Mimmo Drago racconta la poesia di Ustica


Parole sconnesse

Si allontanò, nuotando lentamente, nel chiarore del mattino, fino a che non giunse in quella laguna di pietre dove la luce invadeva i sogni.

Sembrava che la falesia si stesse sgretolando sopra i suoi dolorosi pensieri.

Rimase lì nel turchese liquido dell’onda, dove forse avrebbe voluto sciogliere tutte le sue domande.

A tratti, sembrava che stesse pregando, mentre si scrollava dal petto i dolori attaccati, come ventose, alla sua anima.

Poi, con tutto il fiato che le restò in gola, gridò parole sconnesse, che erano terribilmente vere: “Ho sentito troppo per continuare a sentire. Mi si è esaurita l’anima. E’ rimasta solo l’eco dentro di me”.

Divenne così una pietra di tufo e affogò i suoi sogni nell’acqua, mentre la luce moriva!

(Domenico Drago su una riflessione di Fernando Pessoa)

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