I Volti del Silenzio
Testo e Foto
di
Domenico, Mimmo Drago
Il Viandante.
“Il dolore dell’anima è parte integrante della vita,
per questo quando soffro scrivo e visito me solennemente,
poi torna il sorriso”.
Caro Direttore Pietro Bertucci, cari Amici lettori del Blog Ustica Sape, cari Tutti, non c’è migliore occasione di iniziare questa narrazione, con la mia riflessione su citata e con la poesia, di Corrado d’Elia, sotto riportata, che fotografano uno stato d’animo.
La lunga presentazione articolata e illustrata che seguirà, metterà in evidenza profonde gallerie scavate e scolpite nei miei sentimenti:
A Tutti gli Illusi
A tutti gli illusi, a quelli che parlano al vento,
Ai pazzi per amore, Ai visionari,
A coloro che darebbero la vita per realizzare un sogno,
Ai reietti, ai respinti, agli esclusi,
Ai folli veri o presunti,
Agli uomini di cuore,
A coloro che si ostinano a credere nel sentimento puro,
A tutti quelli che ancora si commuovono!
A chi non si arrende mai, a chi viene deriso e giudicato,
Agli sconfitti pronti a risorgere,
Agli eroi dimenticati, ai vagabondi,
A chi non vuol distinguere tra realtà e finzione.
A chi non ha paura di dire quello che pensa,
Ai sognatori erranti, a tutti i poeti del giorno e della notte!
Ho prestato ascolto in questi ultimi mesi alle tante voci affettuose pervenutemi con telefonate, messaggi, mail, di lettori puntuali che mi chiedevano segretamente perché non mi leggessero più e non pubblicassi, come facevo un tempo, sulle pagine del Blog Ustica Sape, le mie assidue presenze ai Festival Internazionali di Multivisione e AV o altri Posters con immagini, in cui ho sempre privilegiato con parole e visioni, l’intenso legame verso l’isola di Ustica, che ho raccontato per scelta, soprattutto con i sentimenti, senza mai affrontare argomenti scientifici, di cui posseggo conoscenza, ma non presunzione, ritenendoli pertinenti agli addetti ai lavori.
Per tanti anni invece avevo diffuso il mio sapere, col ruolo di Ricercatore del C.N.R. (Consiglio Nazionale delle Ricerche, progetto finalizzato: “Oceanografia e Fondi Marini”) e successivamente presso il Dipartimento di Scienze Botaniche dell’Università degli Studi di Palermo, occupandomi di Ficologia (Algologia) e afferendo agli insegnamenti del Modulo Fondamentale “Botanica Generale”, con riguardo alla “Botanica Marina” ed al Modulo Complementare “Elementi di Fotografia Naturalistica”.
(Laurea in Scienze Biologiche c/o l’Università degli Studi di Palermo, discutendo la tesi sperimentale “Contributo allo Studio delle Biocenosi Sommerse della Costa Occidentale del Golfo di Palermo”, autore di oltre 50 Memorie Scientifiche nel campo della Ficologia del Mar Mediterraneo, presentate in numerosi Convegni Scientifici in Italia ed all’estero, autore del Volume scientifico: “La vegetazione Sommersa dei Mari Siciliani – Lineamenti Iconografici”, autore di svariate monografie di argomenti riguardanti lo studio, la protezione del Mare e la V.I.A.(Valutazione Impatto Ambientale) fra cui: “Scogliere Seducenti” sulle Aree Marine Protette della Regione Sicilia, “Pagine d’Acqua”, “Emozione Mare”, “Aroma Sospeso”, Master in Francia di Algologia, frequentazione corso di approfondimento all’Università degli Studi di Trieste sulle tecniche di estrazione di agar dalle Alghe, abilitazione all’insegnamento, vincitore Concorso a Cattedra, poi rifiutato, iscrizione all’Albo Professionale dell’Ordine Nazionale dei Biologi, approfondimento degli studi Universitari sulla Vegetazione Sommersa del Mar Mediterraneo con i Prof. Mario Sortino e Giuseppe Giaccone, padri della Ficologia in Italia).
Resto della convinzione che ogni percorso di vita che l’uomo sceglie, ha una segreta comunicazione con i propri sentimenti, che sono esternazioni primarie dell’anima e i nostri indirizzi professionali, artistici, scientifici e le scelte etiche, morali, creative ed anche i comportamenti quotidiani, che intrecciamo con il nostro prossimo, sono o dovrebbero essere, sempre regolati dal più profondo sentire. Quel sentire che ha sempre condizionato le mie scelte di vita!
Il sentimento che deriva da latino sentire (percepire con i sensi) è uno stato d’animo ovvero una condizione cognitivo-affettiva che guida le nostre decisioni momento per momento, in collaborazione con la ragione, consentendo lo scaturire di un pensiero.
La conoscenza invece è rappresentata soltanto dalle informazioni che vengono apprese tramite l’insegnamento e lo studio e costituisce la parte più nozionistica dell’apprendimento.
Il cuore ci indica dove vogliamo andare, cosa vogliamo raggiungere, mentre la ragione il come arrivare a ciò che desideriamo.
“Senza dubbio oggi il mondo è pieno di informazioni, di conoscenze scientifiche e tecniche, di spietata ed inumana tecnologia e abbiamo, forse per questo, smarrito il senso del rispetto dei sentimenti che sta alla base del piacere di vivere”!
“Ogni nostra cognizione principia dai sentimenti”
Leonardo da Vinci
Per comprendere meglio, metterò a confronto due Temi che hanno interessato il percorso della mia esistenza: quello della Scienza, legata al mondo del Mare, che interessa la sfera del sapere e quello della Poesia, più interiore, più nascosto, più oscuro, venuto dopo, per la necessità di avere una visione globale, più ampia e approfondita della Vita, che afferisce al sentire.
Il primo, per me quello, della Biologia Marina o meglio della Ficologia, materia di studio e di ricerca, era rivolto essenzialmente agli studenti universitari, agli addetti ai lavori, agli studiosi, ai divulgatori e si manifestava con un coinvolgimento razionale, ma non interiore, come invece sa realizzare quello Poetico, che ripeto, penetra nelle pieghe più oscure dell’Anima, che resta la parte più spirituale, nobile, preziosa di ogni essere umano.
Per curiosità, per gioco o per capire meglio l’anima umana, per approfondire mie insicurezze e dubbi nascosti, o non so per cosa, decisi così, partendo dalle Visioni, che sono Poesie Mute, da sempre per me stimolanti, di metterle a confronto con le Poesie, che rappresentano invece Visioni Cieche ed hanno una interferenza segreta con le sofferenze dell’uomo, perché si alimentano delle loro sfolgoranti parole.
Secondo il poeta e saggista polacco, premio Nobel Czeslaw Milosz:
“La scienza e la poesia condividono il tentativo di trovare una lingua per l’ignoto.
La poesia è l’appassionato inseguimento del reale.”
Arthur Rimbaud, indimenticato poeta francese, affermava:
“La scienza è troppo lenta”
Emily Dickinson, poetessa statunitense, aveva la convinzione che:
“Alla scienza è necessaria anche la meraviglia”
Roberto Maggiani scienziato e poeta, ci illumina con questo pensiero:
“Mi rendevo conto che la scienza, da sola, non avrebbe soddisfatto la mia ricerca.
Capivo che la realtà era relazionata alla mia umanità, e da essa influenzata: che le
mie visioni sul mondo avevano necessità umane, oltre che strettamente
scientifiche.”
E Katherine Larson, biologa e poetessa statunitense, concludeva:
“Noi scienziati abbiamo bisogno di poesia”.
Non so se è estremo pessimismo, ma il sottoscritto con tristezza afferma che:
“L’intera Umanità ha bisogno, oggi più di ieri, di Poesia, di Sentimenti,
che di Scienza, per non vederla precipitare verso la disgregazione,
avendoli per sempre perduti”.
Milan Kundera, poeta, scrittore e saggista cecoslovacco, ci indica addirittura il luogo dove trovarli e così, con buona volontà, andremo tutti insieme a cercarli:
“Nel Cervello c’è una zona speciale che potremmo chiamare memoria poetica
che registra tutto quello che ci affascina e commuove,
di cui abbiamo necessariamente bisogno”.
Toccato da queste riflessioni, che mi avevano turbato e che continuano a farlo, non fu difficile lasciarmi invadere lentamente da un vibrante stato d’animo di distacco terreno, per rivivere emozioni già vissute che dormivano in quella memoria poetica:
Si socchiusero per un attimo gli occhi e come in un sogno vidi nel Silenzio della azzurra luce di Ustica, che proveniva dal mare e mi attraversava,riportandomi indietro nel tempo, dolci volti di persone che ora parlano agli Angeli, bambini allegri e chiassosi, vicoli muti, gatti assonnati, cani con occhi di miele, donne anziane con abiti neri indaffarate nel quotidiano o pensierose davanti la schiuma candida di un mare che ruggisce; vidi anche vecchi col sorriso su labbra malinconiche e rammentai che un giorno, per caso e in solitudine, un’anima mite, pacata, sincera, seduta su una triste carrozzina, che gli lasciava bagnare i piedi nudi sull’acqua, mentre con mani tremolanti annusava un batuffolo di alga umida, mi turbò più di tutte, fino a travolgermi per la commozione!
Sentii poi camminando, un profumo di pane caldo, di pomodori in cottura col basilico e la menta, mi invase un odore pungente di origano che correva tra i vicoli e mentre masticavo un cappero, vidi saltare su ceste di vimini pesci di tutte le forme e colori, che brillavano sotto raggi di luce.
Scorsi merletti dorati di scogliere solitarie che sprigionavano fragranza di mare, m’illuminarono barche nascoste tra le foglie, cariche di grida e di sudore, sentii lo scroscio di una risata fino alle lacrime e ancora mi penetrò nel cuore un pianto lontano, gutturale che accarezzava i miei sentimenti.
Improvvisamente mi ritrovai dentro un cimitero lindo di pietre, bello come un sogno, dove regnava un silenzio palpabile che era pura magia; una quiete di cattedrale invadeva l’aria, frammentata soltanto dalla voce stridula del vento che puliva il cielo da nuvole di ferro, mentre il suo indaco liquido si insinuava, come un inchiostro, nella mia anima assetata.
Pensai subito che quel luogo avesse la vocazione spirituale alla riflessione, al pensiero, alla poesia, alla scrittura, ai sentimenti, alle commozioni e lì volli restare!
Vidi mani forti scolpite dal tempo che stringevano, in riva al mare, fragili fiori e vidi altri fiori, stretti sul petto di chi non sa dimenticare, mentre una candida mano di porcellana offriva al mare speranze e promesse, racchiuse in una coroncina di smeraldo!
Scorse così davanti ai miei occhi in un istante, mezzo secolo di spazio temporale trascorso intensamente ad Ustica e assaporai nel silenzio tutta la partecipazione di averlo vissuto!
Ma di colpo un brivido o forse un sussulto, mi attraversò e mi impose di riflettere sul quel Silenzio che mi invadeva e mi faceva pensare che lo stato emotivo che esso rappresentava non poteva essere spiegato, ma andava soltanto compreso, anche se non condiviso, perché nasceva spontaneo dall’anima che quando è ferita, si manifesta anche sotto forma di gocce di perle che rigano il viso.
Cercare il Silenzio, averne la necessità di viverlo, significa però non voltare le spalle al mondo, ma cercare di comprenderlo.
Il Silenzio non è un vuoto inquietante ma è l’ascolto dei suoni interiori che ci hanno turbato e deluso.
Il suo manifestarsi non è però sempre lo stesso, perché può celare innumerevoli aspetti, possedere infiniti volti, come un camaleonte, o come un polpo che è più familiare: può permettere infatti di soffermarsi su piacevoli ricordi mai cancellati, può contenere la misera risposta dell’ingratitudine, oppure può anche celare parole e pensieri che non si desiderano svelare, e tanto altro.
Il Silenzio ha diverse sfaccettature, può essere assenso, diniego, rigetto, oppure inadempimento.
E ancora può rappresentare ed evocare:
Silenzio epidermico, interiore, ostinato, della pienezza, etico, estetico, imposto, delle masse, compassionevole, crudele, di vergogna, d’indifferenza, creativo, mistico, ascetico, liturgico, del neonato … dei morti.
Queste indicazioni dettagliate, le fornisce nel suo libro Volti del Silenzio, l’autore Francesc Torralba Rosellò, filosofo, teologo, pedagogista, dell’Università di Barcellona.
Celebrerò pertanto certe sfumature silenziose vissute e amaramente subite e al tempo stesso, colgo l’occasione per ringraziare, ancora una volta, il Blog Ustica Sape per la disponibilità e la fiducia offertami, in tanti anni di collaborazione, e che continua a donarmi anche in questo mio ultimo contributo.
Avevo precedentemente comunicato verbalmente al Direttore del Blog la mia sofferta decisione di fermarmi, decisione che adesso, dopo un anno, partecipo a tutti Voi Amici lettori e non, che nel tempo mi avete seguito con attenzione e con immeritata fiducia.
Sono giunto alla decisione che non ho più la voglia di continuare a narrare le mie presenze e partecipazioni ai Festival Internazionali AV dove ho sempre cantato Ustica, e non ho neanche la volontà di diffondere ancora Illustrazioni di miei momenti emotivamente intimi, non trovando riscontro, da parte di chi dovrebbe manifestare un consenso o un’approvazione!
Qualunque essere umano ha il diritto di stancarsi, dispiacersi, anche dolersi delle amarezze che si ricevono dalla vita, soprattutto se si possiede la certezza di avere donato, senza nulla chiedere, opere preziose di luce che hanno diviso la nostra piccola comunità.
Sono state creazioni visive non comprese da molti, ma non per questo, sarebbero dovute essere platealmente ed inspiegabilmente mortificate e calunniate, come sottolinea questa puntuale lettera ricevuta:
(… Abbiamo il dovere di indignarci di fronte alla scelta di utilizzare per un servizio pubblico una immagine che è assolutamente fuori contesto … E’ inammissibile che venga lanciato un messaggio denigratorio nei confronti di un essere umano prima ancora che donna. E’ inaccettabile restare in silenzio di fronte a questa evidente mercificazione del corpo della donna. Come cittadine/i abbiamo il dovere di intervenire e quindi chiediamo la rimozione dell’immagine. Vorrei sapere se eri informato dell’utilizzo che ne sarebbe stato fatto …)
Accadde quella volta, quando un forte e feroce vento dell’Est che, ancora ricordo carico di odio, venne a sporcarmi il viso, le mani e l’anima.
Restai da solo, stordito, con l’amaro in bocca, nessuno mi soccorse, altri si nascosero ed io, senza aiuto, in quel doloroso momento, non sapevo che dire, non sapevo cosa fare e non volevo occuparmi di argomenti incomprensibili e molto più grandi di me, che non sono all’altezza di affrontare, per la mia ignoranza congenita alla politica, perché in quella pozza d’acqua oscura e melmosa, i miei Doni realizzati con Acqua, Sale, Poesia e Sentimenti, erano tristemente scivolati, mortificandoli!
Non fate caso a me, Amici, ognuno ha la propria sensibilità, la propria storia,
il proprio stile di vita, io vedo bellezze e luci dove altri scorgono ombre e vergogne!
(“Profondo è l’odio che l’animo umano volgare nutre contro la bellezza” – Ernst Junger, filosofo)
Mi ritengo, anzi direi che sono, un visionario, un sognatore, un creatore di
illusioni, di emozioni e tale voglio restare fino alla morte, nessun altro fragore mi
interessa e non so andare oltre la lettura di … “Topolino”!
(n.12)
Fuggii allora da casa, dove il vento era fortissimo per la sua esposizione a Levante e mi riparai ad Ovest dove mi cadde addosso inaspettatamente ed improvvisamente, una gentile richiesta di fattibilità, mai da me suggerita, né tantomeno pretesa o richiesta affinché raccontassi bellezze, emozioni, poesie, sensazioni, stati d’animo con un Concerto in Multivisione, dal titolo: “Ustica, il Mare in Poesia” perché, mi dissero, e notai con sincerità, che ne possedevo i titoli e sapevo farlo con competenza ed autorevolezza.
Fui lusingato dalla imprevista e inaspettata proposta, che mi chiesero fosse comprensiva anche delle analisi dei costi, ringraziai e ringrazio ancora oggi di avermela formulata, non soltanto verbalmente, che non avrei mai accettato, ma scritta e ufficializzata, tanto era partecipata.
La richiesta però restò nebulosa, nel senso che non ebbe un seguito e con mia meraviglia, rimase una bella pagina scritta da incorniciare, cosa che feci, ma di fatto le mie illusioni furono forse abbandonate in un cassetto dimenticato, finendo nel cestino dell’indifferenza.
Rammento che restai invano in attesa di un riscontro definitivo e conclusivo alla disponibilità che fiducioso avevo inoltrato con una risposta, non dico, a quel punto, anche di un “No, Grazie”, ormai forse fuori moda, ma quantomeno di un messaggio, di un cenno, di un segnale doveroso, di una parola, anche negativa, di annullamento per un avvenuto ripensamento!
Dal mese di Giugno dello scorso anno, ancora attendo quel segnale!
Compresi successivamente che quel silenzio era la risposta che aspettavo e da privilegiato, quale ero stato, avrei dovuto gioire per averlo ricevuto!
Infatti fu al liceo che avevo imparato quel detto latino:
“Cum tacente, clamant”
(Il silenzio è più significativo della parola)
Scriveva Fedor Dostoevskij nel romanzo I Fratelli Karamazov:
“Il dolore più grande che una persona possa sopportare è l’amore in un mondo che non riconosce il tuo amore: dare completamente il tuo cuore e ricevere in cambio soltanto vuoto e silenzio.”
Silenzio al quale, Pablo Neruda, in un immaginario confronto verbale con il poeta russo, avrebbe certamente risposto così:
“Lasciatemi solo col Mare, sono nato per pochi pesci”
Ma non porto alcun rancore, Amici cari, su quanto successo, è stata soltanto una misera occasione, in cui mi sono trovato coinvolto, senza che lo avessi chiesto! Ma giuro che non accadrà mai più!
“Esiste una stanchezza, quella dell’anima, per la quale non basta il riposo fisico.
Ha bisogno del mare, del silenzio, di poche parole, della pulizia dei comportamenti,
di non ascoltare la gente.
Ha bisogno soltanto di respiri lunghi, guardando il cielo …”
Alda Merini
Sono un inguaribile romantico, non mi giunge nulla che non attraversi e dialoghi con i miei sentimenti e per quel che mi riguarda, alle tristezze umane che a volte mi travolgono, mi trafiggono, mi offendono, rispondo sempre con la mia regola d’Oro:
“Tre passi indietro”.
Perché come scrive l’attrice inglese Helen Mirren:
“Non ogni discussione merita la tua energia. A volte, per quanto chiaramente tu possa esprimerti, l’altra persona non sta ascoltando per capire, ma solo per rispondere. Resta bloccata nella propria prospettiva, incapace di considerare un altro punto di vista, e interagire con lei finisce solo per esaurirti”.
Salii allora rattristato, smarrito e muto sulla Falconiera e davanti quell’incantevole scogliera a picco sul mare tempestoso che mi invadeva l’anima, mi sentii per un attimo libero e parte pura dell’abisso, come il Viandante nel dipinto di Caspar David Friedrich.
“Si giunge a questi comportamenti, a tali decisioni, quando si scopre e si matura il triste pensiero che la presenza umana abbia deluso, esasperato, mortificato e certe reazioni incomprensibili, penose, prive di modi garbati, di stile, abbiano nauseato al punto di non essere più interessati al falso fragore del mondo esterno che procura dolorose cascate interiori di insoddisfazioni, che spengono le speranze e annebbiano la fiducia.
Tutto ciò che viene dall’esterno, a questo punto, rimane per me, soltanto un deludente mormorio monotono, monocorde e lontano, incapace di accendere le sfumature delle emozioni, di suscitare interesse e curiosità, di cui ho quotidianamente bisogno per vivere con serenità ed armonia il mio Sogno Blu!”
(D. Drago, Lettera del Centro Studi e Documentazione Isola di Ustica, n.66, Dicembre 2024)
“La libertà arriva quando smetti di avere bisogno dell’approvazione degli altri. Ho visto troppe persone, scrive Anthony Hopkins, perdersi nel tentativo di essere accettate, nel bisogno di piacere a tutti. Ma la verità è che, per quanto tu possa impegnarti, ci sarà sempre qualcuno a cui non starai bene”.
Riscopro così dolcemente, nel Silenzio non solo quello di una scogliera col mare in burrasca, ma anche quello che regna in una prateria di alghe o quello che alberga dentro una grotta sommersa che profuma di spugne che sembrano coralli, o nella gioia di un nuoto elegante, sinuoso, epidermico, corporeo, sensuale di una Sirena, con “glutei d’avorio e turgidi seni”, che erge misteriosa e preziosa dall’acqua (La pallida donna dalla chioma nera, sorse come un pesce dall’abisso … Pablo Neruda), quell’incantevole sussurro e quella affettuosa carezza, che sono le uniche forme d’espressione accettabili con cui riesco a dialogare!
Consiglio sempre a me stesso, con modestia ed umiltà, di allontanare l’aggressione a favore della mitezza nei rapporti umani, prima di esternare, giudicare o condannare, anche certe pregiate visioni femminili scritte con la luce, premiate nel mondo, ma che secondo alcune gentili Signore/i, avrebbero turbato il pensiero dei giovani ed essere stati cattivi insegnamenti per i più piccoli.
Mi impongo pertanto innanzi tutto di studiare, conoscere, dialogare, confrontarmi, leggere e ancora rileggere, per evitare di precipitare nella banale retorica del possesso maschile (Quanto più un uomo studia, tanto più diventa mite, Aristotele) e questo vale anche quando ci si approccia a certe poesie, rivolte alle Donne, che possono sembrare offensive, ma che invece sono soltanto carnali, erotiche, sanguigne, passionali. (Pablo Neruda, Poesie Erotiche)
Sentiamone la musica allora, assaporiamo le parole e il dolce canto che sgorga dalla bocca e dal cuore di un innamorato, in questi brevi ma intensi versi:
“Le gambe pigre. Le spalle. I ragni scuri del pube in riposo …”
“Lascia che le mie dita corrano per i sentieri del tuo corpo.
La carne grida con le sue lingue ardenti! L’incendio …”
“Baciami, mordimi, incendiami, che io vengo sulla terra
per il naufragio dei miei occhi di maschio
nell’acqua infinita dei tuoi occhi di femmina …”
“Riempiti di me. Desiderami, prosciugami, versami, immolami.
Chiedimi. Raccoglimi, contienimi, nascondimi …”
“Schiava mia, tienimi. Amami. Schiava mia …”
“Mi ricevi come la vela il vento. Ti ricevo come il solco la semina …”
Considerare questi versi o le fantasiose immaginazioni visive che le rappresentano, volgari e possessive da parte dell’uomo, si farebbe offesa a Pablo Neruda, premio Nobel per la Letteratura, che ha sempre amato le Donne e con la sua lirica ha fatto un monumento a tutto il mondo femminile.
Il Mare, tanto amato dal poeta, è insieme alla Donna desiderata, il protagonista principale di certe liriche che sfruttano le morbide movenze dell’acqua e del corpo nudo della Donna per celebrare l’erotismo e la passionalità.
L’Oceano e la Donna sono stati per Pablo Neruda: vita, passione, energia, amore, in qualunque luogo siano stati essi rappresentati o celebrati!
E chi scrive, ha sempre interpretato, con rispetto, fedeltà e creatività, la Sua magica poesia, fino al punto di far Gemellare nell’anno 2003, l’Isola di Ustica con Isla Negra, residenza amata del poeta cileno, alla presenza dell’Ambasciatore del Cile in Italia che aveva aderito al prestigioso evento organizzato e recitato dal sottoscritto, durante una memorabile edizione della Rassegna Internazionale delle Attività Subacquee di Ustica, in cui si realizzò l’indimenticabile Concerto in Multivisione “Ustica e Isla Negra, due Mari ed una Poesia”.
Fu quella una straordinaria occasione a cui seguì, nell’anno successivo 2004, per il Centenario della Nascita del poeta Pablo Neruda, il mega evento Concerto in Multivisione “Pablo Neruda, il Mare nell’Anima”, presentato e realizzato sempre dal sottoscritto, alla Protomoteca del Campidoglio in Roma, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi e con i Patrocini ed i Contributi delle prestigiose Istituzioni:
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali
Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica
Governo del Cile
Ambasciata del Cile in Italia
Consolato del Cile a Palermo
Fondazione Pablo Neruda di Santiago del Cile
Regione Siciliana
Assessorato Cultura – Regione Siciliana
Assessorato Turismo – Regione Siciliana
Presidenza Assemblea Regionale Siciliana
Università degli Studi di Palermo
Facoltà di Lettere e Filosofia Università degli Studi di Palermo
Facoltà di Scienze MM. FF. NN. Università degli Studi di Palermo
Il Giornale di Sicilia
Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee di Ustica
The Historical Diving Society
A.I.D.A.M.A. – Associazione Italiana degli Autori di Multivisioni Artistiche.
Il Mare che separò il Poeta dalla sua terra, diventerà per il Nobel della Letteratura, l’elemento che molte volte lo ha ispirato, Lui che era stato anche candidato alla Presidenza della Repubblica del Cile.
(Ma questa è un’altra storia, molto più politica e per me, più complessa da riportare, per la mia congenita ignoranza sulla materia, citata in precedenza!)
Torniamo allora alle Liriche, al Sogno e leggiamo perdutamente le Poesie appassionate di Pablo Neruda rivolte alla sua Matilde, davanti la schiuma tempestosa dell’Oceano Pacifico:
“E’come una marea, quando lei fissa su me i suoi occhi neri, quando sento il suo corpo di creta bianca e mobile tendersi a palpitare presso il mio, è come una marea, quando lei è al mio fianco …”
“Sei figlia del mare nuotatrice, il tuo corpo è d’acqua pura, il tuo sangue è terra viva e i tuoi costumi sono fioriti e terrestri …”
“I tuoi occhi vanno all’acqua e sollevano onde … nell’acqua hai proprietà profonde … e alla fine dormi circondata dalle mie braccia che ti tolgono dall’ombra cupa, perché tu possa riposare tra le alghe, la schiuma dei tuoi sogni”.
A questi Concerti in Multivisione realizzati in Italia, ben presto ne seguirono altri all’estero, in Spagna, San Sebastian durante il Ciclo Internacional de Cine Submarino, a Marsiglia ed Antibes in Francia, durante il Festival Mondial de l’Image Sous – Marine ed a Strasburgo ancora in Francia, in occasione della Fete Europeenne de l’Image Sous – Marine et de l’Environnement.
Malgrado le inaspettate amarezze ricevute, le delusioni dolorose e infuocate, i dardi conficcati nei miei Sentimenti e i silenzi che avevano annodato il mio sangue e le mie emozioni, resterò ancora a vivere qui, perché Ustica e le sue pietre di lava restano e resteranno saldamente attaccate come ventose, alla mia Anima sognante e illusa. Le terrò lì, davanti la mia piccola casa azzurra, mi terranno compagnia, così come faranno la Poesia e il Mare, da cui imparo ogni giorno, che c’è qualcosa di amaramente felice anche nella malinconia!
Caro Direttore, cari Amici lettori di Ustica Sape, Cari Tutti, Vi ringrazio ancora, ma è giunto il momento di congedarmi da Voi, di farmi da parte, voglio la gioia, la serenità, il sorriso, di tutti Voi Usticesi, non sarò di certo io il turbamento alla Vostra stabilità!
Provengo da altri pensieri io e non bramo sporgere il mio triste corpo, da ringhiere di cartone per mostrarmi, né tantomeno intendo dare gomitate a destra ed a sinistra, per salire su un podio evanescente. Null’altro ho da aggiungere alle mie deludenti constatazioni, ho altro a cui pensare, quell’altro, proveniente dalla mia Anima affamata di bellezze, che mi gratifica e mi lusinga … ma resterete ugualmente e sempre nei miei sogni di luce azzurra!
Ringrazio tutti, ma è giunta l’ora di tornare alla mia casa, dentro le mie illusioni, a fianco della Poesia, torno allora felicemente a respirare radici e ad essere qui ad Ustica, un semplice e qualunque viandante senza nome e senza coccarde sul petto, torno ad imparare in questo luogo pieno di insegnanti, ma povero di insegnamenti, torno ad essere quel vagabondo che da mezzo secolo si inebria ancora davanti Questo Mare!
Torno ad essere libero, come forse lo sono sempre stato!
(Uomo libero tu amerai sempre il Mare, perché il Mare è il tuo Specchio e nell’infinito svolgersi
dell’onda, tu contempli l’Anima tua … Charles Baudelaire)
Il Viandante sul mare di nebbia.
Sono soltanto colui che si commuove ancora davanti la magia del Mare che diffonde la Sua intensa beltà e gioisce delle magnificenze naturali che lo circondano, che resteranno per sempre, le mie eterne e forse uniche consolazioni!
Pablo Neruda che amo, questo lo avevate compreso, come amai intensamente i miei silenziosi ed adorati cani Attheman e Real, scrisse queste brevi ed intense parole che descrivono perfettamente lo stato d’animo che alberga nei sogni di un qualsiasi Pellegrino, come io mi sento, davanti il sorriso del Mare:
“Io che vissi dentro il Mare, avrei molte cose da dire,
ma appresi tanto silenzio che ho molto da tacere”
Prima di lasciarVi però cari Amici, non posso non aggiornarVi e per l’ultima volta, solo perché lo avete chiesto, sugli ultimi riconoscimenti ricevuti, con onore e gloria, nei Festival Internazionali Audio Visivi dell’anno 2025, fino alla data odierna, che non avevo comunicato sul Blog, pur trionfando con Opere AV, Video e Multivisioni e raccontando sempre il Mare, Ustica ed i Sentimenti di una certa umanità positiva e costruttiva, tralasciando quella, spero sparuta minoranza, priva di slanci, ma sempre più tristemente e gravemente presuntuosa, vanitosa, supponente!
Andrò da solo, senza ripensamenti e soprattutto senza alcuna polemica, per la mia silenziosa via che spero, sia straripante ancora di Sole, Luce e Verità, finché Dio lo vorrà!
Poi vi lascerò per sempre, allora, se per caso leggerete o scoprirete nel mio “Testamento di Primavera” soltanto incomprensibili Sentimenti, sappiate che in essi forse sono contenute le indicazioni per vivere una vita migliore senza continui alterchi, senza odio, senza invidie, ma soltanto nella pace e nell’armonia che meriterebbe questo solitario Scoglio di Luce, Supremo Dono di Dio!
Prima però getterò tra le Pietre che mi hanno amato, le medaglie riposte nei cassetti, il povero tridente d’oro che frantumerò nella polvere e l’inutile cittadinanza onoraria che non avrà più alcun valore di esistere!
“Qui vi lascio ciò che ebbi e che non ebbi, ciò che sono e che non sono.
Un giorno forse se più non siamo, né veniamo, sotto sette strati di polvere ed
i piedi secchi della morte staremo uniti”
Pablo Neruda
Ringrazio tutti coloro che mi leggeranno e saluto quelli che non lo faranno,
ma null’altro avrò da aggiungere a quanto già scritto,
spengo definitivamente le luci di questo vibrante e amato palcoscenico e
dal fondo del Mare, un giorno, forse parleremo in Silenzio!
Mimmo
Premi e Partecipazioni Internazional AV – Febbraio – Marzo – Aprile, Anno 2025
- Primo Premio, Categoria B, per il Video “ODE ALLE VIGNE DEL MARE”, alla 30esima Edizione dell’Eudi Show – European Dive Show, Febbraio 2025, Bologna.
- Judges Special Mentions, per la Multivisione “THE SEA of MEMORIES” al The IAC Peter Coles International AV Competitions, in associazione con The North Wales and Wirral Audio Visual Group ed il Wilmslow Audio Visual Group, Marzo 2025, Caernarfon (Galles), United Kingdom.
- Audience Vote, per la Multivisione “THE SEA of MEMORIES” al The IAC Peter Coles International Competition, in associazione con The North Wales and Wirral Audio Visual Group ed il Wilmslow Audio Visual Group, Marzo 2025, Caernarfon (Galles), United Kingdom.
- Primo Premio Medaglia d’Oro della Fédération Photographique de France (FPF) al Trophée de Paris – Chelles Multiphot – Festival de L’Image Projetée, per la Multivisione “LE MER des SOUVENIR” Marzo2025, Parigi.
- Proiezione Soiree de Gala, Teatro di Chelles – Trophée de Paris – Chelles Multiphot – Festival de L’Image Projetée, Marzo 2025 Parigi, delle mie Multivisioni premiate e presentate al Festival de L’Image Projetée negli anni 2023 e 2024, rispettivamente:
“Le Bateau de l’Abime”, anno 2024 – “La Fracas de l’Ame”, anno 2023
- Primo Premio, Sirena d’Oro al Festival Paf Tachov, per la Multivisione “MOŘE VZPOMÍNEK”, Aprile 2025, Repubblica Ceca.
- Selezionato al Festival Coupe Lumiere, “Festival Internazionale della Creazione Audiovisiva” per la Multivisione “LE MER des SOUVENIR” Aprile 2025, Parigi. Classifica al momento segreta, ma invitato dal Presidente a presenziare.
Tutte le opere Audio Visive sono state realizzate con il Maestro Francesco Lopergolo e con i contributi fotografici e video dei Maestri: Vincenzo Striano, Alessandro Tommasi di Accademia Mare Ambiente e Frank Turano che ringrazio ancora per la loro preziosa partecipazione che mi ha sempre onorato.
Si ringraziano altresì:
Bartolo, Lia, Liliana, Maria Grazia, Rosalia, Savitri, protagonisti della
Multivisione pluripremiata nell’anno 2025:
“Il Mare dei Ricordi”
a Parigi, nel Regno Unito e nella Repubblica Ceca:
e Letterio Licciardi per il gentile supporto tecnico offerto.
Didascalia Opera pittorica
“Il viandante sul mare di nebbia”
Tela ad olio del pittore romantico tedesco
Caspar David Friedrich(1818)
Conservata alla Hamburger Kunsthalle di Amburgo
Brevi Note sull’Opera pittorica
Nell’opera di Caspar David Friedrich, icona del Romanticismo tedesco, il viaggiatore rappresenta l’imperfezione e l’inferiorità dell’essere umano di fronte alla maestosità e alla grandezza della natura: in questa contemplazione dell’indefinito e dell’infinito paesaggio si nascondono simboli religiosi e mistici.
Il viandante romantico si perde di fronte al baratro di una scogliera battuta dal vento e dall’onda, in un atteggiamento contemplativo, visto con estrema esperienza interiore e spirituale: in questo modo, egli indaga impietosamente, nella sua nudità, la propria anima, la sua fede, con tutte le sue insicurezze, i suoi errori, i suoi dubbi e certezze.
L’eroico isolamento del pellegrino diventa così il viaggio della vita umana che celebra la presenza di Dio, il sublime, ovvero lo stato d’animo misto di sgomento percepito dall’uomo quando diviene consapevole della stupefacente grandiosità della natura.
L’opera struggente del pittore tedesco è carica di malinconia e racchiude in se il senso filosofico sulla propria condizione, sulle inquietudini esistenziali che lo attraversano, nella ricerca della serenità dell’anima dubbiosa e dolente.












15 risposte
Caro Mimmo, nel tuo canto d’addio hai trasfuso ogni aspetto della tua anima sempre conquistata e dominata dal sapore della bellezza della natura che hai dipinto in mille quadri e descritto con la forza delle tue parole e con i versi mirabili di poeti che hanno accarezzato la tua profonda sensibilità. Fanno stringere il cuore la tristezza e la consapevolezza con cui prendi atto della miseria di certa umanità non in grado di cogliere quanto la natura sappia offrire alle anime aperte alla gioia del Creato e capaci soltanto di commisurare a meschini interessi l’enorme magnificenza di ciò che ci circonda. Non ti giungano le mie parole come vana consolazione: so perfettamente che un’anima esacerbata da certo tipo di delusioni ha bisogno di ben altri linimenti per placare la propria sofferenza ma mi permetto di dirti che non è necessario richiamare l’Evangelista Matteo per ricordare che nessuno è profeta nella propria patria. Sia balsamo alla tua anima turbata la gioia intima della tua opera, al di fuori dei successi e del riconoscimento mondano, lo sia per ciò che ha rappresentato per te e per anime altrettanto disponibili.
Tutto il resto è polvere grigia che soffoca le anime morte.
Ciao Mimmo, nel leggere questo tuo mirabile articolo, che rispecchia in toto tutta la tua vita, mi sono soffermato spesso in religioso silenzio a contemplarla.
La tua non è mera tristezza, oppure una amara e malinconica nostalgia, bensì una “Grande Delusione”.
Non hai alcuna responsabilità su quella enorme ignoranza, che usano gli altri per interagire con te e soprattutto con la tua arte.
Sono sicuro che il tuo cuore ha pianto lacrime diverse dalle altre, in realtà hanno innaffiato e hanno dato vita ad una pianta di rose nere. Una simile lettera dovrebbe essere letta fra gli alunni delle scuole superiori, quale base d’insegnamento per i futuri uomini.
Hai descritto egregiamente e con tanta fermezza questo tuo “Attimo fuggente” della vita.
Ed è con altrettanto vigore che non ti offro la mia spalla su cui appoggiare la tua fronte, ma ti rinnovo l’aforisma che creai a suo tempo quando ti conobbi: “Solo chi è capace di scrutare le profondità dell’anima, non rimarrà mai sulla superfice della vita a galleggiare”.
Posso dirti solo in modo imperativo: Ama la nostra Ustica e non ti curare di altro.
Un grande abbraccio, Pietro.
Uno scritto lungo, impegnativo ed intenso del caro Mimmo Drago che ho già definito altre volte un vero “Unicum” :
il tormentato, appassionato ed intenso percorso dell’Uomo, Scienziato, Filosofo, Artista e Poeta .
Un vero faro, un riferimento per chi voglia trovarsi coinvolto nella sua narrazione, nella sua profonda introspezione interiore cavalcando passione e sentimento, nutrendosi di cultura e conoscenza, esplorando i mille rivoli del pensiero e della sensibilità dell’Anima.
Grazie per le tue straordinarie composizioni che si rispecchiano nella meravigliosa Bellezza del Mare, grazie per la tua pacata saggezza che aiuta a sentirci avulsi , per quanto possibile, dalla vuotezza e dalla dilagante degenerazione che l’umanità tutta sta tutt’ora attraversando.
Grazie per consentirmi di condividere una parte del tuo viaggio, ti sono sempre vicino con enorme Affetto ed autentica Amicizia.
Per conto di Katia Bertacci
Uno scritto profondo, complesso, carico di molteplici stati d’animo.
Come si fa a non leggerti?!
Gli occhi scorrono sulle prime righe, catturando la mente, non riuscendo più a fermarsi.
Tutto è intriso di bellezza, (quella bellezza che tutti dovremmo saper vedere e cogliere nel mondo), sentimenti, studio, impegno, cultura!!!
Una volta a scuola un insegnante ci disse: “Dai professori dovete prendere, apprendere, rubare loro il più possibile… perché il “sapere”, una volta acquisito, nessuno potrà portarvelo via”
Da te c’è solo da imparare, scoprire, apprendere !!!
Mi spiace per la “nota minore”…
e credo al tuo dolore e sopratutto delusione.
A me piace questo pezzo del tuo scritto che dice tanto, tutto!!!
“Si giunge a questi comportamenti, a tali decisioni, quando si scopre e si matura il triste pensiero che la presenza umana abbia deluso, esasperato, mortificato e certe reazioni incomprensibili, penose, prive di modi garbati, di stile, abbiano nauseato al punto di non essere più interessati al falso fragore del mondo esterno che procura dolorose cascate interiori di insoddisfazioni, che spengono le speranze e annebbiano la fiducia”.
Ciao Carissimo Domenico.
Le tue parole sembrano essere lontane da questo presente anomalo, strano, dove pare non esserci posto per anime belle, per la poesia, la filosofia, la letteratura, l’arte; sembra tutto così vuoto e privo di quell’umanesimo cancellato da un’epoca digitalizzata in cui regnano gli algoritmi e si cancellano le menti. Ma credo che proprio per questo tu non debba sentirti sconfitto o fuori contesto, al contrario dovresti restare e condividere la profondità del tuo approccio alla vita per offrire un ancora di salvezza a quelle anime ancora vive. A coloro che non sanno più né soffrire né gioire, che cercano disperatamente un senso specie in questo occidente logorato dal denaro e da loschi affari oramai senza controllo. Quindi medita prima di abbassare la guardia con questo anticipo, perché quel tuo fare e dire potrebbe essere un faro nel buio per tanti, tantissimi, contribuendo a un difficile ma sempre possibile risveglio di menti e cuori. Personalmente ho sempre attinto al tuo profondo modo di sentire, conoscendo Neruda attraverso la tua passione e molto altro, in un continuo scorrere di poesie, letture intense e multivisioni. Ti sono grato per tutto questo e spero tu condivida ancora te stesso: sarebbe un gran dono per tutti.
“Più facciamo progressi interiori più diminuisce il numero di coloro con cui possiamo realmente dialogare.” (Emil Cioran)
Un sentito ringraziamento giunga a Sergio Fisco, Pietro Fiorito, Vincenzo Striano, Katia Bertacci e Frank Turano per i loro affettuosi pensieri!
Mimmo
Piero Mescalchin
Carissimo, ci conosciamo da molto tempo e sappiamo entrambi quanto sia impenetrabile il mondo, quasi quanto il nostro amore per il mare e il dono immenso che sempre senza nulla chiedere ci offre. E’ molto difficile farsi comprendere, solo i più sensibili lo possono fare. Anche io a volte mi chiedo se tutto il mio lavoro per le Tegnue di Chioggia, da discarica a parco marino, sia servito veramente solo al mare e non anche agli uomuni che lo frequentano eppure la volontà e la fatica nelle lotte mi hanno accompagnato per oltre cinquanta anni e ancora insisto con la divulgazione soprattutto con i giovani nelle scuole. Siamo consapevoli che la nostra vita é stata arricchita dal mare che in esso abbiamo trovato amore, comprensione, sollievo nei momenti di gioia e di dolore. Ha saputo il mare esserci amico, confidente e conforto e così continuerà a fare. Ho letto con commozione il tuo commiato e credo che in qualche modo rispecchi anche molte mie esperienze, ma nessuno mai potrà privarci di quanto il mare ci ha generosamente sempre donato.
Per conto di Vito Ailara
Caro Mimmo, ho letto, ho letto. Sono sorpreso e addolorato. Non condivido, però, la tua scelta. Non la condivido affatto. Non hai, infatti, valutato il consenso silenzioso e la stima sottintesa, entrambi unanimi e intensi, che l’intera comunità isolana -e con essa quanti qui ti abbiano conosciuto per frequenza abituale dell’isola- ha verso la tua preziosa opera. Preziosa per Ustica, preziosa per la difesa del mare, preziosa per tutti, preziosa perché è poesia e la poesia è sempre preziosa, anche per chi non ha strumenti per gustarla.
Tu che hai antenne sensibili per cogliere i sentimenti sin nelle viscere dell’anima sai bene che qui tutti –dico tutti- hanno stima e gratitudine per la tua incessante e colta promozione della nostra isola e per la bravura e l’intensità con cui la onori e la osanni sul palcoscenico del mondo.
Se alcuni di noi per negligenza o solo perché privi di strumenti per apprezzare la tua opera, o, peggio, per indifferenza sono stati incapaci di esprimerti gli apprezzamenti dovuti, non farci caso, segui il Poeta: «non ragionar di lor, ma guarda e passa». Ti prego non lasciarci “orfani”, continua a cantare la nostra isola e a informarci dei riconoscimenti ricevuti.
Vito Ailara
Per conto di Francesca Miceli
Letto tutto e ne sono profondamente rattristata ma capisco perfettamente la tua “Stanchezza”
Domenico Drago, noi ci conosciamo da poco , ma ho compreso la profondità e la sensibilità e anche il tormento che ti accompagna, quasi Pirandelliano direi.
Ma ciò non toglie che continuerò ad approfondire la nostra conoscenza perché sei balsamo per la mia anima, sapienza per il mio sapere e luce per la mia innata curiosità. Il tuo sentire è molto simile al mio, vivo in un mondo dove non mi rappresenta, centrato sulle apparenze, superficialità e convenienze, dove il sentimento profondo viene quasi deriso, e la verità diventata un optional.
Così, mi rifugio nella mia ricercata solitudine e profondo silenzio… il più delle volte guardando il mio amato mare, ma adesso ho un amico in più
Un abbraccio affettuoso, ci vedremo presto perché io non smetterò di seguirti.
Francesca
La Virtù e il Vigore della Trasparenza …
Caro Vito buonasera, anch’io ti ho letto con attenzione ed interesse e mi dispiace molto che, quanto da me esposto, ti abbia sorpreso e addolorato. Mai mi sarei vestito di questa responsabilità.
Scrivi nella tua apprezzata lettera puntuale, sincera, affettuosa, così la percepisco, pubblicata su Ustica Sape da Pietro Bertucci per tuo conto:
“Caro Mimmo, non hai valutato il consenso silenzioso e la stima sottintesa, entrambi unanimi e intensi, che l’intera comunità isolana ha verso la tua preziosa opera …”.
Ti confesso però che in tal senso, restai perplesso quando non riscontrai l’esternazione né di una parola, né di un sorriso che avrebbero dissolto il cielo grigio dalle nuvole di pioggia.
Non sempre si può lasciare tutto ad una immaginazione e mi illudevo che, in quello stato d’animo turbato, qualcuno mi avrebbe donato almeno una partecipazione, un consenso chiaro, trasparente, corale che non avvenne!
Tu caro Vito, non usi colori complementari, non utilizzi sfumature di grigi, ma adoperi soltanto tinte fondamentali, per dipingere il tuo Essere ed esternare un pensiero che stimola certi sentimenti.
Da uomo sensibile, colto, coscienzioso, di grande esperienza di vita, quale tu sei, con la penna in mano, sei sempre comprensibile, chiaro, come l’acqua della Grotta Azzurra in cui ci si può o ci si deve, specchiare la coscienza.
A tal proposito mi permetto di citare questo illuminato pensiero che credo ti calzi perfettamente e che probabilmente conosci, apprezzi ed eserciti:
“Cultura non è possedere un magazzino ben fornito di notizie; ma è la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con gli altri esseri umani”.
Questo lo scrisse un Uomo che visse in Ustica e abitò a pochi passi dalla mia casa. Il suo nome, che è storia, risuona ancora tra i vicoli silenziosi del paese, con una fugace presenza al rintocco di una campana: è Antonio Gramsci!
Per quel che mi riguarda sono soltanto un Pellegrino di Speranze che si nutre di Sogni e pensa, non solo in riva al Mare, ma anche sotto la sua elettrica superfice! E ti confesso che questa è la mia vocazione preferita, forse per molti incomprensibile!
Albert Camus, premio Nobel per la Letteratura nel 1957, filosofo, scrittore, saggista e drammaturgo Algerino, che visse a Parigi e nella sua esistenza fu influenzato dai pensieri di altri geni della filosofia come: Jean-Paul Sartre. Franz Kafka e Friedrich Nietzsche espresse questa arguta riflessione che mi sfiora l’Anima:
“Nessuno sa che alcuni compiono sforzi immensi semplicemente per sembrare persone ordinarie”.
E la esternò non soltanto riferendosi agli emarginati, ma anche a coloro la cui coscienza è acuta e la mente in continuo fermento.
Queste anime luminose che mi sfiorano i sensi, ma di cui non ne faccio parte, devono necessariamente compiere uno sforzo straordinario per adattarsi ad una realtà logorante che stride, rispetto ai loro comportamenti, alla loro natura, alla loro filosofia esistenziale.
Ed è questa la chiave di lettura per comprendere certa sofferenza:
“Cercare un compromesso con un mondo che non vibra alla stessa profondità del loro essere”.
Mi chiedo, ti chiedo, il benessere allora è quell’immersione immaginaria, collettiva che permette di raggiungere contemporaneamente la medesima profondità?
Chissà, appena tornerò ad Ustica verificherò personalmente in mare e cercherò di comprendere meglio, poi ti informerò!
Caro Vito, non so se sono un pregiato crostaceo con lunghe antenne che pascola nei meandri rocciosi dei fondali di Ustica, ma il tuo suggerimento metaforico mi riconduce ai versi di Pablo Neruda – che, cosa insolita, ancora non avevo citato:
“Passeggiar con antenne nelle arene del litorale che amai e vissi, fare scivolare un brivido tra le alghe spaventate, sopravvivere sotto i pesci, nascondendo loro il guscio della mia struttura complicata, è così che sopravvissi alle tristezze della terra …”.
Ma non sono neanche un Padre che ha figli dimenticati da lasciare “orfani”.
Sappi però che il mio canto prediletto sarà sempre e comunque rivolto ad Ustica segretamente o palesemente, che continua ad incendiare l’Anima mia col suo fuoco sempre attivo, ma oggi non posso, perché devo riprendermi da un passato che ha travolto le mie illusioni di cristallo!
Grazie, Mimmo
Ciao Mimmo, ieri stavo proprio pensando al tuo articolo. Definirlo approfondito mi sembra riduttivo. Direi piuttosto, trattandosi di Mimmo Drago, che è un articolo profondo come il mare capace da una riga all’altra di farti immergere negli abissi dell’anima per poi farti risalire fino alle vette delle emozioni. Ci ho pensato di scrivere un commento, ma mi sono fermato perché mi sono chiesto se avrei mai potuto commentare in modo degno le tue parole. Come sempre, ciò che scrivi mi lascia stupito per la vastità dei tuoi pensieri e della tua tua cultura. Stupito e non meravigliato. Sono tanti anni che ti seguo e gioisco per i tuoi successi e mi rammarico per le critiche che ricevi e che non riguardano, guarda caso, le tue opere che parlano da sole, ma il tuo essere uomo onesto che riceve grandi doni dal mare e dalla sua terra di Ustica, un esilio che non ti fa soffrire, ma che colma la tua vita come penso accada a pochi. Vorrei poter conoscere tutti gli autori che tu citi per condividere le tue sensazioni al massimo grado e commentare in modo degno. Non sono all’altezza, ma questo non è un volersi sminuire, ma una constatazione. Almeno con me stesso devo essere onesto. Diciamo che se qualcuno mi chiedesse chi sono oggi rispondere che sono un modesto artigiano della parola, un affabulatore del mare come ho scritto o detto da qualche parte senza ricordare il dove o il quando. Insomma. Mimmo non sum dignus. O forse sono geloso dei miei sentimenti che mi fanno prediligere un rapporto umano dove, come con i fiori e le bellezze della natura, tutto è basato su profumi, colori, armonie e contrasti e altro ancora che non ha bisogno di parole tanto più che il più delle volte difficilmente esprimono compiutamente ciò che proviamo a parte gente come te che con la poesia e le immagini ci aiuta a pensare, a volte malinconicamente e a volte riempiendoci di gioia e di stupore, due cose di cui come ami oggi abbiamo bisogno. Caro Mimmo, considera queste mie parole come un pensiero. Se poi vorrai utilizzarlo, sappi che l’ho scritto per te. Un abbraccio forte in nome di ciò che ci unisce. Sii uno scoglio come quelli della tua isola che resistono da sempre al mare fronteggiandolo a viso aperto. Ciao. Angelo
Aridi, stolti, ignoranti, incapaci di vedere, di sentire, d’amare. Ho letto con attenzione la tua amarezza e mi sono tornate in mente le frasi che ci scambiammo quando la volgarità della presunzione e l’arroganza che l’analfabeta dei sentimenti esternò pubblicamente per ferirti. Riecheggiano come boati di tuoni lontani, quelle sprezzanti, offensive e improvvide espressioni nei riguardi tuoi personali e la disapprovazione per quell’immagine artistica che non fu considerata come elemento esplicativo del verso poetico ma estrapolata dal suo naturale contesto fu oggetto di sconsiderata critica e supportata solo dal desiderio semplicistico di esporre un pensiero politico in cerca di facili consensi. Fosti colpito come lo Scire’. Ti piegasti, dolorante su un fianco e, piangesti per la pochezza del genere umano. Il mare, la bellezza in ogni sua forma, la musica, la poesia, il canto, sono, lo sappiamo bene, l’unica cosa che ci distanzia dalla bestia. Le tue opere, pregne d’amore, di lirica dei sentimenti, di bellezza, di cura maniacale per i dettagli ti rendono maestro indiscusso nella difficile arte della multivisione. I riconoscimenti ed i premi a te assegnati sempre stati sempre conquistati a viso e campo aperto. Tu, MAESTRO, sei stato vilmente ed ingiustificatamente ferito. Il tuo animo nobile e sensibile non e’ riuscito a metabolizzare la cattiveria gratuita ed il tuo bellissimo ma difficilmente raggiungibile eremo usticense ha contribuito, non poco, al tuo isolamento. Ustica Sape perde, con la cessazione dei tuoi interventi, una penna di prestigio, un faro che indica ai suoi lettori, la corretta rotta da seguire nel mare della bellezza dell’anima. La tua arte, allo stesso tempo opera e manuale d’uso di luci, suoni e colori, in questo mondo grigio, ti rende indispensabile guida artistica e culturale. In molti rimpiangeranno le tue intime sensazioni, le tue visioni ed i tuoi silenzi assordanti. Non lasciare che il freddo dell’inverno dei sentimenti inaridisca o bruci ciò che ci hai abituato ad amare. Il tuo amore per l’amore in ogni sua espressione. Il tuo amico Claudio Compagnone
Carissimi Piero, Vito, Francesca, Angelo e Claudio, dalla necessità di proteggere la mia Anima esposta, sembrano nascere le Vostre parole consolatrici, che diventano il riparo segreto da tutti i venti. Le terrò dentro i miei sentimenti e nei momenti più bui, le rileggerò cercando la luce tra le righe! Quella luce che mi permetterà di trovare ancora stimoli per andare avanti! Grazie di cuore a tutti Voi! Mimmo
Caro Mimmo, pur conoscendoti da molto tempo, dagli anni d’oro di “Antibes”, è soltanto da pochi anni che, ritrovandoti, per caso, sull’isola che ami tanto, ho trovato nelle Tue riflessioni un’identità di vedute con il mio essere, sulla quale abbiamo talvolta scherzato. Ogni minuto trascorso con te, sulla veranda della casa azzurra, mi ha immensamente arricchito culturalmente e umanamente. Questo “incantesimo” non può e non deve spezzarsi all’improvviso a causa della montagna di delusioni derivanti dalle “umane miserie” che hanno determinato la Tua uscita di scena da “Ustica Sape”. Tutti coloro che Ti conoscono hanno contezza della grandezza della Tua persona. La produzione delle Tue opere di pura poesia devono continuare a percorrere la strada di luce che hanno tracciato, pur nella consapevolezza delle amarezze e dei disagi che talvolta sgorgano dalla Tua anima. Definirei, come ti ho detto al telefono, “monumentale” questa Tua esternazione finale che merita un’attenta lettura e rilettura. Spero tanto di poter continuare di nuovo a conversare amabilmente con Te sulla veranda della casa azzurra già fra pochi mesi. Un grande abbraccio al Vate del mondo che vive sotto il mantello del grande padre blu. Alessandro Tommasi
Carissimo Alessandro, ti ringrazio tanto per il tuo affettuoso pensiero, che sento provenire dai tuoi più intimi sentimenti! Mimmo