Da qualche giorno è iniziata la raccolta firme finalizzata al Referendum Abrogativo delle Legge Scuola n. 107/2015 fortemente voluta dal governo Renzi.
I moduli dovrebbero essere disponibili presso l’ufficio di segreteria di tutti i comuni dove è possibile recarsi nei giorni e negli orari stabiliti.
Si firma per consentire alla scuola pubblica italiana di rimanere luogo di servizi alla persona, di rispetto, di tolleranza, inclusione, occasione di crescita umana, palestra di democrazia vissuta, di esercizio della libertà di pensiero, sviluppo delle capacità creative e senso critico degli studenti.
Uno dei punti maggiormente contestati nella nuova riforma che coinvolge la scuola italiana è quello della chiamata diretta dei presidi-manager: la questione non riguarda soltanto il malcostume italico della raccomandazione, ma anche e soprattutto il fatto che il dirigente scolastico diventa colui che può gestire la scuola come se si trattasse di un’azienda privata e personale. Il preside-manager, infatti, sarà colui che potrà decidere anche su premialità (che assomiglia ai “premi aziendali” del privato) e la penalizzazione per i docenti. Un principio di arbitrarietà che è stato al centro di molti contenziosi intorno alla riforma scuola 2015.
Il quesito referendario è stato depositato in cassazione e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 luglio e i tempi sono molto stretti; si dovrebbe arrivare al numero necessario di firme il 25 settembre e l’impresa sembra essere particolarmente ardua, soprattutto perché vi è il mese di agosto in mezzo.
Da sottolineare che, ovviamente, eventuali petizioni che dovessero girare sul web non hanno alcun valore e che le firme raccolte in quella maniera non hanno alcun valore legale.