Se n’è parlato molte volte. Da quando menti poco pensanti e propense al brutto decisero, per motivi che sarebbe utile conoscere, la distruzione del verde pubblico di due villette urbane in pieno centro e la manifattura di due monumenti al peggior cattivo gusto sono passati anni. Ormai decisamente ed insopportabilmente troppi.
Le critiche, che ritengo siano ormai totalitarie ad eccezione ovviamente di quanti possano averne tratto un qualche vantaggio, non hanno risparmiato nel tempo nessuno degli autori del misfatto, appartenenti – è giusto sottolinearlo per par condicio – a tutti gli schieramenti politici che si sono avvicendati ad Ustica negli ultimi quindici anni. Non si è mai compresa la finalità di quegli interventi, non certo destinati a migliorare o a rendere più piacevole l’estetica di scorci del centro storico di per sé gradevoli nella loro semplice eleganza e che avrebbero volentieri fatto a meno di perniciose attenzioni.
Ancora oggi permane, peggiorata dal tempo e dalla incuria, la orribile visione di ruderi osceni nella loro arrogante invadenza, indicativa di un abbandono che Ustica non meritava, che continua a non meritare e che va oltre ogni possibile comprensione delle vicissitudini di una qualunque amministrazione. Tanto denaro gettato via senza una ragione plausibile, anzi contro ogni ragione plausibile, di cui nessuno sembra essersi assunta la responsabilità morale del danno arrecato. Ma ciò che più demoralizza, di cui nessuno sembra volere o potere giustificare ufficialmente i motivi del grave ritardo che è andato accumulandosi nel riportare almeno in pristino la gradevolezza estetica di quei luoghi. Come ho scritto in altra occasione, una amministrazione può caratterizzare la propria azione anche per i piccoli passi in avanti che fa compiere alla comunità di cui ha la responsabilità.
Non so valutare la lunghezza di questo ma era di certo, un passo che tutti avrebbero notato e apprezzato forse più di altri.
Risulta che le opere necessarie al recupero estetico e funzionale di Largo Armeria e della zona antistante la farmacia siano state finanziate da tempo e che il recupero poteva essere avviato. Cosa si attende allora ad intervenire? Che passi un altro anno e che Ustica presenti alla sua gente ed ai suoi visitatori ancora una volta una immagine deturpata nei suoi luoghi più in vista?
Che risposta si potrà dare a quanti ancora chiederanno cosa rappresenti quel grumo bluastro, scorticato e pieno di immondizie in bella vista davanti alla farmacia, il famigerato “babbaluciu” al posto di spettacolari ibiscus o perché una ringhiera semi divelta e pericolosa per la pubblica incolumità racchiuda inutili lastre anodizzate, l’altrettanto famigerata “friggitoria”, piazzate al posto di lussureggianti bouganville sotto l’ufficio postale? Non vorrei dover dare io la risposta.
Se ne è parlato molte volte. Temo, purtroppo, che se ne dovrà parlare ancora.
E prima o poi si dovrà affrontare un altro problema, quello della balneabilità ad Ustica per gli anziani, locali o turisti che siano, o per quanti abbiano, comunque, difficoltà se non impossibilità ad accedere ai luoghi storicamente vocati alla balneazione sull’isola.
Sergio Fisco
Una risposta
Credo che siamo tutti d’accordo. Unanimità per una volta sull’isola 🙂