Le voglio raccontare un episodio che ha visto protagonisti, Padre Carmelo ed io. L’organo è uno strumento musicale che ha segnato la mia vita. Fin da piccolo, entrando nelle chiese rimanevo affascinato da quelle lunghe e luccicanti canne e dal suono ora dolce, ora maestoso. Cominciai a studiare musica in seconda media e tutte le volte che entravo in una chiesa ho sempre avuto la tentazione di sedermi all’organo e suonare ma ogni volta era una lite col parroco. Questo accadeva anche fuori dal mio paese, a Palermo, a Caltanissetta, a Ragusa ecc. Per i poveri parroci ignoranti, l’organo è come una centrale nucleare dove soltanto mani esperte (che sciocchi) possono toccare. Un giorno, entrando per la prima volta in chiesa a Ustica, subito lo sguardo cercò d’ov’era ubicato l’organo, un piccolo ma bellissimo strumento. La chiesa era vuota, mi sedetti, accesi l’organo e iniziai a suonare, dopo qualche minuto, entrò in chiesa padre Carmelo e subito pensai che finisse con una lite come le altre volte con altri parroci, io smisi di suonare ma il buon padre Carmelo, mi accarezzò la testa e mi disse sorridendo di continuare. Ebbene, sembra una cosa banale ma lui dimostrò in quell’occasione di essere un grande uomo e tutti dovrebbero prendere esempio da lui. Ritornai altre volte a suonare il piccolo organo ma dopo trent’anni, nel 2006, entrai di nuovo in chiesa e mi resi conto che quel gioiellino non funzionava più.
Oggi, ho appreso con piacere che l’organo è stato restaurato e quanto prima ritornerà al suo posto per allietare, con le sue melodie la bella chiesa di Ustica.
Che peccato! Qualcuno
Sig. Bertucci la saluto
cordialmente