L’asino, il grillo e il ragazzo. Ogni riferimento a persone o a fatti realmente accaduti è puramente casuale


Un giovane ragazzo, pieno di sogni in testa e colmo di speranza nel proprio cuore, viveva su una stupenda isola del mare Nostrum, e il desiderio più grande che aveva era quello di diventare un aviatore.
A stimolare la sua fantasia sicuramente era il luogo dove viveva, che di fatto gli regalava ogni dì orizzonti infiniti e tanti venti diversi; tutto questo lo faceva sentire come in volo, immerso dentro quel cielo azzurro e nitido, che ha quasi sempre un’isola.
Come un pilota di aerei gli piaceva guardare molto avanti al suo naso, e il suo gioco preferito, fatto di nascosto, era quello che con le braccia aperte imitava un aereo da caccia, simulando virate pazzesche, tremendi atterraggi d’emergenza e acrobatici combattimenti aerei.
Tanto che un giorno, in uno dei molteplici sentieri di campagna che giornalmente percorreva, gli capitò di incontrare tra le sue giravolte aeree un asino e un grillo.
Entrambi stavano discutendo animatamente dietro un muretto a secco, tanto che non si accorsero della presenza del ragazzo: l’asino affermava che, se nella vita volevi essere qualcuno, bisognava studiare molto, mentre il grillo, con le antenne ben tese spiegava al suo caro amico che sarebbe stato tutto inutile.
Tale sacrificio per tanto studio avrebbe causato una gran perdita di tempo e quindi niente più giochi e divertimenti.
Alla fine della diatriba, i due amici si lasciarono in malo modo e cioè che l’asino avrebbe lasciato l’isola per andare a vivere nella grande città, studiare e magari vincere un concorso.
Mentre il grillo scuotendo ripetutamente il capo in senso di diniego, inveiva con fermezza verso l’amico asino, rimproverandolo di caricarlo a sua volta del peso di tutti i problemi dell’isola.
Pietrificato dallo stupore per ciò che aveva visto e sentito, l’unica cosa che riuscì a fare fu quella di spalancare gli occhi, e fu così che tutto in una volta il ragazzo vide il proprio futuro.
Capì che non era più il tempo di giocare e sognare, ma quello di usare le braccia per tenere i libri in mano, gli occhi per leggerli e la mente per comprenderli.
Fu così che il ragazzo tornò, dopo tanto tempo, sull’isola ma da adulto, pieno di esperienza e conoscenza, pronto a risolvere i problemi della sua terra ma non come farebbe un asino o un grillo o un ragazzino, bensì come farebbe un uomo.
Pietro Fiorito

Una risposta

  1. Mi vien da pensare al vecchio adagio “A lavar la testa agli asini si spreca tempo, acqua e sapone”. Pensa poi ai grilli! Meno male che qui si parla anche di esseri umani…

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