Egr. Avv.to, innanzitutto non posso che ringraziarLa per aver citato una mia vecchia “massima” nel recente quanto interessante intervento apparso su questo spazio; poi, per suo, presumo, compiacimento mi premuro ad informarla di aver fatto già da tempo ammenda della frase “incriminata” <il pastore deve sentire addosso l’odore delle pecore> inevitabilmente soggetta a revisione per sviluppi invalidanti nel frattempo intervenuti. Vede Avv.to, come Lei può insegnare a me, ogni “cosa” è frutto del suo tempo. Se oggi un novello Alessandro Manzoni riscrivesse <I Promessi Sposi> il romanzo non venderebbe che poche copie e quelle stesse spinte da ripetute ospitate pubblicitarie in TV, da Barbara D’Urso in primis. Ecco, questa considerazione irriverente per dirLe che quell’odore che allora poteva anche andar bene oggi indubbiamente è fuori da un contesto che esige alte competenze, professionalità, preparazione, attitudini relazionali fortemente necessarie dal momento che notoriamente al comune di Ustica ci sarà da affrontare un quinquennio amministrativo che definire “molto ma molto impegnativo” appare quasi riduttivo. Per il bene ed il progresso dell’isola, che le scelte alle quali la comunità votante sarà presto chiamata a fare, locali o esterne quali che siano, vadano tutte in questa direzione, possibilmente e principalmente, non mi stancherò mai di auspicarlo, UNITARUE.
Mario Oddo
3 risposte
Egregio Signor Oddo, prendo atto della sua onestà intellettuale, su cui non ho mai nutrito alcun dubbio. Riguardo alla necessità (e possibilità)di unità le trascrivo quanto ieri notte risposto al signor Zagame :
Francesco Menallo ha detto:
26/04/2023 alle 01:19
Egregio signor Zagame, anch’io sono un fautore della pace nel mondo. Non ritengo, però, che tale pace si possa raggiungere mettendo assieme vittime ed aguzzini e neppure trasformando il comune in una scuola materna. Più che un comizio, che è caratterizzato dal fatto che c’è chi parla e chi ascolta, vedrei bene un dibattito, in cui si possano ascoltare, con un autorevole moderatore, più posizioni.
Però, ad Ustica, un’amministrazione fallita che ha la tracotanza di ripresentarsi ricompattata esclusivamente dal Dio potere (comandare é notoriamente più gradevole dell’accoppiarsi, recita un noto detto…) e un gruppo di persone unite solo dal comune disprezzo per gli esponenti della prima senza alcuna idea di come porre rimedio ai guasti prodotti nei due decenni passati, cosa possono dire al passante anche mediamente bendisposto all’ascolto?
Non sarà un caso che le riunioni siano state solo “casalinghe” e che io attenda ancora di conoscere, nell’ordine, cosa pensa di fare Salvatore Militello che non ha mai partecipato ad un dibattito pubblico, l’assessore al Bilancio Bruno, già revisore dei conti della precedente mministrazione, che mi doveva spiegare quello che la Corte dei Conti ha recentemente spiegato a lui e, da ultimo e non per ultimo, l’ottimo Francesco D’Arca, presidente del consiglio comunale che mi doveva spiegare – pubblicamente-come la colpa del dissesto dichiarato da questa amministrazione sia da attribuire a chi ha amministrato prima, ignorando che 5 anni sono un’eternità, amministrativamente parlando, e che se gli errori sono tutti di chi li ha preceduti andava Immediatamente fatta una ricognizione delle finanze del comune in modo da separare le responsabilità dell’attuale gestione da quella precedente Separazione mai avvenuta.
Sarebbe ora che questi personaggi, nonché l’avvitatore di lampadine, il giovane implume ed il baffo per ogni stagione facessero conoscere ai loro concittadini qual’é la loro idea di futuro, se ne hanno una, e con quali mezzi intellettivi intendono realizzarla.
E che tutti gli indifferenti comprendano che se non si occuperanno di cura della città, la politica, quella peggiore, continuerà ad occuparsi di loro.
Un’invito ad essere realisti,
Cari Avv. Menallo, Sig. Oddo,
solo due appunti :
1) in riferimento agli “Aguzzini e vittime” ,
e la “Sindrome di Stoccolma”!?
2) A chi addossare colpe, se, oltre alla fallimentare esperienza politica degli ultimi 29 anni, non si riesce nemmeno a trovare un “Pastore che odora delle proprie pecore”!?
Non e’ forse l’ennesima prova tangibile del fallimento di un modo di fare, di pensare!?
Cosa fare, da dove iniziare per creare i presupposti affinche’ la nostra Comunita’ ritrovi le energie per ripartire, la dovuta serenita’ per potersi almeno sedersi attorno ad un tavolo ed iniziare a dialogare, sforzandosi ad ascoltare le ragioni che sicuramente ogni pensa di avere.
Pensiamo a rifondare la nostra Isola, ispirandoci al duro lavoro e sacrifici degli ultimi Coloni che riuscirono a rendere ospitale un’Isola abbandonata da secoli.
E’ inutile nasconderlo, sappiamo chi sono, i pochi usticesi, che potrebbero da subito rendere possibile la presentazione di una sola lista solo se lo volessero!
Ripeto,
Non vedo cosa potrebbe fare una delle due amministrazioni di diverso, di meglio, da un/una Sindaco/a sostenuto/a da UNA amministrazione.
Ma anche da un Commissario ad acta, visto che un primo Commissario e’ stato gia’ nominato a causa del Dissesto finanziario, del FALLIMENTO (politico) del nostro Comune.
Forse, proprio in questa occasione (Elezioni 2023) contano piu’ le motivazioni che le capacita’, le competenze… ottimo direi per far iniziare ad occuparsi di Politica a Donne, Uomini e Giovani usticesi (ma anche forestieri).
Proviamoci insieme, “Vittime ed aguzzini”, “Pastori e pecore”.
Affettuosi saluti,
Jose’
No. Vittime ed aguzzini proprio no. Diversamente alfabetizzati pieni di sè e teste pensanti no. Si ricadrebbe nel giro di 5 minuti nello stesso problema da cui si voleva uscire. Chi lavora con le braccia è un operaio; chi lavora con le braccia ed i cervello è un artigiano e chi lavora con braccia, cervello e cuore è un artista. L’isola ha bisogno di artisti.
La rivoluzione culturale, consistente nel ricambio delle attività tra categorie professionali che per sei mesi l’anno facevano i contadini od i docenti universitari e negli altri sei mesi invertivano i ruoli, in Cina è fallita. Un docente universitario, se non particolarmente male in arnese, il contadino sei mesi l’anno lo poteva fare. Un contadino, sei mesi l’anno, aveva qualche difficoltà a fare il docente universitario. Finchè non si smetterà di delegare l’amministrazione a chi non ha le competenze, l’intuito, la formazione per gestire un’attività sempre più normativamente complessa, solo perchè ha una famiglia che si riproduce con particolare celerità, disconoscendo le competenze accoppiate alla correttezza, non si caverà un ragno dal buco. D’altronde, qualcuno si è chiesto perchè un gruppo che ha prodotto risultati così fallimentari, cerchi disperatamente di restare incollato alla poltrona, nonostante le difficoltà del momento ? amore per l’isola? desiderio di riscatto? Fondi del PNRR?qual’è il motivo? fatevi la domanda e datevi una risposta ma per favore solo l’unione tra compatibili è possibile, non certo tra chi non vede i propri errori ma solo quelli degli altri …………