Buonasera a tutti.
Un doveroso saluto di benvenuto a Don Massimiliano Purpura, cappellano della Polizia di Stato, ed a tutti Voi.
L’anno scorso Vi avevo detto che per me, da Sindaco, sarebbe stata l’ultima festa di “San Bartolicchio”: mi sbagliavo e sono felice di essere qui con Voi, ancora da Sindaco e per questo Vi ringrazio.
La festa di San Bartolicchio è una festa religiosa che coinvolge tutta l’isola che di fatto chiude una serie di “feste popolari estive” e ci lancia mentalmente a quello che sarà il prossimo appuntamento importante, ossia il Santo Natale.
E’ un appuntamento importante anche per gli amanti delle feste popolari e del folklore: la campagna si riempie di luci, suoni, colori e sapori e la contrada Oliastrello diventa teatro di festeggiamenti e giochi, proseguendo durante le serate con grigliate di pesce o carne, vino e musica per rimanere allegri ed in compagnia.
La tradizione nasce nel lontano 23 settembre del 1904 quando un violento temporale si abbatté sulle due contrade di Oliastrello e dello Spalmatore con una violenza mai vista prima, risparmiando la zona del centro abitato.
In tale occasione vennero scoperchiate stalle e abitazioni, i buoi e gli asini sollevati in aria, grandi alberi vennero distrutti, si ebbero numerosi feriti e una persona perse la vita.
La salvezza della popolazione venne attribuita all’intervento di San Bartolomeo ed in ricordo di questo evento in Contrada Oliastrello si svolge ogni anno, a settembre, una festa religiosa con processione, messa, balli e fuochi d’artificio chiamata appunto “la festa di San Bartolicchio”.
Tale vicenda è raffigurata nelle ceramiche della Cappella che raffigurano l’accaduto, con San Bartolomeo intento a proteggere l’Isola dall’uragano.
Credo che sia “ la festa delle feste “ non solo per la sua lunga tradizione tramandata dai nostri antenati, ma principalmente perché ha delle radici tanto semplici quanto profonde nel tempo e nelle famiglie dell’Isola, quasi un componente del DNA usticese.
Oggi a questo evento si è aggiunta una grossa partecipazione anche da parte dei turisti, dei visitatori e dei nuovi proprietari di case.
E non me ne vogliano sia alcuni proprietari di nuove case, che da sempre accogliamo a braccia aperte, sia alcune persone, purtroppo anche dei giovani spesso viziati, presuntuosi ed invasati, – non me ne vogliano – se dico che non potranno mai comprendere sino in fondo le nostre tradizioni, il nostro modo di essere isolani, con tutti i nostri pregi e difetti.
Non hanno le nostre stesse radici.
Agli alberi non importano le altezze, ma le radici: e le nostre sono bene amalgamate e profonde.
Sono certo che col tempo alcuni di questi riusciranno a comprendere che il piccolo solco che stanno tracciando non darà né frutti, né vita ma produrrà solo piante con rami secchi che si dovranno appoggiare agli alberi rigogliosi dalle radici profonde.
E’ motivo di orgoglio avervi visto così numerosi, sia nella parte religiosa appena conclusasi che in quella ludica di ieri sera e spero anche di questa sera.
Concludo.
Desidero ringraziare tutte quelle persone che a vario titolo si sono impegnate anche lavorativamente ed hanno realizzato grazie a quello che con le Vostre offerte avete consentito di fare: quindi un ringraziamento al Comitato Festeggiamenti (Vito, Antonio, Rosaria, Bartola, Ciro, ai due Giuseppe – Caminita e Mancuso (in trasferta)-, Ludovica, Domenico, a Nino, spero di non dimenticare nessuno, ma siete talmente tanti che mi viene difficile ricordarvi tutti -), un ringraziamento a tutta la popolazione che ha contribuito a diverso titolo e modo, un ringraziamento ai nostri graditi ospiti che hanno scelto Ustica quale meta della loro vacanza e si sono immedesimati nelle nostre usanze e costumi.
Un ringraziamento particolare all’instancabile Giuseppe che con i suoi “ dai…dai..dai…” riesce a coinvolgere i partecipanti.
GRAZIE, Grazie a tutti per il Vostro supporto e amore per Ustica, Vi auguro un buon proseguimento di serata ….. ed appuntamento al prossimo San Bartolicchio.
Il Sindaco
(Salvatore Militello