Prima di dare inizio alla tradizionale chiacchierata, uso ”l’Oddo volante”, desidero ringraziare lettori e lettrici che hanno espresso alla redazione di <Usticasape> il loro gradimento per la ripresa della rubrica. Proseguo con un ospite, immancabilmente usticese, con il quale mi intrattengo sempre a mare ma, rispetto a chi lo ha preceduto, non in superficie ma, diciamo, “in profondità”. Ghiotta occasione di gioco di parole per me impossibile da non cogliere dal momento che oggi nel periodico su e giù sono in compagnia, scontato che sia piacevole, del titolare del <Diving Center Ustica> Jonathan Cecchinel riconosciuto professionista della subacquea isolana. Ovviamente si è sviluppata una piacevole conversazione a contenuto, come già scritto, strettamente “submarine”
Jonathan, sarà capitato anche a te, ancora con i pantaloncini corti sentirti fare la immancabile domanda “piccolo, tu cosa vorrai fare da grande?“. I fondali di Ustica e nient’altro erano fin da allora in cima ai tuoi pensieri?
— Sono cresciuto a pochi metri dal mare nella casa dei miei nonni al villaggio dei pescatori dove la mia sveglia mattutina era il canto dei gabbiani e il rumore del mare che si infrangeva sugli scogli. Il mare e i suoi fondali sono stati fin da subito in cima ai miei pensieri, ricordo nitidamente le urla di mia madre e dei miei nonni per cercare di tirarmi fuori dall’acqua, ma maschera, pinne, e pesci erano un’attrattiva troppo forte, in mare mi sentivo libero.
= Professionalmente hai deciso di emergere (mai verbo fu più appropriato) nella tua isola; in pratica hai voluto caparbiamente essere profeta in patria piuttosto che cercare di realizzarti lavorativamente fuori. Determinante in tutto questo l’amore per Ustica?
–– La scelta di rimanere ad Ustica è stata una scelta difficile, complicata, ma come si sa al cuore non si comanda. Ho lavorato fuori dall’Isola per diversi anni, ma ho sempre saputo che prima o poi sarei tornato ai miei scogli al mio mare ai miei pesci. Aprire il primo Diving Center totalmente Usticese era in cima ai miei desideri e dopo tanta fatica ci siamo riusciti, quindi si, l’amore per Ustica è stato determinante, fondamentale.
Jonathan, Il successo nella tua attività, penso non ti manchino i numeri per dichiarare che di questo si tratta, è merito anche di tuoi collaboratori che hai coinvolto nel tuo progetto a indirizzo locale.
— La scelta dell’equipaggio e dei collaboratori che si susseguono ogni stagione è di vitale importanza per il successo. In 14 anni di attività del Diving Center Ustica tantissimi sono stati gli istruttori e le guide subacquee che hanno lavorato al miglioramento dell’attività stessa. Ognuno di loro ha contribuito attivamente alla crescita del centro subacqueo portando il loro bagaglio di esperienze. In un breve futuro mi piacerebbe formare giovani usticesi al mestiere di Istruttore subacqueo e poter mettere la mia esperienza al servizio di chi vuole imparare e al servizio di Ustica.
= Nello svolgimento del tuo lavoro grande è la tua soddisfazione quando … quando?
–– Le soddisfazioni che derivano da questo lavoro sono molteplici e tutte molto importanti. Una delle più grandi è quando ricevi clienti da ogni parte del mondo. In una singola stagione possono avvicendarsi clienti da oltre 25 nazionalità diverse, interagire con loro far loro conoscere i nostri fondali, insegnare loro ad immergersi e vederli entusiasti dopo l’immersione è una delle soddisfazioni più grandi. Un’altra è quella di veder tornare anno dopo anno gli stessi clienti che si sono trasformati in amici, pensare che il 70% della superfice del pianeta è ricoperta da acqua salata e che nonostante infinite mete dove fare immersioni scelgono sempre Ustica è una sensazione che mi rende orgoglioso del lavoro svolto in questi anni e del posto dove vivo. Il mare crea spesso legami e il mare di Ustica in questo vince sempre!
= Un amante della subacquea è anche sicuramente un amante della natura. È così?
— Si, Ustica grazie alle sue bellezze naturalistiche (non solo marine) è molto apprezzata dai nostri clienti. Come ho detto prima, il mare crea dei legami molto forti, e spesso dopo le immersioni è bello condividere le emozioni passate in mare davanti ad una buona birra. Negli ultimi anni i Diving Center presenti sull’Isola hanno contribuito in maniera sostanziale a quella che è l’economia di Ustica. Un economia sana. Nel periodo invernale il principale obbiettivo e lavoro di noi titolari di scuole subacquee, è quello di promuovere quelle che sono le meraviglie sommerse di questa nostra meravigliosa Isola. Il fenomeno subacquea ad Ustica e la presenza dei subacquei è fondamentale nei periodi chiamati di bassa stagione, periodi dove un semplice turista preferisce non arrivare sull’Isola ed invece il visitatore subacqueo trova le condizioni ideali. Quindi mi sento di affermare che l’appellativo dato a Ustica di Isola dei sub, è veramente indicato. Mi permetto di aggiungere che il miglior modo di valutare le potenzialità di Ustica è quello di concentrarsi in un turismo naturalistico che non prevede grossi investimenti dal punto di vista economico e garantiste la tutela del territorio e un buon numero di visitatori e soprattutto di qualità.
Jonathan, per concludere, durata della attività subacquea?
— La stagione subacquea ad Ustica generalmente inizia i primi di Maggio per terminare intorno alla fine di Ottobre. Anzi, ti ringrazio della domanda perché mi offre la opportunità di esternare il mio auspicio che con il giusto apporto degli operatori turistici e con l’aiuto dell’amministrazione comunale e principalmente con l’impegno di tutti si possa presto mirare ad un turismo sostenibile e naturalistico che porti ad un ulteriore allargamento di questo periodo. Rimango in tema di ringraziamenti per rivolgerne uno a Usticasape e a te Mario per avermi dato la possibilità di esprimermi tramite questo Blog.
Il nostro incontro termina qui. Ringrazio moltissimo Jonathan Cecchinel per la cortese disponibilità riservatami e aggiungo l’augurio di buon lavoro esteso anche al suo staff; grato inoltre per la “immersione” che in senso figurato a noi non addetti ai lavori ha sicuramente fatto provare. Poi per mia curiosità mi sono chiesto da chi Jonathan in termini di tanta grande passione per i fondali usticesi potrebbe essere stato anche influenzato, da Giulio Verne? (20.000 leghe sotto i mari), da Lucio Dalla? (Com’è profondo il mare), da Edoardo Vianello? (Pinne, fucile ed occhiali), escluderei da Loredana Bertè (Il mare d’inverno); forse dal grande Totò (nel titolo la parafrasi); … francamente non lo so … la prossima estate tra una immersione e l’altra glielo chiederò.
Mario Oddo – odmar@libero.it