PUNTI, APPUNTI e SPUNTI. A USTICA UNA REAZIONE “CATODICA”. PERCHE’ NO?


L’articolo dal titolo “Vigili del Fuoco, una carenza intollerabile“, il cui contenuto è impensabile non apprezzare e condividere, costituisce per me una manna ricevuta non dal cielo ma più terra-terra dall’estensore, amico e stimato Sergio Fisco, che mi ha offerto l’occasione di intervenire in proposito coerentemente col titolo di questa rubrica. Spunto infatti  assolutamente imperdibile.   

Oltre a tutto il resto, parola per parola, punteggiatura inclusa, concordo che nel tempo e attualmente nessuna delle Amministrazioni comunali si è sottratto al tentativo di sensibilizzare nelle dovute forme chi di dovere ad attenzionare e risolvere un problema non di poco conto proprio perche’ riguarda prioritariamente la sicurezza dell’isola di Ustica e dei suoi abitanti i quali, nel malaugurato caso, non sia mai, di situazioni che richiedessero una tempestiva e professionale azione si spegnimento dei Vigili del Fuoco su nessun intervento possono contare in mancanza di un loro presidio sul territorio isolano. Siamo chiaramente in presenza di una, tra l’altro anticostituzionale, disparità (che non dovrebbe far rima con insularità); purtroppo nessun ufficio competente ha ad oggi  accolto una sola delle tante istanze avanzate per richiederne la rimozione.

Per colpa di chi ? … “, mi perdonerà Zucchero per l’appropriazione di parte del testo di una sua famosa canzone ma il caso in oggetto stimola automaticamente in tale forma questa domanda alla quale comunque rispondere è facile, è come chiedere in un quiz <in quale città d’Italia si trova la torre di Pisa>: per colpa di chi in possesso di possibili soluzioni rapide pare muoversi invece con una lentezza assimilabile all’indifferenza.  

Agli isolani, registrato ormai il torpore (meglio chiamarlo sonno profondo) con cui le “competenti Autorità” non attenzionano come dovrebbero il problema, oltre al proposto incatenamento, suggerisco di optare per una provocazione alternativa altrettanto plateale da consegnare per la pubblicizzazione ai media  locali, regionali e nazionali. Grazie al forte impatto mediatico che è in grado di assicurare, anche se “curiosa”, questa forma di comunicazione potrebbe forse arrivare dove nessuna, sia pur pressante, “lettera aperta” finora è arrivata. 

Propongo a una folta rappresentanza di usticesi, uomini e donne, rappresentanti delle istituzioni locali in testa, di organizzarsi schierandosi in ordine degradante lungo la scalinata della chiesa e farsi riprendere  con in bella mostra un “cato” (secchio) per l’acqua in mano. Video da lanciare sulle varie piattaforme social e da girare agli organi di informazione con preghiera di diffusione, con la seguente didascalia: <A USTICA SE SCOPPIA UN PICCOLO O GROSSO INCENDIO POSSIAMO INTERVENIRE SOLO NOI E SOLO COSI‘>.  Considero questa una seria (anche se apparentemente potrebbe apparire tutt’altra) proposta di provocazione della quale mi auguro che in loco si valuterà quantomeno la realizzazione; ma non escludo che non solo non se ne farà nulla ma sarò pure fortemente criticato; chiedo scusa, errata corrige: criti … cato.

Mario Oddo – odmar@libero.it

3 risposte

  1. Grazie Mario Oddo . Al di là del Cato, le soluzioni giuridiche ci sono, come tra l’altro indi-cate la scorsa estate, su questo blog da un principe del foro

  2. Grazie Mario, per questi due minuti di lettura mattutina, il tempo che necessita quell’onesta comprensione nel leggere il tuo articolo.
    Mi hai fatto ripiombare in un attimo nel mio ’68, e cioè quando oramai le parole non servivano più e bisognava agire.
    Oggi ricordo più le scazzottate che gli ideali politici, e non avrei mai immaginato e soprattutto creduto, che 25 anni dopo il fatidico 2.000, per ottenere un “DOVERE ISTITUZIONALE”, una comunità fosse costretta ad applicare un sit-in sulla scalinata della Chiesa del proprio Paese, con tanto di ‘cato’ in mano.
    Purtroppo i tempi oggi sono cambiati, una volta il politico di turno si sarebbe vergognato, mentre adesso è tutta un’altra musica, pure se lo spartito è lo stesso.
    Spero ardentemente di svegliarmi un giorno, e vedere sul blog foto e video che ritraggono l’eroico “Corpo dei Vigili del Fuoco” di Ustica, e posteriormente camionette e furgoni antincendio in bella vista.
    Fiducioso che codesta iniziativa del “CATO”, possa quantomeno “accendere” la coscienza di chi ha quel potere decisionale sul destino dell’isola, ove la dignità di un popolo è pari alle proprie esigenti richieste.
    Con tanto affetto, e ancora una volta perdonate il mio pensiero, Pietro Fiorito.

  3. Salve,
    Chi dovrebbe garantire il servizio?
    Quanti Vigili del Fuoco USTICESI sono rimasti ad Ustica?
    E’ possibile saperlo?
    Grazie.

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