Spett.le USTICA SAPE
c.a. Pietro Bertucci
Parrebbe che le istituzioni (di controllo amministrativo e forse anche quelle giudiziarie) si siano accorte dello scempio del sentiero di mezzogiorno.
Possibile che, in via ordinaria, in questo paese non si possa ottenere ciò che è normale altrove, cioè che la pubblica amministrazione operi correttamente e sia sottoposta a verifiche da parte di altre Autorità circa la correttezza e tempestività del suo operato?
Evidentemente bisogna ricorrere, più che al presidio dell’ordinario senso del giusto e del bello, alla pressione mediatica perchè il Re si accorga di essere nudo.
Adesso che si sono accesi i riflettori sul caso “sentiero di mezzogiorno” ci aspettiamo che venga attenzionato anche ciò che è accaduto a cala Santoro ( od Acquario) e nel centro storico con un convento del 1275 che si è gonfiato oltre misura, sino a straripare persino sul suolo pubblico, divenendo sotto gli occhi compiacenti di più amministrazioni un organismo tutt’affatto diverso dall’originale.
Che dire poi delle case popolari, moltiplicate per partenogenesi, con le terrazze stabilmente coperte non per difendersi dal sole ma per incrementare esponenzialmente la superficie coperta e persino la cubatura, peraltro in centro storico con vincolo archeologico…
Certamente a tutto ciò non si pone rimedio effettuando sopralluoghi dopo un anno dai fatti e dopo che radio fante aveva opportunamente spinto i possessori dei luoghi a dismettere ciò che avrebbe denunciato la natura abitativa del “capanno per gli attrezzi” (rectius, dependance) o, a seconda dei casi, ad interrare il piano terra tornando a trasformarlo in cantina.
E’ pur vero che in certi concorsi le materie d’esame non siano nè l’urbanistica né l’abusivismo edilizio ma per queste problematiche ci sono i consulenti che la Procura della Repubblica, debitamente richiesta, può officiare a spese dei contribuenti…
Ricordo un caso, svariati anni fa, in cui un tecnico si trovò ad operare per conto del comune e poi divenne il consulente dell’abusivo …trovandosi, da testimone nel processo, a dover contraddire quanto segnalato nella prima veste.
D’altronde la legislazione consente, nei piccoli comuni, di dar vita a questi ircocervi, animali mitologici metà pubblico dipendente e metà libero professionista…in questi casi dovrebbe soccorrere il senso del ridicolo, del pudore od almeno l’onestà intellettuale, qualità di cui non tutti sono dotati, ed è un attimo per ritrovarsi dove la separazione del potere di indirizzo politico da quello gestionale ci aveva voluto sottrarre, scaraventandoci nell’asservimento ai voleri del Re, anche quando codesto non è per nulla illuminato né illuminista ma stoltamente assolutista.
Adesso confidiamo che gli usticesi vogliano sostenere l’accertamento dei fatti che hanno contribuito a deturpare l’isola “prima riserva marina d’Italia(!)”ed a stigmatizzare l’operato negativo di chi ne risulterà responsabile materiale e – perchè no?- morale.
La disistima ha una grande funzione catartica e può servire a migliorare le cose e chiarire i rapporti più di un processo lungo, che peraltro dipende da tante variabili sovente fuori controllo.
La disistima, viceversa, viene dal profondo ed incide nei rapporti sociali. Può più, certamente, di una condanna giudiziaria.
Attendiamo gli eventi facendoci un’idea il più possibile corretta di ciò che è accaduto e sta accadendo. Lista civetta compresa.
Palermo,22 settembre 2024
Francesco Menallo
