‘A ficundiana ‘ntá pitteja (o ficupala). Capitava, di rado, trovare questo dolce frutto, il ficodindia, cresciuto in simbiosi con la pitteja, la spinosa pala d’ ‘a ficundianara (o pittejara).
I nostri nonni consideravano questo frutto raro e, come rarità, lo stimavano per la caratteristica di serbevolezza, in quanto, raccolto prematuramente, questi completava la maturazione con le sostanze nutritive contenute nel tessuto annesso. Alcune volte si manteneva fino a Natale, lo si inseriva nel corredo del paesaggio del presepe e faceva parte dei regali della povera gente.
Franco Vallone