Penso che, per sentirmi vivo, io abbia quasi il dovere di sognare sempre e forse perché sono e voglio essere lo spettatore unico di me stesso, pretendo di assistere al migliore spettacolo possibile. Costruisco così, per il mio ego inopportuno, grottesco e quasi deforme, pensieri segreti, che dipingo con una luce d’oro e di seta, intrisa dall’acqua rossa della mia anima e mi proietto in uno spazio immaginario, in un palco falso, in uno scenario antico visto e rivisto, ma inspiegabilmente nuovo e stimolante, dove invento un sogno creato fra tenui giochi di luce e musiche invisibili. Scopro cosi che forse sto sognando dentro una Multivisione! Sarà pura follia oppure è una fuga necessaria da una realtà opprimente?
Domenico Drago