Che stupenda Isola che sono, almeno così mi fate credere, piena di scogli, grotte e calette, sempre circondata da acque limpide, pure e prodighe, a volte attraversata da impetuosi venti o da delicate brezze marine e comunque sempre profumata al punto giusto.
Subito, all’alba del dì vengo baciata da una fresca luce candida e poi lentamente riscaldata tutto il giorno da un cocente sole caustico, e solo al tramonto sarò magicamente illuminata da un divino raggio aureo, dorato e pregevole.
Già da molto tempo Vi siete accorti che sono epica, mitica e misteriosa, nonché femmina forte e ferace.
Come te donna mia.
Purtroppo infinite stagioni sono passate su di me, e lo hanno fatto tanto in fretta che non Vi siete mai accorti dei miei lunghi sospiri, che di fatto oggi giacciono tra le ortiche di grami pensieri.
Mi sono donata a chi mi ha voluto bene senza pretendere nulla in cambio, se non ogni Vostra garbata attenzione e tenera solerzia.
Sin da quando son nata ho tre potenti amici che mi difendono e mi proteggono, sono quel mio magnifico Cielo azzurro, quel peculiare Mare blu e il mio raggiante e rovente Sole rosso, ma a volte tutti e tre mutevoli di forza, intensità e colore come le sette note musicali dipinte dalla mano di Dio.
Poi solamente in quelle calde notti estive vengo illuminata mensilmente da una preziosa luna piena, che riflettendosi da oriente sulle mie calme acque, mi farà apparire, per magia, argentata e preziosa.
Forse è quel suo pallido specchio rotondo ma discreto, che riflettendo su di me la luce tenue delle stelle, mi fa sentire ogni volta come una diva capricciosa e senza uguali.
Così nessun verbo sarà tanto potente da alterare le mie azioni, nemmeno un qualunque aggettivo mi renderà diversa da come sono, così come nessun sostantivo muterà la mia identità, quindi nulla mi modificherà da ciò che sono.
IO sono “femmina” e come tale ho sfidato mille battaglie, ho affrontato mille tempeste e ahimè ho contemplato mille eremi solitari, facendo fronte a tanti problemi con molta abilità, cercando di risolverli con la sottigliezza del mio ingegno e con il pieno controllo delle mie emozioni.
Ma il fulcro di una comunità non sono io, ma sei tu “Donna”, dove il maestro tempo, con giuste lezioni, ti trasforma da bambina a fanciulla, da ragazza a moglie, da madre a nonna, e perciò non sei altro che la colonna portante ma mutante di questa fertile società isolana.
Sei come una cieca che sa vedere la musica, come una sorda che sa ascoltare Dio e come una muta che sa parlare d’amore.
Pertanto non sei altro che l’inizio di ogni vita, creatura perfetta e donna incredibile, con una enorme importanza per quel mio delicato futuro,
VOSTRA USTICA.
Pietro Fiorito