Ma perché abbiamo ancora la necessità di una giornata per ribadire il sostegno alla donna? Nell’anno 2024 non dovremmo già essere oltre ed avere già conquistato quel comune sentimento di rispetto e stima nei confronti delle donne che ci deve essere ogni giorno dell’anno?
Non voglio essere fraintesa per me la festa della donna è molto importante.
La Festa della Donna “libera” di decidere il proprio futuro tranquillamente, “rispettata” ” e non giudicata negativamente” anche e soprattutto quando certi comportamenti possono essere intesi come troppo anticonformisti, “apprezzata e stimata” in tutti gli ambiti lavorativi e sociali al pari di un uomo, con trattamento paritario in campo economico e con uguale possibilità di carriera , “sostenuta” nelle sue scelte di donna e di madre sentendo vicine tutte le istituzioni pubbliche,” aiutata” in modo considerevole quando decide di essere indipendente da legami troppo umilianti e costrittivi, “non usata” solo perché donna, “avere pari dignità nel rapporto maschio-femmina ecc. ecc.
Questo è stato da sempre per me il significato vero e profondo della festa della donna sin da quando io giovane studentessa delle scuole superiori in questa giornata partecipavo entusiasta alle varie manifestazioni che in questo giorno si facevano nelle scuole e nelle piazze.
Ancora oggi sono qui a chiedermi perché per ottenere questi diritti , a cui una società civile non deve derogare e che sono irrinunciabili, indifferibili e indispensabili , noi donne dobbiamo continuare a domandarne l’attuazione e il riconoscimento.
L’anno 2024 è appena iniziato e già contiamo tante vittime di femminicidio. Il mio pensiero oggi vuole andare soprattutto a quelle donne vittime di violenza di genere (la quale ha tante forme di cui l’uccisione è solamente la punta di un ‘iceberg). Dobbiamo continuare a mantenere alta la riflessione e continuare a parlarne perché è prima di tutto una questione CULTURALE e POLITICA. Culturale perché è attraverso la cultura, e cioè tutto quanto concerne la formazione di un individuo sul piano intellettuale e individuale , che possiamo cambiare il nostro modo di pensare e politica, perché devono essere le varie Istituzioni pubbliche e i vari organi amministrativi a tutti i livelli ad operare in modo che i diritti di cui sopra siano garantiti.
In questi giorni sto leggendo un libro di memorie che ricorda da vicino la storia di Giulia Cecchettin. Il libro si intitola “l’invincibile estate di Liliana” di Cristina Rivera Garza. Narra la vicenda di una giovane e brillante studentessa che ancora adolescente entra in contatto già con il primo amore con la violenza di genere. Questo la porterà a prendere la decisione di lasciare il ragazzo definitivamente per poter assaporare quelle emozioni e libertà mai conosciute fino allora.
La ragazza aveva solo un desiderio: Quello di essere felice.
E’ con questo augurio e cioè che ogni donna possa essere “liberamente” felice che faccio a tutte noi i migliori auguri di una bellissima festa della donna.
Ornella Picetti