1° giorno. Arrivo e sistemazione in hotel. Con tutto l’entusiasmo del primo giorno di vacanza spalanco la finestra della stanza d’albergo per ammirare in lontananza il mare, la spiaggia, gli ombrelloni e, sorpresa!, davanti ai miei occhi a pochi metri, quasi a toccarlo, un enorme palazzo ostruisce la visuale che mi aspettavo. Sul dépliant dell’Agenzia di Viaggi, ricordo bene, c’era scritto in grassetto <camera con vista sul mare>; la ritrovo con vista sul muro! Alle mie vivaci rimostranze il Direttore dell’hotel mi assegna un’altra stanza: “vista bellissima questa – mi assicura – ma c’è un inconveniente (!?!), il condizionatore è guasto, non funziona ma a soffitto c’è un ventilatore a pale; è parecchio che non si usa ma dovrebbe girare. Quel <dovrebbe> più che un condizionale mi suona come un cattivo presentimento. Spendo l’intera giornata da turista alla scoperta delle interessanti attrattive del luogo. Alla sera, dopo cena, assisto ad uno spettacolo di cabaret sotto le stelle all’anfiteatro comunale gremito in ogni ordine di posti; cartellone formato da nessun nome di grido ma simpaticamente organizzato con la esclusiva e diretta partecipazione del pubblico. Spontaneamente si esibiscono sul palco persone comuni, uomini e donne di spirito, dilettanti allo sbaraglio che con barzellette, storielle e monologhi vari prevalentemente a base di <sposini alla prima notte di nozze>, <suocere “rompi”> e <carabinieri non proprio svegli>, strappano ai divertiti spettatori fragorose risate. Potevo io esimermi dal partecipare? Certo che no! Quando è il mio turno però vado controcorrente; nell’intenzione di fare qualcosa di diverso, di proporre più un umorismo all’inglese che non all’italiana, per la mia esibizione scelgo la seguente freddura modestamente di mia invenzione: “Signori, sapete dirmi la definizione di -cocainomane- ? … (silenzio assoluto) … non lo sapete ? … ve lo dico io!: .”: <dicesi cocainomane un individuo che ha la mania di accompagnarsi al fratello di Abele>. Gelo in platea. eppure il gioco di parole non era male: … – co … Caino … mania – … no, forse non l’hanno capita … A notte fonda deluso e stanco morto guadagno la mia nuova camera in albergo. Un caaaldo!!! Accendo il ventilatore che <dovrebbe> ma come temevo funziona malamente; è ben poca cosa: le pale girano lentamente; al contrario, le mie, quelle con due elle, molto più velocemente …
Mario Oddo
(“scrittore” per caso) – continua … a domani –