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APPRODI DELL’ISOLA: delucidazioni sulla fruibilità ed esercizio

Desidero rispondere all’amico Nuccio dalla California (che mi ha scritto una email personale sull’argomento) a riguardo la “portualità” (meglio gli approdi) dell’Isola in quanto ritengo non abbia le idee molto chiare ( e forse non solo lui) sulla fruibilità degli approdi e ciò non per colpe sue ma perché sull’argomento creiamo confusione senza mai affrontare il problema in maniera serio e definitivo.

Desidero farlo tramite il sito in modo che anche altre persone, fuori dall’Isola, abbiano dei chiarimenti in merito.

Voglio dire subito che non ho nessun “interesse particolare” nel prendere posizione su tale argomento se non quello di evitare disservizi solo a scapito della Comunità e dell’Isola dove viviamo e dove abbiamo, quasi tutti, investito nel suo futuro.

Non ci saranno “Ambientalisti” o “Altri” che con le loro ragioni, seppur condividibili, mi faranno accettare che l’Usticese debba “soccombere” per la tutela di un “patrimonio” che non rendiamo neanche fruibile; salvo poi, gli stessi, a lamentarsi quando restano bloccati o addirittura non riescano neanche a scendere sull’Isola.

Ma torniamo alle delucidazioni.

Sull’Isola abbiamo operativi 2 approdi:

1) Cala Santa Maria dotato dalla banchina “Taormina” (sotto Borzì per capirci), del molo Sailem ( la banchina dove attraccano aliscafi e catamarano) e la banchina “Ex Sirena” esterna al molo Sailem;

2) molo della località “Cimitero” che non è attrezzato per gli aliscafi e catamarano (questi non possono fisicamente attraccare ) e che è anche per la nave un approdo “mozzo” in quanto non vi è la possibilità di mettere dei cavi “sguardati” ( cavi di sopravento) che tengano ferma la poppa in banchina.

Tutti gli approdi esistenti, ad oggi, sono funzionanti ed a disposizione delle Unità in arrivo ad Ustica.

Il vero problema è che in determinate condizioni di vento e mare entrambi gli approdi diventano “inoperabili” per risacca, cosa che è successa la settimana scorsa e guarda caso anche oggi mentre ti scrivo ( la nave rientra a Palermo senza poter operare riportandosi tutti i Passeggeri indietro e lasciandone altri sull’Isola – prima si riusciva a scendere anche con le barche!).

Quindi appare evidente a tutti – e non bisogna essere un grande conoscitore del mare e dei suoi molteplici elementi per comprendere ciò, – che necessita un punto dell’Isola a ridosso da questi venti (ENE- E-ESE-SE-SSE): tale zona è quella dello Spalmatore dove il mare era praticamente piatto nei giorni in cui avevamo risacca nei 2 approdi –zona in cui, tra l’altro, 30 anni fa avevano iniziato un molo (Vedi articolo di S.re Compagno) –

Quindi, Nuccio, per tua corretta informazione il molo del Cimitero- situato a Nord dell’Isola – è funzionante ma non sempre operabile.

Ora, è statisticamente provato– salvo casi eccezionali come quest’anno – che, in inverno, i venti predominanti sono quelli provenienti da Ovest-Nord Ovest – Nord (tieni in mente ciò).

Il Sindaco ha espresso un parere negativo sull’argomento “scalo allo Spalmatore” che ancora non sappiamo se è un parere Suo personale o dell’Amministrazione Comunale e che è Sua intenzione “potenziare” quello del “Cimitero” (che le statistiche pongono a maggior rischio di mareggiate e che è interessato anche alla risacca in determinate condizioni) e quindi come vediamo non si risolve il problema dei collegamenti.

Allora mi chiedo: spendiamo altri soldi pubblici per non risolvere niente? Non credo sia una cosa giusta.

Mi viene alla mente la Cala Santa Maria per quello che vedo dalle vecchie fotografie: era una cala enorme con tanto “mare” a disposizione, davvero una cala dove era possibile fare (all’epoca) un “approdo unico” utilizzabile quasi in tutte le direzioni di vento e mare, un rifugio “sicuro” per le imbarcazioni dei pescatori e diportisti, oltre che un porticciolo turistico.

Si è cominciato col piede sbagliato e si è proseguito peggio. Ma recriminare oggi non serve:

– La banchina “Barresi” di fatto è un grande parcheggio di auto in estate con qualche imbarcazione che vi approda oltre i diving e non ha nessuna utilità per contrastare le mareggiate, e necessita della posa di altri massi flangi flutto;

– la banchina Sailem che è stata recentemente pavimentata necessita urgentemente della posa di nuovi “massi” a protezione delle stessa e (come questa notte durante la mareggiata) “soffia” aria mista a mare da diverse parti, interventi seri e sostanziali non sono stati eseguiti ed ad oggi la notte il banchinato è al buio;

– la banchina “ex sirena” ha la radice divelta dalle mareggiate.

– Quella al Cimitero ha la sede della lamiera non in buone condizioni.

Quanti soldi pubblici sono stati spesi in Cala Santa Maria ( rovinandola ) e senza risolvere il problema dei collegamenti?

Questa è la situazione !

Quando gli aliscafi o il catamarano non effettuano i collegamenti non è solo per il mare grosso durante la traversata ma, giustamente, i Comandanti pensano anche all’approdo, all’entrata e l’uscita; pensiamo cosa succederebbe se in fase di uscita dall’approdo con risacca, al catamarano o all’aliscafo, si dovesse fermare un motore o se quando la nave attracca con risacca si fanno danni al portellone o, ancora peggio, alle persone che vi transitano.

L’unico responsabile di ciò è il Comandante dell’unità che oltre al dispiacere per il danno alle persone dovranno subire anche un’inchiesta, con il momentaneo sbarco: credo che nessuno di noi si metterebbe in simili situazioni.

E tutto questo perché?

Perché si cerca sempre di risolvere momentaneamente il “problema”, con le responsabilità altrui, e non ci siamo mai posti seriamente, negli anni, il problema vero che è quello della sicurezza e mancanza di approdi.

Questa notte, pur non avendo imbarcazioni in mare, sono stato in porto insieme ai pescatori e diportisti locali a sperare che reggessero le cime ed a pregare… e, come succede sempre in tali occasioni, tutti eravamo concordi: l’ approdo di Cala Santa Maria non è sicuro, si è sbagliato tutto, e si torna sempre a parlare della portualità, argomento oramai vecchio e irrisolto da più di 50 anni.

Ora mi dispiace per il Sindaco e gli altri Passeggeri che hanno toccato con mano quanto sin ora ( e lungamente) scritto, proprio il Sindaco venerdì scorso ha interrotto un incontro sull’argomento per correre a prendere il catamarano della Usticalines che stava precipitosamente partendo alle 11,15 per l’aumento della risacca in porto, quindi ha “toccato” per ben 2 volte nell’arco di 2 giorni il problema “approdo”.

Sindaco, scusami, come fai ad essere contrario ad un approdo allo “Spalmatore” ?

Non mi dite perché c’è la Riserva Marina o perché si mette altro cemento, non ci posso credere che le motivazioni siano queste: alla Riserva – per casi eccezionali quale la mobilità delle Persone – si può anche andare in deroga! Per il cemento ( non sono esperto del settore) ma credo che le tecniche moderne riescano a “camuffare” l’approdo che oggi sembra essenziale a tutta la Comunità e poi quanto cemento vi è senza aver risolto nulla?

Oppure, e questa mi sembra anche un’altra soluzione, lasciamo tutto così: però non dobbiamo lamentarci se non arriviamo o partiamo, non dobbiamo lamentarci se il Turista non torna o non viene ad Ustica, non dobbiamo lamentarci se il commercio va male, dobbiamo imparare a non lamentarci più.

Una ultima considerazione: oggi sto ponendo il problema ed alcuni lo stanno vivendo in prima persona ma per la realizzazione di un’opera ci vogliono, oltre che i soldi, progetti, pareri, forza e quant’altro…. ci vogliono anni. Quindi abbiamo tempo per dimostrare che siamo ottimi allievi e che abbiamo imparato la lezione.

Desidero, infine, chiarire – a qualche male lingua – che non è un attacco al Sindaco, che rispetto e stimo, anzi per certi aspetti la Sua posizione è da tenere in considerazione per evitare scempi come altri presenti nell’Isola e vi assicuro che non vorrei trovarmi nei Suoi panni ma certamente da Usticese, e come tanti altri, saprei cosa scegliere.

Mi scuso, con te Nuccio e con tutti i Lettori, per la mia lungaggine espositiva ma vedo molta confusione e fuorviante informazione sull’argomento, spero non artatamente creata.

Salvatore Militello

^^^^^^^^^^^

COMMENTI:

Da Ustica Angela D’Angelo

Grazie Salvatore, ho sentito che è stata molto gradita la tua PRESENZA la notte scorsa giù al porto, con tutti gli altri, che in quel momento erano un tantino timorosi.Speriamo in futuro di risolvere al meglio questa situazione.Saluti

 

 

 

2 risposte

  1. Grazie Salvatore, ho sentito che è stata molto gradita la tua PRESENZA la notte scorsa giù al porto, con tutti gli altri, che in quel momento erano un tantino timorosi.Speriamo in futuro di risolvere al meglio questa situazione.Saluti

  2. Salvatore, voglio ringraziarti per la dettagliata spiegazione sulla portualita’ di Ustica anche a nome di chi ,come me, non era al corrente della reale situazione.

    Capisco che nella Cala S. Maria si poteva fare meglio per renderla piu’ agibile, che il Molo Sailem ha bisogno di essere rinforzato all’esterno con massi frangionde e che la banchina barresi e’ pressocche’ inutile ed eliminandola o riportandola alle dimensioni originali, lasciando solo l’attuale frangionde, ridarebbe piu’ spazio di mare alla Cala. ll parcheggio si potrebbe ottenere scavando la roccia proprio sotto la ex casa Mattaliano e di questo ne abbiamo gia’ parlato. Questa e’ solo una considerazione e suggerimento e non e’ “piangere sul latte versato” che, come tutti sappiamo non serve a niente.
    Quello che non capisco e’ come mai lo scalo Cimitero non e’ stato usato per tanti anni ( non so quanti ) ma e’ stato tentato di usarlo solo l’altro ieri…..

    Quando il mare non consente l’attracco a Cala S. Maria, il molo Cimitero “come atracco alternativo” puo’ assorbire solo il 25% del traffico per i motivi dei venti di cui sappiamo. Quando si potenziera’ potrebbe assorbire, opinatamente, il 35% del traffico e aiuterebbe un po’, ma per realizzarne il potenziamento ci vorra’ molto tempo. Come mai non si e’ pensato a questo molto tempo fa ?

    Lo stesso vale per la Cala S. Maria la possibilita’ di renderla piu’ agibile esiste ( sulla carta ) ma e’ di difficile realizzazione, costosissima. La diga foranea non puo’ neanche uscire dalla Punta Mezzaluna perche’ e’ contro motivi tecnici, logistici e ambientali, lo ha detto il Sindaco in giugno su questo sito, e allora si dovra’ costruire un braccio di ripiego che non darebbe la protezione necessaria per gli attracchi ma darebbe primariamente protezione alle barche ormeggiate nel porto. Inoltre la realizzazione di questo progetto richiederebbe anni.

    Con la situazione attuale la Cala S. Maria in inverno garantisce solo il 66% degli attracchi ( Ogni mese su 30 giorni in 10 giorni al porto non si puo’ fare operazione e questo e’ un fatto ). Di questi 10 giorni 3 potrebbero essere assorbiti dal Molo Cimitero quando le condizioni del vento lo permettono. Rimangono 7 giorni al mese senza collegamenti e sono troppi.

    Quando la portualita’ alla Cala S. Maria sara’ migliorata con un nuovo braccio, per me, potra’ garantire, invece del 66% degli attracchi, solo il 75% garantendo quindi solo 1 viaggio in piu’ al mese in inverno. Non ci siamo….. Anche con il molo Cimitero rinforzato e il Porto Cala S. Maria “migliorato” con un altro braccio di ripiego uscente dalla zona Mezzaluna, come diceva il Sindaco, invece di 10 giorni al mese senza collegamenti avremmo ugualmente 6 ( sei ) giorni al mese senza collegamenti ! ! ( 3 assorbiti dal Cimitero e 1 dalla nuova struttura portuale). Ricordo che per realizzare queste opere potrebbero passare 3-5 anni o piu’.

    A mali estremi rimedi estremi, dicevano gli antichi. Vedo come te lo scalo Spalmatore riattivato. Bisogna sacrificarsi e trovare la soluzione per “coprire” questi 7 giorni al mese senza collegamenti, OGGI ! Non c’e’ il tempo per aspettare anni per la realizzazione nel migliorare Cala S. Maria e Cimitero e alla fine avere ugualmente 6 giorni al mese invece degli attuali 7 senza collegamenti. In verita’ lo scalo Spalmatore risolverebbe quasi tutto e presto. La posidonia per soli 6 attracchi al mese in inverno non sarebbe in pericolo. Il cemento si puo’ colorare con il colore della roccia e si risolve il problema cemento ( lo fanno in Liguria,negli usa ecc..) . La Riserva Marina non verrebbe per niente dannegiata perche’ il Molo sarebbe usato solo 24 volte all’anno e in inverno soltanto.
    Ma anche se tutti questi presupposti non fossero praticabili bisogna andare avanti guardando alle priorita’. Cosa e’ piu’ importante la posidonia, il cemento, la Riserva Marina o la vera esistenza, incolumita’ fisica ecc…di tutti gli abitanti di Ustica, dei turisti e di chi va nell’isola per lavoro ?
    Le isole minori sono “territorio speciale”, non si puo’ guardare solo alle regole scritte, che sono a volte troppo generiche e scritte per tutto il territorio nazionale, nelle isole minori si deve badare alla sopravvivenza alla convenienza, praticita’ e al buon senso.

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