La presentazione di “Quel mare che bagnava Firenze”, mercoledì 8 ottobre alle 17 a palazzo Bastogi. Interviene il vicepresidente del Consiglio regionale Giuliano Fedeli
Firenze – Partigiano, libero muratore, documentarista, accademico e imprenditore. Il volume “Quel mare che bagnava Firenze” di Paolo Notarbartolo di Sciara, con la collaborazione di Gaetano Nino Cafiero, racconta nelle sue diverse sfaccettature l’appassionante vita di Notarbartolo, nato a Firenze nel 1927 da una famiglia aristocratica siciliana. Dalla gioventù dell’autore, condizionata dal padre alto magistrato, all’adolescenza negata dalla guerra partigiana che Notarbartolo combattè nel nome degli ideali liberali fino all’adesione alla Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori. Una parte del libro è, infatti, dedicata alla massoneria, a cui l’autore è affiliato dal 1966.
Il volume viene presentato, mercoledì 8 ottobre alle 17, nella sala delle Feste, a palazzo Bastogi (via Cavour, 18). Nell’occasione, gli autori presenteranno il documentario “La notte d’amore dei coralli”. Intervengono il vicepresidente del Consiglio regionale Giuliano Fedeli, i biologi marini Giuseppe Adriani e Francesco Cinelli e lo storico Luigi Pruneti.
Al centro dell’esperienza di Notarbartolo resta fondamentale l’attività nel Gruppo ricerche scientifiche e tecniche subacquee (Grsts), da lui fondato nel 1966 e con il quale fece le spedizioni in quasi tutti i mari del mondo e condusse le ricerche ad Ustica, arricchendo l’archivio fotografico mondiale di biologia marina e realizzando una ventina di documentari fra i quali dieci sugli allora istituendi Parchi Marini italiani.
Notarbartolo di Sciara si dedica da volontario alla collaborazione con le maggiori università italiane e straniere realizzando cortometraggi cinematografici subacquei per il Ministero della Marina Mercantile e per la televisione. Alla trentaduesima Rassegna Internazionale delle Attività Subacquee di Ustica, nel 1990, ottiene il Premio Tridente d’Oro per le Attività divulgative e artistiche e la cittadinanza onoraria di Ustica. (bb)
Fonte: Il Parlamento della Toscana