Centro Studi: “Risposta multipla ad alcuni interventi di amici e conoscenti”


Vorrei approfittare dell’ospitalità di Usticasape per una risposta multipla ad alcuni interventi di amici e conoscenti che mi chiamano in causa in qualità di presidente del Centro Studi.

Innanzitutto continuo l’utile dialogo iniziato con la Signora Gabriella Bertacci.

Io non ho competenza né informazioni certe sullo stato delle strutture scolastiche di Ustica: di qui la mia ritrosia ad affrontare l’argomento, poiché sono abituato a intervenire quando possiedo elementi di conoscenza e giudizio ben fondati. So, per averlo appreso da alcune mamme giustamente preoccupate, che la scuola dell’infanzia è stata interrotta a più riprese a causa dell’inagibilità dei locali; e che problemi di inadeguatezza delle aule esistono anche per la scuola media. Certo, addolora sentire che, alle legittime richieste di informazioni sulla sicurezza dei locali, avanzate da lei e da altri genitori, non siano state fornite soddisfacenti risposte.

Se posso dare un consiglio, io ritengo che questioni di tale portata e importanza debbano essere poste per le vie formali e per iscritto, presso gli Organi Collegiali scolastici. I rappresentanti dei genitori, in quelle sedi, se non lo hanno già fatto, potranno presentare le richieste di verifiche tecniche; l’Amministrazione, nel rispetto delle leggi sulla trasparenza degli atti, avrà l’obbligo di dare risposte soddisfacenti. Ovviamente questo è il primo passo per cercare, poi, le soluzioni dei vari problemi. Certe volte è difficile risolvere i problemi nella maniera corretta proprio perché mancano gli elementi di giudizio certi.

Passando alla questione della sede del Centro Studi, vorrei innanzitutto osservare che essa è balzata agli onori delle cronache, non certo perché sia più rilevante delle sedi scolastiche, ma per la stima che la nostra Associazione ha conquistato presso istituti di ricerca e di cultura con cui collabora in Italia e all’estero, e per la corale meraviglia che ha suscitato una così brusca e unilaterale interruzione della collaborazione a suo tempo stabilita con noi dall’Amministrazione Comunale. A questo proposito ringrazio tutti i numerosi intervenuti per i messaggi di solidarietà ricevuti.

Rispondendo anche ad alcune osservazioni della Signora Maria Clara Natale, vorrei poi sfatare una convinzione infondata: che il Centro Studi sia moroso per il mancato pagamento delle bollette della luce. Il fatto è che 2006, quando abbiamo ottenuto, con nota scritta e protocollata, l’uso dei locali comunali in cambio dell’organizzazione di mostre e attività culturali connesse, non era previsto a nostro carico il pagamento di oneri, né di affitto né di utenze. Da allora ad oggi, onorando l’impegno assunto, abbiamo organizzato non solo una mostra l’anno, valorizzando la storia e l’ambiente di Ustica, ma anche più di cento eventi culturali di vario genere, tutti aperti al pubblico (conferenze, incontri con Autori, visite guidate, escursioni, attività didattiche, concerti, eccetera), senza mai chiedere un soldo al Comune, ma con i soli mezzi che ci vengono dalle quote sociali. A chi fosse sfuggito l’elenco completo di queste attività, segnalo l’allegato alla mia lettera di risposta al sindaco del 9 gennaio scorso, che si trova anche su questo sito. A chi avrà la pazienza di leggerlo, lascio la valutazione se l’affidamento dei locali del Vecchio Municipio al Centro Studi, per attività culturali che valorizzino Ustica, sia stato un investimento giusto o sbagliato.

Dato che, nel frattempo (intendo dal 2006 a oggi), sono intervenuti dei cambiamenti e l’Amministrazione ha deciso nuove regole per gli immobili comunali dati in uso a vario titolo (non solo al Centro Studi), io mi sarei aspettato che qualcuno, a mezzo di un’altra comunicazione ufficiale che revocava la precedente, ci avesse prospettato le nuove condizioni, più o meno onerose, da rispettare. In questo modo noi del Centro Studi avremmo deciso se potere sostenere l’impegno economico o no. Insomma, prima dell’invito a noi rivolto dall’Amministrazione comunale a cessare le attività e uscire dai locali, avrei gradito un passaggio intermedio meno traumatico, nel rispetto dell’impegno profuso dal Centro Studi e dai suoi Soci in tutti questi anni.

Ed ora, rispettando l’ordine cronologico, passo a rispondere all’amico Angelo Longo, che mi chiede spiegazioni sul mio silenzio ai tempi della petizione del 2001 sulla tutela dell’immobile del Vecchio Municipio.

Pur essendo, allora, pienamente convinto della necessità di non alienare quella sede storica, simbolo della faticosa costruzione, da parte dei nostri avi, della Universitas usticese (e ricordo a tal proposito il precedente e opportuno appello degli ex sindaci Ailara, Calì, Gargano e Longo), io ritenevo che la sua cessione pro tempore all’Area Marina Protetta, per ospitare il Centro Ambientale Marino (in pratica una scuola di formazione) fosse un nobilissimo impiego, niente affatto in conflitto con i propositi di conservazione, tutela e destinazione ad uso culturale dell’immobile. Per questo motivo, e per non suscitare polemiche, che inevitabilmente avrebbero coinvolto anche il Centro Studi, dato che è difficile separare le proprie personali opinioni da quelle dell’istituzione che si rappresenta, io mi astenni dal manifestare la mia opinione.

Poi, come è ben noto, le sorti dell’AMP sono purtroppo precipitate e del Centro Ambientale Marino non se ne fece nulla. Noi come Centro Studi eravamo ospitati nei locali del Fosso e, quando iniziarono i lavori per la sistemazione del nuovo Museo Archeologico, l’Amministrazione, generosamente, ci offrì la possibilità di passare nei locali del Vecchio Municipio, rimasti vuoti e abbandonati dopo la ristrutturazione.

Ora sono io, caro Angelo, a rivolgerti una domanda. Ritieni che la nostra presenza e attività in questi anni abbia rispettato o no lo spirito della vostra petizione del 2001 che il Vecchio Municipio fosse conservato “come luogo depositario della memoria storica della cittadinanza?”.

Una considerazione finale desidero riservare a un tema di fondo che emerge nei tempi difficili, come quelli che stiamo attraversando. Esiste uno spazio per la cultura, quando incombono più gravi preoccupazioni? Si potrebbe facilmente osservare che, a fronte della valanga di emergenze che affliggono Ustica: trasporti, energia, rifiuti, scuola, calo delle presenze turistiche, crisi della pesca, eccetera, la cultura sia un lusso che non possiamo permetterci e che non valga la pena dedicarci tempo ed energie.

Certamente, in tempi di pesante crisi economica, un’amministrazione accorta deve stabilire priorità d’interventi e fare fruttare al meglio i suoi beni. Ma non bisogna nemmeno ragionare in termini puramente contabili, di convenienza economica, che finiscono con l’innescare meccanismi al ribasso in tutto il panorama usticese, rendendo l’isola sempre meno attraente agli occhi di tutti: sia di quelli che ci abitano, sia di quelli che ci vengono in vacanza o per ritrovare le proprie radici.

La mia opinione è che la valorizzazione delle risorse culturali e naturali di Ustica, nonostante le difficoltà del momento, rappresenti un investimento sicuramente redditizio per il futuro, che contribuirà a migliorare la visibilità dell’isola e a rafforzare il suo indubbio fascino.

Franco Foresta Martin

^^^^^^^^^^^

COMMENTO

Da Ustica Gabriella Bertacci

Signor Martin,

grazie per aver risposto e per aver considerato utile il nostro dialogo.
Mi fa molto piacere ricevere consigli, ed accetto ben volentieri quello che lei scrive, per me è motivo di crescita.
La documentazione sulle “strutture scolastiche” è già partita per la procura, senza scavalcare l’amministrazione comunale e l’istituto comprensivo.
Non voglio parlarne qui, il periodo è troppo delicato.
Per me le scuole non sono un fatto politico.
Continuerò questo percorso con o senza il consenso di altri.
La ringrazio per il tempo. 

Cordiali saluti
Gabriella Bertacci – Una voce libera

^^^^^^^^^^

Da Ustica Angela D’Angelo

Grazie per la risposta Ricca, Completa e Comprensibile!!!

^^^^^^^^^^^^

Da Arch. Angelo Nicosia

Ben detto!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

 

 

 

4 risposte

  1. Signor Martin,
    grazie per aver risposto e per aver considerato utile il nostro dialogo.
    Mi fa molto piacere ricevere consigli, ed accetto ben volentieri quello che lei scrive, per me è motivo di crescita.
    La documentazione sulle “strutture scolastiche” è già partita per la procura, senza scavalcare l’amministrazione comunale e l’istituto comprensivo.
    Non voglio parlarne qui, il periodo è troppo delicato.
    Per me le scuole non sono un fatto politico.
    Continuerò questo percorso con o senza il consenso di altri.
    La ringrazio per il tempo.

    Cordiali saluti

    Gabriella Bertacci – Una voce libera

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