La frittata è stata fatta! Adesso credo che non potrà più essere elusa l’esigenza di fermare il gioco al massacro di Ustica. E’ necessario fermare la palla e capire se la comunità usticese intenda ancora proseguire in questo sacrificio mortale del proprio presente e del proprio futuro o se possa essere disponibile a rivedere metodi e comportamenti stanti le attuali difficilissime circostanze.

Da tempo ed a più voci, la mia tra queste, con una visione delle cose che ai più può essere apparsa velleitaria o, peggio, insensata è stata sollecitata una presa di coscienza nuova e diversa, un cambio di passo rispetto alla consueta contrapposizione tra gli schieramenti che sin qui si sono spartiti la vita politica ma anche sociale dell’isola. Un metodo che si è dimostrato non soltanto una strada senza uscita ma che – è ormai sotto gli occhi di tutti – non ha prodotto se non situazioni gattopardesche: sembrava che potesse cambiare tutto e invece non cambiava nulla.

E’ ovvio, quindi, che se questa micro comunità non cambia metodo in questa deriva autodistruttiva, sul suo futuro non può che manifestarsi il più nero pessimismo. Ce ne sono ormai tutti i presupposti e le prospettive. I gruppi di potere politico hanno clamorosamente fallito e, a scanso di equivoci, di tutti colori e le estrazioni. Come tante volte manifestato, non è più il tempo del predominio di un gruppo su di un altro; non è più il tempo delle guerre di parte; non ci sono più le risorse per privilegiare una categoria sociale o un’altra; non ci sono più programmi elettorali di destra o di sinistra o di centro che siano uno migliore dell’altro.

C’è il caos.

Nella condizione economica che si è crudamente concretizzata nell’indecoroso dissesto finanziario formalizzato dal Consiglio comunale non possono esserci prospettive utili per la comunità o alternative valide ad una economia di ristrettezze forzate, c’é soltanto l’urgenza di individuare pochissimi punti di reale e conclamato interesse comune e, con decisione e fermezza, di organizzarsi per tentare di incardinarli in una gestione amministrativa e politica voluta non dalla maggioranza del momento, quale che sia, ma voluta da tutti, sostenuta da tutti, difesa da tutti.

Serve, quindi, alla testa di questo nuovo corso un uomo terzo rispetto alle vicende politiche vissute finora, lontano da una visione politica di parte, un uomo che sia indissolubilmente vicino con il cuore e con la testa ad Ustica ma sia lontanissimo dalle sue beghe. Un Sindaco che non abbia bisogno di un mero successo elettorale per sentirsi un Usticese pienamente realizzato ma che abbia vissuto e continui a farlo offrendo con amore alla sua isola la propria intelligenza, la propria integrità morale ed il proprio prestigio personale.

Un sindaco “super partes”, figlio di una comunità solidale, che non possa essere tirato per la giacca e che sappia imporre con acume e saggezza la forza del più ampio potere popolare e sovrano che lo abbia voluto democraticamente proprio rappresentante.

Mi permetto, quindi, da vecchio e per le mie ben note origini, di rivolgere un appello accorato alla cittadinanza usticese cui verrà chiesto molto presto di contribuire alla ricostruzione finanziaria del proprio Comune e che si trova davanti ad una  tornata elettorale di importanza fondamentale: smettete di dilaniarvi, fate sì che possiate trovare una indispensabile unità tra voi sui problemi odierni e futuri, che possiate individuare quell’ ”uomo” e se mai aveste la sorte di trovarlo fate sì che egli non debba temere la solitudine al cospetto delle gravi difficoltà che dovrà affrontare. Siategli solidali, fornitegli ogni aiuto, ogni supporto, di idee e di lavoro con rinnovata speranza.

Dovrà avere al suo fianco altri uomini in grado di interpretare questo cambiamento e Dio volesse che vi fossero dei giovani che per il proprio futuro abbiano condiviso questo ideale e siano pronti a portarlo avanti con impegno, volontà e fedeltà al patto morale sottoscritto con il sindaco e con la comunità.

Ustica non deve restare legata agli errori del passato, alle pesanti circostanze del presente o ad un opaco futuro in omaggio all’insipienza o agli interessi di chi non sempre ha saputo scindere la passione politica dall’interesse della comunità ma deve riuscire ad ancorare la propria sorte alle proprie migliori risorse, al proprio orgoglio ed alla propria voglia di rinascita.

Servono unità di intenti ed il coraggio di cambiare. Insieme si può!

Sergio Fisco