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COMMENTO
Nelle foto a volte si notano cose che a guardale anni piu’ tardi sembrano insolite e curiose; per esempio la persona che nel momento dell’incontro ( al centro della foto, chi e’ ? ) suona la fisarmonica… fra Giovanni D’angelo ( ‘zu Sciabica ) e mio padre Armando. Oggi in queste occasioni festive tutto procede con un pochino di non chalance, casualita’ e una certa attitudine di sufficienza ma a quei tempi a giudicare da come ogni piccolo spazio era occupato per assistere all’avvenimento come il bambino seduto sul pilastro, il balcone Longo pieno zeppo, cosi come langolo del palchetto che sembra una continuazione dell terrazzo Giacino….il tutto era una cosa davvero eccezionale.
Il frontespizio del palchetto ha subito negli anni dozzine di face-lift, e in questa foto e’ con i tubi di eternit su cui da ragazzini ci si attorcigliava per fare delle incredibili capriole per saltare giu’ nella piazza, ma a tutt’oggi il Palco non ha trovato la ” sistemazione ” giusta. Il muro di pietra lavica che lo delimita appare un po’ troppo monotono, troppo grigiume…. e non offre nessun contrasto con tutti gli stessi tipi di pietra che si vedono dappertutto. Con l’aiuto di un architetto questa parte del palco potrebbe essere rifatta e resa piu’ armoniosa e gradevole all’occhio, magari ritornando ad una bella scalinata centrale ( per la Festa di S. Bartolo si puo’ creare un soppalco ).
I portatori della “Vara” erano misti con due “Pescatori” e due “Campagnoli” mentre oggi le due “classi” portano ognuno la propria “Vara”.
Si vede il solito polizziotto perche’ a quei tempi c’erano ancora i confinati; non si vede, pero’, nessuno con il cappotto o con questi giubbotti imbottiti moderni. Non erano necessari. I corpi erano abituati e immunizati da quel tipo freddo.
Una risposta
Nelle foto a volte si notano cose che a guardale anni piu’ tardi sembrano insolite e curiose; per esempio la persona che nel momento dell’incontro ( al centro della foto, chi e’ ? ) suona la fisarmonica… fra Giovanni D’angelo ( ‘zu Sciabica ) e mio padre Armando. Oggi in queste occasioni festive tutto procede con un pochino di non chalance, casualita’ e una certa attitudine di sufficienza ma a quei tempi a giudicare da come ogni piccolo spazio era occupato per assistere all’avvenimento come il bambino seduto sul pilastro, il balcone Longo pieno zeppo, cosi come langolo del palchetto che sembra una continuazione dell terrazzo Giacino….il tutto era una cosa davvero eccezionale.
Il frontespizio del palchetto ha subito negli anni dozzine di face-lift, e in questa foto e’ con i tubi di eternit su cui da ragazzini ci si attorcigliava per fare delle incredibili capriole per saltare giu’ nella piazza, ma a tutt’oggi il Palco non ha trovato la ” sistemazione ” giusta. Il muro di pietra lavica che lo delimita appare un po’ troppo monotono, troppo grigiume…. e non offre nessun contrasto con tutti gli stessi tipi di pietra che si vedono dappertutto. Con l’aiuto di un architetto questa parte del palco potrebbe essere rifatta e resa piu’ armoniosa e gradevole all’occhio, magari ritornando ad una bella scalinata centrale ( per la Festa di S. Bartolo si puo’ creare un soppalco ).
I portatori della “Vara” erano misti con due “Pescatori” e due “Campagnoli” mentre oggi le due “classi” portano ognuno la propria “Vara”.
Si vede il solito polizziotto perche’ a quei tempi c’erano ancora i confinati; non si vede, pero’, nessuno con il cappotto o con questi giubbotti imbottiti moderni. Non erano necessari. I corpi erano abituati e immunizati da quel tipo freddo.