Ustica, e dissesto fu…
E’ andata. Ieri, costretti dalla nomina del commissario ad acta, incapaci di dare una qualsiasi risposta chiara ed attendibile alle domande dei cittadini, a cui avevano negato qualsiasi forma di informazione, se non la rappresentazione pubblica delle loro liti per le poltrone, un consiglio comunale col presidente dimissionario dalla carica dopo aver convocato la seduta, ha dichiarato il dissesto.
La segretaria ha abbandonato anch’essa il campo, ringraziando il personale e suscitando l’ilarita’ di chi questo personale non solo non lo ha mai rispettato ma non e’ neanche mai riuscito ( o non ci ha mai provato?) a stimolarne l’orgoglio di lavorare per il benessere dell’intera comunita’.
La sensazione, a pelle, e’ che nessuno dei musicanti abbia percepito che la barca era definitivamente affondata. I protagonisti del fallimento conclamato ( perche’ questa e’ la dichiarazione di dissesto per un ente pubblico) nel garantire la loro rinnovata presenza alle imminenti consultazioni elettorali, non hanno prospettato soluzioni per superare la necessita’ di riequilibrare il bilancio, portandolo al piu’ presto in pareggio.
Il sindaco uscente, dopo le dichiarazioni pasquali, ha vanificato l’ennesima occasione per chiudere l’inutile ed improduttivo conflitto col personale. Questo produrra’ danni economici anche per i prossimi pensionamenti.
L’assoluta mancanza di idee, di progettualita’-che non sia quella spartitoria degli eventuali appalti prossimi venturi, usati come leit motiv di una campagna elettorale anni ’60, con tanto di “voleseme bene” in un luogo sacro ante patti lateranensi, troppo, troppo vicino anche per la denominazione ad un locale che ha preso il posto di uno spazio vincolato ad un finanziamento pubblico, senza che NESSUNO avesse PUBBLICAMENTE voglia di lamentare l’incongruenza dell’uso dei luoghi e del toponimo- ha sin qui caratterizzato le scorribande elettorali di chi non ha capito, non sa od ha studiato economia comportamentale benissimo, secondo il vecchio detto siculo “f…i. f…i che Dio perdona a tutti”.
L’isola era gia’ mal messa 5 anni fa non potendo contare su nessuna idea di futuro da parte degli schieramenti presenti. Oggi, dopo gli effetti deleteri di un’amministrazione sistematicamente in conflitto con gli interessi degli amministrati, si ha ancora il coraggio di invitare “nonostante il momento difficile” che ha visto solo un consigliere di maggioranza- gli altri superstiti erano troppo impegnati a celebrarsi- invitare a “darsi da fare tutti insieme” per estrarre la terra dal fosso.
Beh, chi ha creato il problema e’impossibile che abbia gli strumenti per risolverlo. Gli uffici? Non ci sono piu’ .Erano ridotti gia’ al lumicino e lo saranno ancora di piu’ per effetto della dichiarazione di dissesto. Siamo a meta’ aprile. La stagione sta per iniziare. Gli albergatori, i ristoratori, i negozianti, quelli che affittano motorini, barche e bici mangeranno appalti del PNRR o si adatteranno a spazzare per conto terzi. Del futuro appena oltre non ne parliamo…
Non avere contezza dei propri limiti e’ gravissimo. Che coloro che hanno occhi, orecchie e cervello per rendersi conto dell’infimo livello in cui e’ caduta l’amministrazione pubblica locale non facciano nulla per impedire il protrarsi dell’orrore e’ ingiustificabile.
L’isola non merita di essere ancora teatro di pressioni e di assistere a comportamenti amministrativi che, a tutto concedere, hanno portato al risultato di ieri sera che, sino all’ultimo, si e’ cercato di occultare e di nascondere, arrivando a confezionare una relazione di fine mandato che e’ stata definita dal revisore -subito dimessosi- COLPEVOLMENTE OMISSIVA.
Che dire? SVEGLIATEVI, e’ la vostra vita e quella dei vostri figli e dei vostri nipoti che si stanno giocando senza neppure conoscere le regole del gioco …
Palermo, li’, 15 aprile 2023
Francesco Menallo