Porgo innanzitutto un caloroso saluto alle presenti Autorità militari, civili, religiose, a tutti voi Cittadini ed in particolare a voi ragazzi così numerosi presenti, in rappresentanza delle scuole.
L’obelisco nel quale abbiamo appena posto la Corona di alloro è stato realizzato dai nostri predecessori a futura memoria: in tale obelisco vi sono scritti i nomi dei nostri Concittadini morti nella 2a guerra mondiale del 1940-1945 e nella battaglia di Lissa del 1866.
Oggi 4 Novembre è il giorno della memoria; siamo qui per ricordare doverosamente la ricorrenza della vittoria nel primo conflitto mondiale con la quale l’Italia nel 1918 completò l’unità nazionale iniziata con il Risorgimento.
La ricorrenza celebra, di fatto, l’unità nazionale rendendo omaggio al valore e alla dedizione, nel nome della Patria, delle Forze Armate che costituiscono indispensabile baluardo della nostra Repubblica – Forze Armate – che ogni giorno lavorano, si sacrificano affinché tutti noi possiamo vivere e lavorare nella più ampia sicurezza personale e territoriale.
La data si riferisce ad un capitolo importante della Storia Italiana: la commemorazione della vittoria nella Grande Guerra del ‘15-’18, e che oggi abbraccia il ricordo di tutte le guerre.
E’ doveroso ricordare il sacrificio di tanti giovani uomini e donne ed il dolore delle loro famiglie.
Significa, quindi, ascoltare il simbolico richiamo ad un passato che non dobbiamo dimenticare, traendo dal ricordo un insegnamento profondo ed importante.
Quanto accaduto allora ci rende evidente quanto la guerra, qualsiasi guerra, sia una esperienza da non ripetere.
Insegnamento che però è stato disatteso con altre guerre, quella nell’Ucraina e in questi giorni anche quella in Medio Oriente, guerre che hanno già fatto migliaia di vittime, compresi donne e bambini.
E’ evidente che dietro ad ogni guerra ci sono molti interessi geo-politici ed ancora oggi, purtroppo, anche ideologici/religiosi con tutte le implicazioni economiche mondiali che ne conseguono.
Quindi la guerra, qualsiasi guerra, non può mai essere giusta e non è mai stata e mai lo sarà un mezzo valido per sanare i conflitti umani e per risolvere i problemi.
Questa di oggi é occasione per rendere un commosso omaggio alle Forze Armate sempre memori dei tanti uomini in divisa ma anche della popolazione civile coinvolta dall’evento dentro e fuori le zone di guerra che sacrificarono nel corso di quel cruento conflitto la loro vita in nome di un profondo ideale: la libertà.
Onorare la festa del 4 novembre significa riconoscere il sacrificio di quegli uomini che con coraggio hanno vestito, e che anche adesso indossano fieramente, le divise dell’Esercito, della Marina, dell’Aeronautica e dell’Arma dei Carabinieri.
Significa esprimere la nostra gratitudine a coloro che hanno pagato con la vita per quei diritti di libertà e democrazia di cui noi, oggi, godiamo.
Anche la nostra piccola isola ha pagato un costo in termine di vite umane, combattenti caduti in tutte le guerre nell’adempimento del proprio dovere; i loro nomi sono incisi a perenne memoria nel marmo del nostro Monumento e non meno impressi rimangono nel nostro cuore.
Significa ascoltare il simbolico richiamo ad un passato che non dobbiamo dimenticare, traendo dal ricordo un insegnamento profondo e importante.
In questo triste e doloroso periodo che stiamo attraversando a causa delle guerre con perdite di vite umane e dei danni di vari centri abitati colpite dal cattivo tempo (sia in Italia che in Spagna), è doveroso mettere in rilievo l’abnegazione e il senso del dovere oltre che delle Forze Armate, anche dei Vigili del Fuoco che aiutano molte persone in difficoltà e non di meno conto è il lavoro che stanno svolgendo i Gruppi di volontari e della Protezione Civile.
Sono momenti difficili nei quali però emerge lo strettissimo legame che unisce queste figure a tutti noi. Sono i valori della solidarietà, della condivisione del sacrificio nelle difficoltà, dell’aiuto a chi soffre o è in pericolo: sentimenti che sono profondamente radicati nella nostra gente.
Vorrei ricordare, infine, l’importanza del “Milite Ignoto” e di cosa rappresenta questo nostro luogo.
Il Milite Ignoto è il simbolo che segnò il passaggio dalla celebrazione della vittoria, all’elaborazione del lutto collettivo e alla sacralizzazione del culto dei caduti. La salma del “Milite ignoto” fu scelta da una donna (Maria Bergamas) che aveva perso il figlio durante la guerra.
Di fronte a undici bare senza nome, ne scelse una che rappresentava non solo suo figlio Antonio, ma tutti i figli delle madri d’Italia che avevano subìto le conseguenze devastanti di quella tragedia bellica.
Il “Milite Ignoto” diventò così la celebrazione di un “lutto di massa” e fu scelto per incarnare la memoria di tutti coloro che erano caduti durante la prima guerra mondiale.
Concludendo la festa delle Forze armate e la commemorazione ai Caduti per la Patria, voglio affidare una mia riflessione ai giovani di questa piccola ma splendida Isola, affinché le parole, i significati ed i contenuti di questa giornata possano indurli alla ricerca di un coinvolgimento e di un impegno civile, sociale e politico improntato nella giustizia e nella legalità, rafforzando l’amore per la nostra isola e per la Patria.
W le Forze Armate! … W la Repubblica!