese o poco dopo e per tutto il periodo invernale (salvo anticipato rientro alla normalità) dovremo spegnere tutta l’illuminazione pubblica dalle ore 24,00 alle ore 05,00 del giorno dopo, per riaccenderla alle 05,00 sino a poco prima dell’alba, per consentire un risparmio sulla bolletta, cercando di garantire quel minimo di luce pubblica sia per la sicurezza generale che per garantire la normale circolazione di tutte quelle persone impegnate in attività lavorative mattutine.

Ma torniamo alla festa popolare: questa per me, riferito al mandato popolare sinora ricevuto, è l’ultima festa di “San Bartolicchio”…. che di fatto chiude una serie di “feste popolari estive” e ci lancia mentalmente a quello che sarà il prossimo appuntamento importante quello religioso, ossia del Santo Natale.

Per me è motivo di orgoglio vedervi così numerosi, sia nella parte religiosa appena conclusasi sia per quella ludica.

Ne sentivamo davvero tanto bisogno. Tutti.

Infine desidero ringraziare tutte quelle persone che a vario titolo impegnandosi lavorativamente hanno realizzato grazie a quello che Voi con le Vostre offerte avete consentito di fare: quindi un ringraziamento al Comitato Festeggiamenti (Vito, Antonio, Rosaria, Bartola, Fifetto, Ciro, ai due Giuseppe – Caminita e Mancuso (in trasferta)-, Daniela, Ludovica, Benedetta, Domenico, Flavia, Ciaiè, a Giovanni detto il “Talebano”, a Nino, a Danilo, spero di non dimenticare nessuno ma siete talmente tanti che mi viene difficile ricordarvi tutti -), un ringraziamento a tutta la popolazione che ha contribuito a diverso titolo e modo, un ringraziamento ai nostri graditi ospiti che hanno scelto Ustica quale meta della loro vacanza e si sono immedesimati nelle nostre usanze e costumi.

GRAZIE, Grazie a tutti per il Vostro supporto e amore per Ustica, Vi auguro un buon proseguimento di serata ….. ed appuntamento al prossimo San Bartolicchio.

Il Sindaco
(Salvatore Militello)

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