Lettera aperta a Domenico Mimmo Drago.
Non conficcare quella tua penna in quel ultimo foglio da te appena creato, è come un pugnale che trafigge vigliaccamente quel tuo nobile petto in maniera disonorevole e dozzinale. Non puoi, non devi e soprattutto non ti è concesso farlo, poiché da te abbiamo imparato ad amare tutti i colori che Dio ci ha donato.
Tutti gli umani sognano, ma soli a pochi è permesso di tradurre e descrivere la realtà in modo poetico e personale, cercando di marchiare poi a fuoco il cuore dei sensibili in modo unico e soave.
Quindi a te è proibito tacere, pertanto hai il compito di assolvere quel doveroso incarico che il destino ti ha gravato e il fato ti ha ordinato di eseguire.
E con il pervenire di quella giusta fase della tua vita, hai perfettamente elaborato quel triste e personale momento sul tuo caro e affezionato, “Real
Da un quasi tuo coetaneo che non conosci,
Pietro Fiorito.