Ustica sape

Ricordi di Famiglia… dalla California Agostino Caserta


[ id=2699 w=170 h=170 float=left] In estate ad Ustica e’ tutto rose e fiori ma l’inverno di solito diventa duro e lungo. I turisti e gli usticesi conobbero molto bene mio padre Armando Caserta come animatore di feste popolari e intrattenitore ma, oltre al divertimento (come dice sempre mia sorella Mariuccia, per mio padre, il divertimento non fu il primo in ordine di importanza…) bisognava pensare anche alle necessità e ai problemi locali piccoli e grandi che in un ‘Isola sono frequenti, numerosi e diversi .

Voglio narrare, di seguito, l’aspetto tipico della personalità allegra di mio padre che era sempre contagiosa per tutti i presenti , e i momenti di quando bisognava rimboccarsi le maniche e lavorare sodo per la comunità e a volte anche per situazioni di pericolo .

“allegria”

Il mese e’ settembre, agli inizi degli anni 50, il luogo e’ Ustica, la contrada “oliastrello” e precisamente S. Bartolicchio; la casa quella di campagna di mio nonno materno Fifi’ Ailara dove eravamo soliti trasferirci (arricugghiuti ) d urante la stagione estiva .

Allora mio padre, Armando Caserta detto oltre che ” Pilurussu ” anche ” Armandino ” lavorava al Municipio, e tutte le mattine scendeva lungo il viottolo, che era delimitato in tutta la sua lunghezza da un muretto a secco ricoperto da un lato di edera. Arrivato in strada girava a destra e, poco dopo, spariva dietro un folto canneto. Si stava incamminando verso il paese da dove sarebbe tornato nelle prime ore del pomeriggio .

” Domani e’ domenica ” disse in uno di quei giorni mio padre ” ma andiamo lo stesso in paese per comprare la carta per le bandiere e le coccarde, una scatola di chiodi, colla e petrolio per il Petromax … Angelina ….di cos’altro abbiamo bisogno? “olio, sapone per la biancheria e spirito per fare il “rosolio” per la festa di S. Bartolicchio ” rispose mia mamma. “oh!… quasi dimenticavo – continuo’ mio padre – “bisogna andare a vedere se sono arrivati la polvere e il piombo, c’é da caricare le cartucce perché ho l’impressione che domani si spara: il vento é di Tramontana ed é favorevole, i “cuccaredda” devono perciò fermarsi ad Ustica e, ne sono sicuro, ne inviteremo qualcuno a tavola “…”

Pranzavamo tutti i giorni fuori, nel grande terrazzo rettangolare dell” E chi li ha invitati a casetta sovrastante la strada. Quando passava qualcuno a piedi o a dorso dell’asinello, mio padre diceva a voce alta: ” Caminati, caminati !! ” gesticolando con il braccio. Mia madre allora obiettava: ” ma cosa dici ? se quello viene qui non avremo abbastanza pasta per tutti. “E chi li ha invitati”, ribatteva mio padre – ” io ho solo detto : ” Caminati , Caminati !!! ” .

“impegno ed emergenze”

L’indimenticabile Dr. Fazio, medico condotto dell’Isola per 40 anni, era rimasto bloccato a Palermo per il cattivo tempo – mare forte e vento freddo di grecale. Verso le 4 del mattino qualcuno bussa alla nostra porta, una signora aveva avuto un forte malore, forse un infarto e bisognava trasportarla d’urgenza all’ospedale di Palermo. Mio padre si alza dal letto, come un siluro, vanno a svegliare zio Goffredo Caserta, del Bar Centrale, dove c’era l’unico e solo telefono di Ustica per chiamare il centro Soccorso di Palermo. Pioveva a tratti, il vento era calato un pò ma il mare era ancora molto mosso. Involontariamente ebbi l’opportunità di assistere ad una delle famose albe usticesi con un sole che sorgeva quasi opaco, ma con abbastanza luminosità per colorare tutto l’orizzonte e anche il mare di quel tipico tono colore aragosta-salmone-violetto Spettacolare!!

Alle 06,05 arriva da Palermo l’idrovolante del CIRM con il Dr. Fazio a bordo (che non si capiva come feceva ad essere lì) e altri medici che, prima di ripartire hanno dato all’ammalata le prime cure. La donna di Ustica si salvò e visse molto a lungo.

Armando Caserta era un comunicatore naturale, una persona di abilità ed era sempre pronto ad aiutare . Se le Autorità non erano presenti come nel caso narrato su, ma anche quando erano presenti, in qualità di impiegato comunale responsabile e di esperienza, interveniva u’ zu’ Armandu e… siccome era anche Giudice Conciliatore, lavoro molto delicato … a casa nostra c’erano spesso visite di usticesi che avevano problemi di interessi, coppie con problemi coniugali, ecc… i quali, fidandosi dell ”ottima reputazione di mio padre come “pacificatore”, invece di litigare, già a quei tempi, usavano, con spiccato senso civile, il primo gradino della magistratura e…. venivano ripagati perché quasi sempre entravano con il muso duro o preoccupati ed uscivano fiduciosi e con il volto rasserenato. Quando a casa mia venivano persone mio padre diceva : ” trasiti, trasiti , c’ e’ cosa ? ! ” e a mia madre subito dopo: “Angelina, per favore, prepariamo subito il caffè” .

Nota : Il Dr. Vicenzo Fazio ( a cui mio padre succedette nella carica di Giudice Conciliatore ) conosceva un medico membro dell’Equipaggio dell’Idrovolante CIRM che quella mattina alle 4:45 lo rintracciò al telefono a Palermo…

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