Abbiamo ricevuto dal signor Luigi de Vico questa poesia che volentieri pubblichiamo perché ci sembra troppo bella per tenerla solo per noi.
Il signor De Vico è nato a Bologna e ora vive in Piemonte. È venuto ad Ustica a cavallo tra Agosto e Settembre per uno “stage di apnea nel nostro meraviglioso mare e che è stato conquistato dall’Isola”. Fa notare anche che “pur non essendo un poeta, l’isola e il mare gli hanno ispirato questi versi”.
USTICA
Isola di Circe, Isola di pirati
Isola di esuli quaggiù confinati
Greci Fenici Romani Borboni
Torri di guardia contro i predoni
Isola di alta e di bassa marea
Il tuo Mare mi chiama a tuffarmi in Apnea
Perché con quel volo giù in verticale
Io possa raggiungere una meta ideale
Dall’Isola il Mare è uniforme e vasto
Poi mi c’immergo e mi emoziona il contrasto
L’acqua spoglia la roccia lambita
Ma sotto il suo pelo esplode la vita
Isola di capperi e di lenticchie
Dona silenzi alle mie orecchie
Nutri i miei sensi di gusti e colori
Che hanno i tuoi frutti, che hanno i tuoi fiori
Non posso distogliere il mio pensiero
Da quella sciagura e dal suo opaco mistero
Un aereo a brandelli nella mia Bologna
Una storia di morte e di menzogna
Isola persa nel Vento e nel Mare
Aiutami, ho il mio centro da ritrovare
Nera figlia del vulcano, onda chiara che mi accarezzi
Delle vertebre della mia anima raddrizzate bene i pezzi
Isola piccola, Isola bella
Di Madre Sicilia fulgida ancella
Fammi felice, fammi sognare
Raccontami a sera le tue storie corsare
Luigi De Vico
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COMMENTO
Al Sig. Luigi De Vico
Ho letto tutto d’un fiato e con molto attenzione su Ustica SAPE la sua bellissima composizione.
Di fatto lei si aggiunge di diritto alla lunga lista degli amanti e nonché cantori della nostra isola omerica.
Complimenti sia per la sua creatività che per i suoi sentimenti trasmessi a noi con tanto altruismo.
Quindi grazie per ciò che ha realizzato con tanto amore e passione, pure se la tragedia ha unito la sua Bologna alla nostra amata Ustica.
Mi auguro di leggere in un prossimo futuro nuove sue poesie, pertanto benvenuto nella terra che ammalia e seduce i più sensibili, un caro e affettuoso saluto.
Pietro Fiorito