Condivido pienamente ciò che espone Salvatore Militello e inoltre vorrei aggiungere qualche cosa che riguarda l’eloquente “grafico” su ” Calo numero passeggeri negli ultimi dieci anni ” della scorsa settimana su questo sito.
1)A guardare bene ad Ustica ci sono due tipi di turismo : quello siciliano (includiamo usticesi non residenti) e quello Nazionale e Internazionale. Il prezzo esorbitante dei mezzi di trasporto e l’alto costo della vita locale sono dei deterrenti per il primo tipo di turismo, mentre per il turismo Nazionale e Internazionale sono più scoraggianti il punto 3 e 4.
2) Dopo vengono i divieti (e non solo relativi alla Riserva). La Riserva sarà rimossa ma lo farà la prossima Amministrazione ha detto il Sindaco, per cui bisogna aspettare, tutto incluso, almeno 2-3 anni prima che la “roteazione” diventi effettiva, e ancora 5-8 anni in più prima che questa roteazione dell’Area Protetta, che oggi punisce i bagnanti e turisti e l’apparato Turismo per i motivi che sappiamo, venga reclamizzata e “assorbita” dal grosso pubblico.
3)la mancanza di collegamenti “garantiti” con la terraferma, a causa della Portualita’ precaria, e la mancanza di un aeroporto o/e eliporto con servizi di linea sono l’altra grande lacuna che va a braccetto con il punto 1.
4)La concorrenza e’ spietata. Oggi il turista può scegliere di andare altrove in posti che offrono di più ( specie cose che un’isola piccola non può offrire ) e a prezzi più bassi.
E si potrebbe continuare con altri 5-6 punti importanti…..
Per il punto 1, purtroppo, non c’e nessun rimedio, i prezzi dei mezzi di trasporto andranno sempre più su’ malgrado il servizio dell’affidabilità dei collegamenti sia proprio scarso. La Siremar sarà privatizzata ? parzialmente o totalmente e quando ?
Per il punto 2 bisognerà aspettare almeno 8-10 anni per vedere qualche riscontro positivo.
Per il numero 3 si sta lottando per avere migliorata la Portualita’, ma, se tutto va bene, per il risultato bisognerà aspettare svariati anni ( 3 ?, 10 ? )
I punti 1-2-3 sono la palla al piede e purtroppo a breve scadenza non si vede via d’uscita ….
Esiste comunque la seguente grande “apertura” e sono sorpreso che non sia stata già realizzata : Ustica e’ già collegata con le Egadi e Napoli, collegandola anche con le EOLIE crea la ” Tratta dei due arcipelaghi ” raggiungibili direttamente dal Centro Italia ( Napoli ) con Ustica al centro e tappa obbligata, cosa che metterebbe l’acceleratore al processo di rilancio ! ( ma sarà necessario avere il punto 3 già attivo ) quindi sarebbe opportuno superare gli ostacoli e risolvere presto la Portualita’.
A parte il fatto che si potrebbe tentate di aprire ad Ustica un Casino’ ( sempre che vada bene ai 4 Casino’ presenti in Nord Italia che praticamente hanno fatto chiudere quello di Taormina….!! ), si intravedono nel frattempo due soluzioni a breve e lungo termine.
– Cambiare rotta e iniziare una politica per un turismo non di quantità ma di qualità ( o anche turismo di Seniors, Anziani che hanno più soldi… ) come Panarea basato anche sulla storia, cultura, mare, tranquillità ( vedi Svincolo ! ) ma sono necessarie le infrastrutture all’altezza, servizi adeguati e il punto 3. Per i prossimi 15 anni forse sarà dura, allora tanto vale usarli tentando la transizione verso il turismo di qualità invece che di quantità non solo perché la corsa verso il turismo di quantità ( per ora ) sembra perduta, ma perché Ustica può offrire il meglio di se stessa, secondo me, al turismo di qualità.
– Intanto, chi vive di turismo e non ce la fa, potrebbe cominciare a riorganizzare la posizione dei propri capitali e cambiare raggio di interessi o investire in qualcos’altro più proficuo e che da lavoro tutto l’anno come fabbrica di ceramica o altre fabbriche e/o prodotti artigianali e di agricoltura tutti da esportazione come si faceva una volta quando il Pastificio dei F.lli CASERTA & TARANTO esportava la Pasta di Pura Semola anche in America….
Una risposta
Più che un Casinò che porterebbe un target di clientela che non darebbe nulla di nuovo a Ustica, forse sarebbe il caso di pensare di offrire servizi accessori per i diportisti.
Riuscire ad intercettare anche solo una piccola parte delle imbarcazioni che solcano il Tirreno, magari facendo fulcro sui locali restaurati del faro di Punta Spalmatore puntando sul lusso sul modello di quello di Capo Spartivento in Sardegna.
Questa la vedo come una sfida non facile da vincere ma coerente con le scelte fatte dagli usticesi negli ultimi anni.