Per merito tuo una notte ho ammirato la volta celeste;
mute stelle mi comparvero con una argentata veste.
È in questo modo che mi hai stregato, amato e ustionato;
poiché per un attimo mi hai nell’immensità trasportato.
Alla fine mi hai regalato il gioioso consenso di narrarti;
e nel contempo quello di espiare la pena di sognarti.
Nulla ti poteva spaventare, nemmeno la tua lupa di mare,
che ti copriva agli occhi dei predoni per non farti razziare.
Oggi mi basta solo l’azzurro spicchio del tuo cielo;
o respirare il tuo lieve zefiro, così impaziente a te mi svelo.
Tutto questo per me altro non è che un viaggio astrale;
bisognoso ed essenziale per il mio spirito stanziale.
Anche una goccia del mare tuo può dissetare la mia vita;
ogni mia illusione dissolve la realtà oramai a me bandita.
Come un uccello che più non migra verso le terre amate;
e sfida il gelido fato solo con calde parole abbracciate.
Pietro Fiorito