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Presentazione del libro “Vi perdono ma inginocchiatevi” di Felice Cavallaro


[ id=18881 w=320 h=240 float=left] Per la serie di “Incontri con l’autore”, organizzata dal Centro di Studi e Documentazione di Ustica, ieri 10 Agosto il giornalista Felice Cavallaro, ha intrattenuto i presenti sul tema delle stragi di mafia, trattato nel suo libro Vi Perdono ma inginocchiatevi, secondo libro scritto in collaborazione con Rosaria Schifani, giovane vedova dell’agente di polizia morto nell’attentato di Capaci del 1992, titolo che riprende una dichiarazione della stessa Schifani, proprio in occasione dei funerali che seguirono.

L’autore è stato presentato dal Presidente del Centro di Studi e Documentazione, il quale ha ricordato alcuni aneddoti della loro lunga amicizia, soffermandosi su un episodio emblematico che li ha visti compagni di “avventura” in occasione di un servizio per le testate giornalistiche per cui lavoravano all’epoca dell’alluvione di Palermo del 24 ottobre 1973.

Allora si trovarono a documentare il disastro annunciato della Diga Foranea che, da anni in deperimento e ridotta a vivaio di allevamento di crostacei e mitili di ogni specie, cedette inesorabilmente sotto la pressione dell’improvvisa massa d’acqua del nubifragio di quel giorno.

Nell’intervista all’autore la fotografa palermitana Rosanna Pirajno, Presidentessa del Comitato Salvare Palermo mette in risalto il ruolo delle donne nella lotta alla mafia dalle quali partì la rivolta della società civile a Palermo dopo le prime stragi, con la formazione di comitati, uno tra tutti Le donne del Digiuno, la cui protesta partiva proprio dal significato che si attribuisce al corpo femminile che, in quanto deputato a dare la vita, non ammette che si possa dare la morte. Prosegue ricordando quante donne, madri, sorelle, mogli abbiano dimostrato un immenso coraggio per aver lottato con dignità per sconfiggere un sistema fatto di soprusi e di ingiustizie, già da quando Franca Viola ad Alcamo si oppose a quel matrimonio riparatore cui il suo aguzzino volle fare ricorso per venir meno alle proprie responsabilità.

Insieme hanno evidenziato come, nonostante alcune donne siano assurte a capi di famiglie mafiose, proprio dalle donne, ad esempio Michela Buscemi, all’interno di altre famiglie sia partito piuttosto l’anelito per scardinarne quel sistema. Ed accanto a lei sono intervenute tante altre donne-coraggio, tra le quali Giovanna Giaconia, moglie del GiudiceTerranova, Rita Adria, che si rivolse al giudice Borsellino, ed anche la moglie del testimone chiave per l’omicidio del giudice Rosario Livatino, la cui operosità è stata sostenuta da persone, quali la giornalista Simona Mafai, fondatrice e collaboratrice della rivista Mezzocielo, o la fotografa Letizia Battaglia, le quali hanno documentato immagini ed emozioni di fatti drammatici pur essendo al di fuori di quel sistema.

Seguendo la scia dei ricordi Felice Cavallaro ha riferito di quanto siano state importanti per Rosaria Schifani le figure delle vedove di Pio La Torre, del giudice Costa, del giudice Chinnici per comprendere le cause profonde della morte di suo marito, semplice agente di scorta, che venne a trovarsi all’interno di un ingranaggio che faceva parte di affari di stato. Per lei fu difficile accettare, ma almeno, giovane com’era, la aiutarono a rispondere alla sua domanda: ”Ma come lo dico a mio figlio?”.Il bambino allora aveva appena quattro mesi, ma da quel pellegrinaggio per le abitazioni dove le donne la aiutarono a capire Rosaria Schifani avvertì la necessità di comunicare le verità di quel mondo a lei ignoto che le si era schiuso davanti e affiancò Felice Cavallaro nella stesura del loro primo libro insieme.

Ricordando che Vi Perdono ma inginocchiatevi ha offerto lo spunto per l’omonimo film realizzato da Claudio Bonivento e trasmesso su La 7, l’autore ha sottolineato che dopo i primi moti di ribellione di quegli anni contro la mafia, negli ultimi tempi, fatta eccezione per le consuete manifestazioni tenute davanti l’albero di Falcone ed in Via D’Amelio si scorge con amarezza che tra i cittadini sembra tornata la rassegnazione che quello sia un male incurabile, la cui causa prima è in nuce proprio all’interno del sistema anti-mafia stesso, e che si stia assistendo alla sua frantumazione dovuta alla mancanza di coesione tra chi la dovrebbe combattere.

Ci piace chiudere con una frase di speranza: “Questa terra diventerà bellissima” di Giovanni Falcone, che anela ad un mondo migliore, ma per il cui raggiungimento necessita un impegno collettivo.

Antonella Carrubba

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Dalla California Agostino Caserta

Questa Piazzetta anticamente ” Chianu ” e’ rinata e sta al punto giusto nel momento giusto. Mi ricordo da ragazzino che li si sparavano i fuochi d’artificio di San Bartolo. Il piccolo spiazzo era in terra battuta e data la dimensione ridotta e quasi a triangolo scaleno non era considerato neanche da noi ragazzini per giocarci a pallone, al massimo qualche giocata a ” Strummuli “, si preferiva, infatti, per giocare al pallone di gran lunga lo spiazzo adiacente Largo Padiglione anche se spesso la palla andava giu’ dal muretto e finiva quasi a mare…..oppure lo spiazzo davanti l’Ufficio Postale. Ecco come il tempo cambia le cose…Oggi questo spiazzale o villetta o piccolo giardino non ha ancora un nome ma, personalmente, visto accanto il vicolo Calderaro, e la presenza e impatto in questo posto di diverse generazioni di questa Famiglia, che tanto ha dato all’isola, lo battezzerei ” Piazzetta Calderaro “. Meritatamente si trova nel mezzo di tante attivita’ commerciali ed in estate e’ diventato, anche per la Libreria presente, un punto di incontro per attivita’ e fermenti Culturali. La piazzetta ( con una vegetazione un po’ esagerata e che andrebbe tenuta bassa e curata ) oggi e’ un altro piccolo gioiello di architettonica usticese senza prezzo. I recenti Murales attorno la finestra con quei colori e la scritta Ustica irregolare e capovolta, per me, sono un pezzo d’arte e un colpo d’occhio che illumina l’immaginazione ed attrae immancabilmente l’attenzione del turista.

Una risposta

  1. Questa Piazzetta anticamente ” Chianu ” e’ rinata e sta al punto giusto nel momento giusto. Mi ricordo da ragazzino che li si sparavano i fuochi d’artificio di San Bartolo. Il piccolo spiazzo era in terra battuta e data la dimenzione ridotta e quasi a triangolo scaleno non era considerato neanche da noi ragazzini per giocarci a pallone, al massimo qualche giocata a ” Strummuli “, si preferiva, infatti, per giocare al pallone di gran lunga lo spiazzo adiacente Largo Padiglione anche se spesso la palla andava giu’ dal muretto e finiva quasi a mare…..oppure lo spiazzo davanti l’Ufficio Postale.

    Ecco come il tempo cambia le cose…Oggi questo spiazzale o villetta o piccolo giardino non ha ancora un nome ma, personalmente, visto accanto il vicolo Calderaro, e la presenza e impatto in questo posto di diverse generazioni di questa Famiglia, che tanto ha dato all’isola, lo battezzerei ” Piazzetta Calderaro “. Meritatamente si trova nel mezzo di tante attivita’ commerciali ed in estate e’ diventato, anche per la Libreria presente, un punto di incontro per attivita’ e fermenti Culturali.

    La piazzetta ( con una vegetazione un po’ esagerata e che andrebbe tenuta bassa e curata ) oggi e’ un altro piccolo gioello di architettonica usticese senza prezzo. I recenti Murales attorno la finestra con quei colori e la scritta Ustica irregolare e capovolta, per me, sono un pezzo d’arte e un colpo d’occhio che illumina l’immaginazione ed attrae immancabilmente l’attenzione del turista.

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