Non dovrebbe esserci bisogno di scomodare Ugo Foscolo per condividere la frase che legge chi si accinge ad entrare alle porte del Cimitero di Ustica: “La civiltà dei popoli si riconosce dal culto dei morti”.
Eppure, facendo “un giro” tra le tombe dei defunti ciò che più salta all’occhio sono erbacce e piante incolte, cumuli di macerie ammassate in vari angoli e persino la dimora di un pericoloso e aggressivo nido di vespe nella cappella dove è sepolto Padre Carmelo.
Insomma, sembrerebbe tutt’altro che un “Campo Santo”, luogo di culto e di ricordo dei propri cari defunti.
Chissà, mi viene da pensare, cosa direbbero i nostri cari se solo potessero ancora parlare visto il trattamento riservato loro…
Per quest’Isola sembra proprio non esserci pace: prima violentata nel centro storico con delle mostruose colate di cemento che hanno preso il posto di gradevole villette con fiori e palme.
Ora il degrado sembra essere arrivato persino dentro il cimitero.
Ma come si sa, al peggio non c’è mai fine!
Rosanna Iacona