RIFLESSIONI: E SE FOSSE VERO ?
Quante volte, di notte, volgendo lo sguardo al cielo proviamo un senso di meraviglia per l’immenso spazio nel quale si perdono le stelle e con loro i nostri pensieri. Direbbe il poeta: “Come è dolce naufragare in questo mare”.
Si ha la sensazione che l’universo sia composto essenzialmente di materia e di pensieri dominati dal nulla. Il nulla, come una dimensione spazio-temporale in cui l’uomo trascorre il breve periodo della sua vita. Questa dimensione ha due estremi: Lo zero e l’infinito, in altre parole l’indeterminato e l’incommensurabile, l’inconsistenza e la trascendenza percepiti dalla coscienza umana come una specie di inferno e paradiso.
Per la comune convinzione religiosa essi sono un “mistero” mentre per gli uomini di scienza sono solo delle “singolarità” matematiche e fisiche. La teologia li definisce elementi del divino e alcuni teologi nel tentativo di svelarli spesso compiono l’errore fondamentale di farlo allo stesso modo in cui la logica e la matematica studiano i fenomeni naturali in violazione del “principio di realtà”.
Chi siamo? Da dove veniamo? E’ innegabile che tutti gli uomini di ogni tempo si sono posti questa domanda affidandosi alla fine ad un semplice atto di fede. Credo che noi non siamo come degli “zingari costretti a vivere ai margini dell’universo”, come asseriva Jack Monod nel suo libro “il caso e la necessità”, credo invece che noi siamo solamente degli orfani alla ricerca del Padre, dell’Entità suprema i cui alti valori danno senso alla nostra vita. Il grande filosofo Emmanuel Kant asseriva: “Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me” rivelando l’importanza della coscienza sulla realtà oggettiva.
(Inviate da Aldo Cannella)