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Cerimonia intitolazione Caserma dei Carabinieri a Luigi Martin – Sabato 17 Marzo


COMUNE di USTICA

La cerimonia di intitolazione della locale caserma dei carabinieri alla Medaglia d’Argento Luigi Martin, è prevista ad Ustica per il prossimo 17 marzo, giorno del 151 anniversario della nascita dell’Italia,.

L’evento in un primo momento era stato fissato per lo scorso sei novembre, ma era stato successivamente rinviato per problemi organizzativi. Ma questa, tempo permettendo, dovrebbe essere la data definitiva.

E’ quanto è emerso dall’incontro tra il Generale dell’Arma , Teo Luzi, il colonnello Giuseppe De Riggi ed il sindaco di Ustica, Aldo Messina.

Il generale Luzi ha sottoposto al Sindaco il programma di massima della manifestazione.

Il Generale Riccardo Amato, il Generale Teo Luzi, il Colonnello Giuseppe De Riggi ed il capitano Christian Angelillo inviteranno alla cerimonia il Comandante del 37 Stormo-Trapani Birgi-, il Comandante Regionale e quello Provinciale della Guardia di Finanza, il Comandante della Capitaneria di Porto e dei Vigili del Fuoco di Palermo, il Prefetto, il Questore, Il Presidente del Tribunale, il Presidente della Corte D’Appello ed Il Procuratore Generale. Tra le cariche politiche l’Assessore regionale Giosuè Marino( che da Prefetto portò avanti, con il sindaco Messina, la realizzazione della caserma) ed il presidente della Provincia, Giovanni Avanti.

L’amministrazione Comunale usticese provvederà a coinvolgere i sindaci e le altre autorità politiche della Provincia.

Le cariche istituzionali giungeranno sull’isola alle 10.00 con Aliscafo Ustica Lines, che eccezionalmente quel giorno partirà da Palermo alle ore 8.00, accolti dalle autorità locali. Si trasferiranno, utilizzando bus dell’Arma che giungeranno sull’isola il giorno prima, al Palazzo Comunale dove incontreranno, tra gli altri, il Presidente del Consiglio, i consiglieri, il segretario comunale ed i Funzionari del Comune. Seguirà un breve rinfresco di benvenuto.

Le autorità si recheranno al cimitero ove con un omaggio floreale renderanno onore alla tomba di Luigi Martin.

Alle 11.00, avrà luogo la cerimonia d’intitolazione con scopertura della lapide e benedizione della stessa celebrata Parroco, Monsignor Raffaele Mangano, e Padre Andrea Matinez Racioner.

Successivamente, alla presenza dei Cittadini, della scolaresca, delle autorità e del Picchetto d’ onore dell’Arma dei Carabinieri, la figlia del Maresciallo Martin, la centounenne Amelia, sarà invitata a ricordare la figura del padre e la banda suonerà l’inno nazionale . Quindi il cittadino Mario Oddo, nipote di Luigi Martin, donerà la sciabola del valoroso maresciallo alla Stazione dei Carabinieri di Ustica.

Durante la cerimonia verrà distribuito un pieghevole commemorativo del Maresciallo Luigi Martin, stampato a Cura dell’Arma, con la sua foto e la storia del decorato Carabiniere, in massima parte tratta dal volume, edito dal Centro Studi Isola di Ustica,”Ustica s’inabisserà”.

Seguirà la visita all’interno della stazione dei Carabinieri ove verrà posta una seconda lapide commemorativa.

Quindi aperitivo rinforzato, giro dell’isola con i Bus dell’Arma e partenza prevista per le ore 14.30

Come in ogni manifestazione organizzata ad Ustica, al fine di valutare al meglio le condizioni meteo, la conferma definitiva della Cerimonia sarà data cinque giorni prima del 17 marzo

IL SINDACO
Dr Aldo Messina

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NOTE BIOGRAFICHE SUL

MARESCIALLO MAGGIORE DEI CC LUIGI MARTIN,

UN ITALO-FRANCESE NATURALIZZATO A USTICA

(A cura del nipote Franco Foresta Martin, in occasione dell’intitolazione della Stazione dei Carabinieri di Ustica al nome del Nonno,  Ustica,  marzo 2012)

 

 

 

Louis Jean Baptiste Martin, Luigi in Italia,  nacque a Septèmes-les Vallons, Marsiglia, in Francia,  il 28 aprile 1874 da Joseph Antoine Martin e da Diana Amélie.

Quel poco che si sa dell’infanzia e della gioventù di Luigi Martin è stato riferito dalla figlia maggiore Amelia (vivente, dell’età di 101 anni alla data di compilazione di queste note biografiche):

“Lui stesso ci raccontava –ricorda Amelia- di essere rimasto orfano dei genitori giovanissimo, con due fratelli poi emigrati negli Stati Uniti. Egli ebbe un’altra sorte e subito dopo la morte dei genitori, fu adottato e portato in Italia da uno zio prete italiano, che risiedeva ad Avellino, in Campania. Dunque i Martin avevano parenti stretti in Italia”.

“Lo zio prete lo fece studiare e, alla maggiore età, lo esortò ad arruolarsi nell’Arma dei Carabinieri –riferisce ancora Amelia-. Non so esattamente quando Papà fu trasferito alla stazione dei carabinieri di Ustica, ma deve essere stato nei primi anni del ‘900, perché egli ci raccontava che, poco dopo il suo arrivo nell’isola, si verificarono diverse scosse di terremoto che costrinsero molti usticesi a rifugiarsi a Palermo e che lui dovette gestire, con le altre autorità, questa difficile emergenza. Il terremoto di cui ci parlava Papà risale al 1906. Più o meno in quello stesso periodo, Papà conobbe la sua futura moglie Maria Bertucci, che allora aveva 17 anni; mentre lui, che era 14 anni più vecchio, ne aveva 31. Qualche anno dopo, nel 1909, si sposarono”.

Dalle cronache di alcuni giornali, fra cui: Corriere della Sera, Giornale di Sicilia,  L’Ora, e soprattutto dalle carte della Prefettura custodite all’Archivio di Stato di Palermo, si ha la conferma che l’allora brigadiere dei Carabinieri Luigi Martin si trovava a Ustica, con la carica di Direttore della Colonia dei Coatti e Delegato di Polizia, nella primavera del 1906, quando l’isola fu investita da una sequenza sismica con terremoti di piccola e media intensità che non provocarono vittime ma misero a dura prova il fragile impianto edilizio dell’isola, causando lesioni e crolli. Lo stesso edificio che ospitava la caserma del CC fu dichiarato pericolante dai tecnici del Genio Civile venuti da Palermo e dovette essere sgomberato con grande rammarico di Martin, il cui ufficio fu temporaneamente ospitato nella sala consiliare del Municipio, allora situato nella piazza principale del Paese.

In quella difficile emergenza Martin assunse anche il ruolo di artefice di quella che oggi definiremmola Protezione Civile locale, comunicando direttamente al prefetto, attraverso il telegrafo, ogni fase dell’evolversi della crisi sismica; sollecitando l’invio nell’isola di tecnici e geologi, di soccorsi e di rinforzi attraverso le navi della Regia Marina; portando conforto casa per casa agli abitanti impauriti;  vigilando con maggior attenzione sui circa 600 condannati al confino, che reclamarono e ottennero l’apertura dei cameroni in cui erano condannati a restare reclusi durante le ore della notte. Infine, Martin coordinò le operazioni di esodo dall’isola, quando il Prefetto di Palermo Francesco De Seta, decise di fare evacuare la maggior parte degli abitanti.

A conclusione della crisi sismica, il 13 maggio del 1906, quando l’isola ricevette l’inaspettata e gradita visita del Re Vittorio Emanuele III e della Regina Elena, il brigadiere Luigi Martin, che era di vedetta nella piccola Cala Santa Maria, principale approdo dell’isola,  fu il primo a rendersi conto del non preannunciato arrivo dello yacht reale Trinacria e ad andargli incontro con una piccola imbarcazione per accogliere degnamente i Sovrani.  E fu ancora Martin a raccogliere dalle mani del Re e a consegnare subito al sindaco, la somma di duemila lire destinata ad alleviare i bisogni della popolazione a causa della grave crisi economica provocata dal terremoto.

In quello stesso anno, come risulta dal Bollettino ufficiale dei Carabinieri Reali del 15 giugno 1906 (5a dispensa), l’Arma dei Carabinieri attribuì un encomio solenne a Martin e ai suoi uomini perché “gareggiarono di filantropia riuscendo a infondere coraggio alla popolazione non senza fatica e pericolo”.

            Qualche anno dopo, Luigi Martin si trovò impegnato in un ruolo amministrativo di grande responsabilità, del tutto diverso da quello suo abituale. Tra il 1908 e il 1909 nella popolazione usticese cresceva il malcontento per le gravi condizioni igieniche e sanitarie in cui versava l’isola e un gruppo di cittadini si era  rivolto direttamente al Prefetto per protestare. A questo si era aggiunta una paralisi amministrativa per dissidi interni alla giunta comunale, con pesanti accuse di irregolarità.

Come risulta da documenti depositati all’Archivio di Stato, il Prefetto di Palermo, dopo lunga riflessione,  sciolse la giunta comunale e nominò Luigi Martin Commissario Prefettizio col compito di placare gli animi e redigere un Regolamento di Polizia Urbana del Comune di Ustica. Nel comunicare al Prefetto di essersi insediato nel nuovo ufficio e di trovarsi alle prese con numerose emergenze, Martin scriveva fra l’altro: “Appena preso possesso delle mie funzioni di Commissario Prefettizio ho impiegato subito le mie deboli forze per far cessare gli sconci più gravi lamentati dall’intera cittadinanza e cioè: urgenti riparazioni alle strade dell’abitato divenute in molti punti impraticabili; divieto di spandere acque impure e immondizie sulle vie e piazze divenute veri fomiti d’infezioni; riparazioni urgenti alle scuole mancanti di vetri alle finestre e con le latrine divenute inutili all’uso perché non spurgate da molti anni ed esalanti miasmi pestilenziali. Nella occasione ho fatto pure dal sanitario visitare accuratamente tutti i fanciulli e le fanciulle, essendosi in questi ultimi giorni sviluppati tre casi di morbillo, due dei quali seguiti da morte”.

In soli tre mesi, nella sua veste di Commissario Prefettizio, Martin elaborò e fece approvare un regolamento comunale  che dettava le regole da seguirsi in campo alimentare, sanitario, di gestione delle risorse idriche e delle acque reflue, di circolazione, eccetera, col proposito di rimuovere le cause del degrado nell’abitato di Ustica. Il documento, formato da 35 pagine manoscritte, suddiviso in 15 capitoli per un totale di 95 articoli è una testimonianza preziosa per rendersi conto dei problemi della vita quotidiana a Ustica agli inizi del Novecento e si distingue anche per il linguaggio elegante e forbito con cui è scritto, che denota una perfetta padronanza dell’italiano, ammirevole in un individuo che ha trascorso i primi anni della sua vita e della sua formazione in un piccolo villaggio della Francia.

Negli anni successivi Luigi Martin proseguì la sua carriera nell’Arma dei Carabinieri venendo assegnato a diverse sedi fuori di Ustica, come è testimoniato indirettamente dagli atti di nascita della sua numerosa prole: ben nove figli! Così Amelia, la primogenita (1910) nasce a Crocetta Trevigiano; Giuseppe (1912, unico maschio morto alla nascita) e Carolina (1914) nascono a Palagonia;   Elena (1916) e Giuseppina (1918) a Licodia Eubea; Angelina (1920) a Novara di Sicilia; Matilde (1922) a Canicattì; Rosa (1929, morta poco dopo la nascita) e Venere (1931, ultimogenita) nascono a Ustica.

Proprio mentre si trova nell’Agrigentino Martin si distinse per un’azione eroica durante un conflitto a fuoco. Il 7 novembre 1920, a Naro, quattro rapinatori di bestiame, colti sul fatto dagli allevatori, si asserragliano in una casa colonica e minacciano gli abitanti con le armi. Vengono informati i Carabinieri. Accorrono un ufficiale, il maresciallo maggiore Luigi Martin e altri tre sottufficiali. All’intimazione di resa i quattro malviventi rispondono con colpi d’arma fuoco, a cui i carabinieri rispondono prontamente. Il conflitto a fuoco si protrae per venti minuti, a conclusione dei quali i carabinieri irrompono nella cosa colonica e costringono i malviventi alla resa, assicurandoli alla giustizia.

Per questa azione il Re, con suo decreto del 5 marzo 1922, conferì a Luigi Martin la medaglia d’argento al valor militare con la seguente motivazione:

Accorso col proprio Ufficiale, ove erasi impegnato grave conflitto a fuoco fra quattro malviventi asserragliati in una casa colonica con alcuni contadini che tentavano di recuperare due muli rapinati, rispose animosamente al fuoco dei malfattori stessi per circa venti minuti. Poscia, sprezzante del pericolo, insieme al proprio Ufficiale ed altri tre militari, forzava la porta della casa in cui trovavansi i ribelli irrompendovi arditamente e riuscendo a catturarli tutti prima che questi potessero reagire con le armi che impugnavano”.  Naro (Girgenti), 7 novembre 1920”.

Conclusa la sua lunga carriera nell’Arma dei Carabinieri Luigi Martin scelse Ustica, cui ormai era indissolubilmente legato, come luogo di residenza sua e della sua numerosa famiglia. Di uno straniero che prende la cittadinanza italiana e assume il nostro Paese come luogo di residenza definitiva si suole dire che è naturalizzato italiano. Di Luigi Martin si può piuttosto affermare che fu naturalizzato usticese.

Morì il 31 ottobre del 1945, nella sua casa di via Refugio a Ustica, stretto dall’affetto della moglie, delle figlie e dei nipoti. Riposa nel piccolo cimitero di Ustica, in una cappella di famiglia intestata al suo nome che si affaccia sul mare di Cala del Camposanto.

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COMMENTO:

Da Palermo Il Sindaco Aldo Messina 

La dottoressa Rosaria Barresi, dirigene generale dell’assessorato regionale agricoltura e pesca, ha risposto positivamente all’invito del sindaco di partecipare all’intitolazione della Caserma dei Carabinieri di Ustica al Maresciallo Luigi Martin.

“La sua presenza è un onore per la nostra isola e molti nostri concittadini avevano espresso il desiderio di poterla conoscere e , perchè no?, iniziare con lei un dialogo propositivo. Sarebbe triste se, ancora una volta, il maltempo mortificasse questi preparativi”

 

Una risposta

  1. La dottoressa Rosaria Barresi, dirigene generale dell’assessorato regionale agricoltura e pesca, ha risposto positivamente all’invito del sindaco di partecipare all’intitolazione della Caserma dei Carabinieri di Ustica al Maresciallo Luigi Martin.
    “La sua presenza è un onore per la nostra isola e molti nostri concittadini avevano espresso il desiderio di poterla conoscere e , perchè no?, iniziare con lei un dialogo propositivo. Sarebbe triste se, ancora una volta, il maltempo mortificasse questi preparativi”

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