Lettera aperta
Al Signor Sindaco del Comune di Ustica – Attilio Licciardi
Oggetto: Peggioramento delle problematiche cimiteriali.
Da quanto si apprende da notizie sul web sono stati ulteriormente sequestrati da parte dei Carabinieri n° 2 loculi nei quali era stato precedentemente effettuato l’estumulo. Sembrerebbe che negli stessi ci fossero ancora dei residui ossei.
Per la sacralità degli affetti che da sempre la nostra identità culturale depone nel culto dei Defunti voglio farmi interprete dei sentimenti di tutta la nostra Comunità e chiedo di porre in essere le azioni necessarie per addivenire nel più breve tempo possibile alle soluzioni delle problematiche cimiteriali per restituire rispetto e il religioso silenzio che i nostri morti meritano.
Il Camposanto, oggi, non è oggetto di riflessioni, di legami, di pensieri, di ricordi bensì, purtroppo, di uno stato di incertezza, di confusione e di indagine giudiziaria.
Durante la seduta dell’ultimo consiglio comunale è emerso che nell’affrontare le problematiche cimiteriale si era creato inizialmente da parte degli uffici uno stato di promiscuità delle competenze con il successivo sballottamento delle responsabilità tra gli stessi.
Trattandosi di un argomento così delicato e per il profondo rispetto che ogni persona merita soprattutto dopo la morte, interpretando il pensiero di molti, tale situazione lascia fortemente perplessi sia per la faciloneria usata nell’espletamento dei lavori che per il mancato controllo degli stessi, in dispregio alle normative che regolano tali procedure.
La dignità del luogo ed il legame invisibile che ci lega ai nostri Cari meritavano certamente una maggiore attenzione ed un più alto senso di responsabilità.
Un Sindaco ha l’obbligo di tutelare l’identità culturale della propria popolazione custodendone e difendendone i valori essenziali ma soprattutto deve proteggere, custodire e difendere coloro che non hanno più voce, quali i defunti, ritornando a dare valore alle scritte poste all’ingresso del nostro Cimitero che così recitano: “Sol chi non lascia eredità di affetti poca gioia ha dell’urna” e “La civiltà dei popoli si riconosce dal culto dei morti”.
Salvatore Militello