Ustica sape

E’ normale che nei confronti delle Amministrazioni tutte vengono lanciati gli strali più acuminati per sottolinearne le carenze, le disattenzioni, le disposizioni spesso contrarie agli interessi generali delle comunità, le norme che mortificano il comune buon senso e la quotidianità di chi le deve subire.

Per una volta, auspicabilmente non “rara avis”, ritengo sia un atto dovuto quanto sentito riconoscere agli Amministratori regionali, primo tra tutti il Presidente Schifani, l’avere con immediatezza e responsabilità rimosso il provvedimento che consentiva aberranti gratuità nei trasporti marittimi dei pendolari da e verso le isole. UsticaSAPE lo aveva richiesto con forza coinvolgendo anche l’Assessore ai trasporti Aricò e richiamando chi di dovere all’osservanza ed al rispetto del principio di equità che deve sovraintendere la vita sociale delle comunità. Un richiamo che ha sollevato molte coscienze dal torpore della sopportazione riscuotendo l’approvazione incondizionata di quanti, questa volta, hanno ritenuto opportuno sottoscriverlo e la cui voce è stata tempestivamente ascoltata.

Ritengo opportuno porre in evidenza che la revisione di una norma sbagliata non deve essere considerata una condizione punitiva per chi ne subisce effetti contrari al proprio interesse ma la necessaria correzione di un errore che, riconosciuto tale, va accettata con soddisfazione da tutti in ossequio, proprio, di quel principio di equità cui ho fatto riferimento di cui tutti dobbiamo riconoscere il valore etico e sociale.

Senza, poi, voler dare l’impressione di voler pretendere troppo né, tanto meno, apparire pronti a battere il ferro caldo, è questo il momento di sostenere con energia corale l’iniziativa dei Sindaci delle isole minori finalizzata ad estendere le agevolazioni economiche sui trasporti marittimi previste per i residenti anche ai nativi di quelle isole non residenti che forze maggiori hanno fatto emigrare per condurre altrove la propria esistenza ma che su quelle isole hanno lasciato le proprie radici, affetti, interessi di ogni genere e che in quelle isole vogliono e devono tornare con le stesse prerogative anche economiche dei propri compaesani. E’ proprio di questi giorni l’azione del Governo regionale in favore della riduzione del 50% del costo del biglietto aereo per i nativi siciliani che intendano tornare nella propria terra natia.

Ricordi e valuti quel Governo che le isole rientrano nella continuità del territorio nazionale e che i loro nativi emigrati devono mantenere questa prerogativa per sé e per le proprie famiglie.

E senza con ciò sentirmi colpevole di coltivare un interesse privato che, poi, è l’interesse di tanti altri che negli anni hanno ritenuto di dedicare la propria attenzione a  quelle isole, ma in piena coscienza, ritengo pertinente richiamare l’attenzione del Governo regionale sul ruolo che noi, io come tutti gli altri possessori di casa ad Ustica e su altre isole, abbiamo assunto e continuiamo ad assumere come testimonial di quei luoghi e, aspetto non secondario, sostegni rilevanti alla loro economia. Le spese annuali di esercizio e di manutenzione restano sull’isola, ne sono voci di entrata finanziaria e fiscale regolare e sono molto elevate; l’esercizio stesso è reso, poi, oltremodo oneroso, quindi difficoltoso, dai costi di un trasporto marittimo personale e familiare che non ha come meta un albergo o un B&B ma la propria sudatissima e amatissima casa.

Non va dimenticato, peraltro, che già nel 2018 le Società di navigazione che gestivano i trasporti, la Ustica Lines, avevano riconosciuto la peculiarità dei possessori di case sulle isole applicando una rilevante riduzione del costo del biglietto d’imbarco sia sui traghetti – oggi ancora vigente – che sugli aliscafi, beneficio su questi ultimi che dopo poco tempo dovette fare i conti con una diversa politica di gestione aziendale o con una mutata disponibilità del Governo regionale ad intervenire in favore dello “statu quo ante”.

Lascio ovviamente alla comprensione del lettore nelle sue diverse attitudini o responsabilità decisionali la evidente differenza tra me con gli altri possessori di casa ed i residenti. Sarebbe presunzione pura non rendersene conto, ma la richiesta di una valorizzazione economica del nostro ruolo sull’isola rispetto a quello del turista diviene realistica e cogente.

In buona sintesi, potremmo accettare di essere considerati un pochino meno che residenti e molto più che semplici turisti “mordi e fuggi”.

Sergio Fisco