Ho conosciuto tante persone nella mia vita stagionale estiva ad Ustica, ed è con tanto piacere che mi ricordo di un uomo dal portamento sicuro e dall’incedere imponente, ma non austero: “Il Gigante Buono”, ovvero alla anagrafe Camillo Padovani.
Uomo integerrimo e forte sia nel fisico che nel carattere, forse sono la persona meno adatta per descrivere, ei fu, “un’istituzione vivente”, con tanto di muscoli e di forza interiore, purtroppo oggi per noi tutti, “Assente”.
Ogni tanto mi piace rivangare il mio di passato, mi ricordo di avere assistito da ragazzo ad una scena preoccupante ma nello stesso tempo divertente.
Lo scenario era quello della piazza, più di 50 anni addietro, piena estate e in una tarda mattinata assolata.
Senza volerlo venni attirato da un vociare confuso, subito sfociato ahimè in un diverbio acceso fra Camillo e Mario Caserta.
Litigavano in sostanza per lo sport, il calcio; ad un certo punto Mario, in tono minaccioso gli gridò: “SE NON LA SMETTI TI SPEZZO IN DUE”.
L’avviso era serio per quello che pareva, e si presentava più come una preoccupante minaccia, che un futile avvertimento nei confronti del Gigante Buono.
Questi lo convinse a calmarsi immediatamente in modo semplice e particolare, gli mostrò le sue robuste mani e chiese in tono serio di scegliere con quale delle due voleva essere picchiato.
Fu così che per un paio di secondi fra i due regnò quel silenzio dubitativo, seguito da una leggera risata degli spettatori presenti, e ben presto tutto tornò come prima.
L’altra persona con cui non andava tanto d’accordo era l’amato “Padre Carmelo”.
La politica li divideva di molto ed aveva eretto fra i due un enorme muro in cemento, entrambi sembravano usciti da un film di Don Camillo e Peppone.
L’unica cosa che riuscì ad unirli fu invece l’amore per il glorioso e storico “Baseball Usticese”.
Per quanto riguarda forza o coraggio di Camillo, cito solo un episodio in particolare.
Un giorno, tuffandosi nelle acque antistanti la Grotta Azzurra, con la sola forza suo corpo riuscì a spostare dagli scogli la nave cisterna dell’acqua potabile, consentendole in modo sicuro di riprendere il largo.
Purtroppo, anche tu sei diventato ospite fisso dell’eterno luogo sacro usticese, e di sicuro non hai più bisogno né dei tuoi muscoli né della tua politica, per dialogare coi tuoi compaesani.
Adesso riposa per sempre sereno, o “Grande Camillo”.
Pietro Forito.