Grazie all’ANPPIA che col suo gesto ha voluto colmare una grave omissione.
È un dovere rendere patrimonio collettivo la Memoria.
Un dovere che avremmo dovuto assolvere noi usticesi già da tempo, ma la frenetica vita estiva imposta dal turismo e i sonnolenti inverni isolani ci hanno indotto a trascurarlo, rescindendo così una delle nostre radici originate da due secoli di convivenza con uomini dai grandi ideali.
Un dovere che oggi l’ANPPIA assolve anche in nostro nome.
Grazie Presidente. Grazie a nome mio personale, del Consiglio Direttivo e di tutto il Centro Studi e – mi sia permesso- grazie anche a nome dei miei compaesani. Riporti i sensi della nostra gratitudine al Consiglio e a tutti gli associati dell’ANPPIA.
Un grazie personale desidero rivolgere anche all’Amministrazione comunale che nell’accogliere la proposta dell’ANPPIA ha voluto onorare la parete di un bene della mia famiglia casualmente prossima a casa Manfrè.
Io e la mia famiglia ne siamo orgogliosi!
In questa casa Gramsci e Bordiga, amici sinceri seppur di idee contrapposte nella gestione del partito (sei mesi prima Gramsci aveva vinto la sua battaglia congressuale divenendo segretario del partito), convissero in armonia all’insegna del motto Immotus nec Iners riprodotto nella meridiana che Bordiga realizzò sulla terrazza. Gramsci resterà 44 giorni, Bordiga 10 mesi; entrambi lasceranno l’isola in manette per una più penosa esperienza in carcere.
In questa casa concepirono la scuola di cultura, una scuola di tutti e per tutti, aperta anche agli usticesi e alle guardie. Ne elaborarono il programma nell’immediatezza del loro arrivo e lo realizzarono appena due settimane dopo. Il 21 dicembre, infatti, la scuola era già funzionante. Una intuizione lungimirante che divenne una straordinaria esperienza umana e intellettuale estesa poi ad altre iniziative di carattere sociale e cooperativistico e che ha avviato un processo di Resistenza attiva che nelle carceri e nelle altre isole si svilupperà nella Resistenza lunga e, poi, nella Resistenza armata contro i nazifascisti.
Una scuola che verrà contrastata dal regime, ma che manterrà la sua capacità di riflessione individuale e collettiva, che avrà in tutte le isole di confino un suo sviluppo, seppur clandestino, sino al Manifesto di Ventotene, e che nelle isole e nelle carceri preparerà le future classi dirigenti della Repubblica.
Felice anche l’accostamento della targa al murale di Francesco Del Casino.
La frase in esso trascritta, uno dei tre motti del giornale Ordine Nuovo fondato da Gramsci, infatti, riassume il dovere dell’istruzione del singolo con la consapevolezza di giovare alla collettività: «Istruitevi perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza». La targa riconosce la validità di quel proposito.
Centro Studi Ustica