Ustica sape

Giro dell’Isola con l’asino


Nuccio, a chi appartiene quest’asino e cosa ha vinto? Grazie

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COMMENTO:

Da Palermo Mario Oddo

A questo punto la qualifica di “riconoscitore ufficiale degli scecchi di Ustica” non te le toglie nessuno; complimenti veramente senza ombra di ironia ! incredibile la facilità con cui inquadri anche quest’ asino isolano e ne illustri con dovizia di particolari il “curriculum vitae”. Da quel che leggo Mpardatu è stato indubbiamente un fenomeno sconosciuto ai più. Provo a rivisitarne le virtù: funzione “multiuso” versione animale del moderno elettrodomestico; come è stato scritto “fu visto anche volare”, grazie a lui la tanto derisa credulità popolare si è preso una storica rivincita e sul finire anche insolito “modello” per le fortune di un pittore; e come se non bastasse, l’apoteosi: un momento di sofferenza in cui fonde stoicismo e paradosso, quando, ironia della sorte, si ritrova “asino con la febbre…da cavallo “. Grande ‘Mpardatu e sopratutto grazie Nuccio per avercelo fatto conoscere … altro che Ribot !

Mario

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Dalla California Agostino Caserta

Questo bel soggetto e’ appartenente alla famiglia degli equidi della razza di Martina Franca; asino multiuso : qualche volta fu visto anche “volare”, fu impiegato per un breve tempo in aiuto degli Alpini sulle vette delle Dolominti, dove un giorno “marco’ visita” perche’ aveva una febbre da cavallo, terminato questo incarico divento’ uno dei modelli di un noto Pittore Locale , imparentato indirettamente con il ” Pantesco” della settimana scorsa che apparteneva a “Tatagna” , questo esemplare faceva parte della scuderia di “Tramontana”, dove ebbe i natali e gli fu dato il nome di ” Mpardatu” e nella mostra di pittura e arti figurative del 1961 ” Il giro ( dell’isola ) ” in rimonta e sul filo di lana, si classifico’ al primo posto.

Nuccio

3 risposte

  1. Questo bel soggetto e’ appartenente alla famiglia degli equidi della razza di Martina Franca; asino multiuso : qualche volta fu visto anche “volare”, fu impiegato per un breve tempo in aiuto degli Alpini sulle vette delle Dolominti, dove un giorno “marco’ visita” perche’ aveva una febbre da cavallo, terminato questo incarico divento’ uno dei modelli di un noto Pittore Locale , imparentato indirettamente con il ” Pantesco” della settimana scorsa che apparteneva a “Tatagna” , questo esemplare faceva parte della scuderia di “Tramontana”, dove ebbe i natali e gli fu dato il nome di ” Mpardatu” e nella mostra di pittura e arti figurative del 1961 ” Il giro ( dell’isola ) ” in rimonta e sul filo di lana, si classifico’ al primo posto.

  2. Caro Nuccio

    A questo punto la qualifica di “riconoscitore ufficiale degli scecchi di Ustica” non te le toglie nessuno; complimenti veramente senza ombra di ironia ! incredibile la facilità con cui inquadri anche quest’ asino isolano e ne illustri con dovizia di particolari il “curriculum vitae”. Da quel che leggo Mpardatu è stato indubbiamente un fenomeno sconosciuto ai più. Provo a rivisitarne le virtù: funzione “multiuso” versione animale del moderno elettrodomestico; come è stato scritto “fu visto anche volare”, grazie a lui la tanto derisa credulità popolare si è preso una storica rivincita e sul finire anche insolito “modello” per le fortune di un pittore; e come se non bastasse, l’apoteosi: un momento di sofferenza in cui fonde stoicismo e paradosso, quando, ironia della sorte, si ritrova “asino con la febbre…da cavallo “. Grande ‘Mpardatu e sopratutto grazie Nuccio per avercelo fatto conoscere … altro che Ribot !

    Mario

  3. A me quello che interessa personalmente non é assolutamente l’asino ma mio padre che in questa foto era molto giovane. Il riconoscimento degli asini lo lascio alle persone che si intendono di equini. A parte gli scherzi, nel vedere questa foto, mi sembra quasi impossibile vedere Masino Martucci in groppa ad un asino, figurarsi se doveva fare il giro dell’isola, poichè non aveva affatto dimestichezza con gli asini o i cavalli, mentre riusciva a cavalcare e dominare molto bene i cavalli motore dei mezzi meccanici. Sicuramente avere cavalcato un asino sarà stato in un momento di follia, di euforia o, semplicemente, per il piacere di una foto ricordo. G.nni Martucci

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