Spett.le Ustica SAPE
c.a. Pietro Bertucci
E’ di questi giorni l’ennesima polemica tra chi vorrebbe dare legislativamente maggiori spazi di iniziativa alle forze dell’ordine, sollevandole da responsabilità in caso di eventi negativi e, talvolta, funesti, nell’eventualità di un uso a volta eccessivo del potere repressivo e chi, all’opposto, sostiene che la materia sia sufficientemente regolamentata e ritiene che aumentando le dotazioni di personale ed approfondendo l’addestramento si possa ottenere il risultato di migliorare il controllo dell’ordine pubblico senza comprimere o addirittura mettere a rischio le libertà individuali ed i diritti della persona.
Che c’entra Ustica, mi direte, con queste problematiche nazionali, di ordine generale?
Beh, in questi giorni non ho fatto altro che pensare a come venne fuori la notizia della tragedia del 9 agosto 2012, quando due ragazzini di Ustica perirono tragicamente annegando al porto (lo vogliamo chiamare porto?!?) di Cala Santa Maria, tentando di mettere in moto un’auto parcheggiata in divieto di sosta da 4/5 giorni, con le portiere aperte e la chiave d’accensione inserita sull’aletta parasole, da un vigile urbano in servizio per conto del titolare di un’autoscuola, cioè da soggetti che più di ogni altro erano titolati a conoscere ed applicare le norme del codice della strada dettate, peraltro, a tutela dell’incolumità delle persone.
All’indomani, sia l’allora comandante dei (altro…)