Ustica, lì, 13 agosto 2022
c.a. Pietro Bertucci
Oggetto: Ustica ieri, oggi e domani.
Spett.le Ustica Sape,
Carissimi Usticesi,
Faccio seguito alla mia del 6 u.s. per manifestare sia il mio apprezzamento per l’accoglienza positiva delle mie considerazioni sia per fornire qualche chiarimento e qualche – necessaria – integrazione del mio pensiero perché non venga male interpretato.
Sono fermamente convinto – e qui lo ribadisco – che la pace si faccia fuori dalle chiese e non nei templi, dove chi può e chi sa incita alla pacificazione ma è nel mondo degli uomini che tale aspirazione deve realizzarsi.
Non ho mai amato chi era bravissimo a battersi il petto davanti al tabernacolo e fuori di lì, evidentemente convinto di non essere visto neanche da Dio, era pronto ad uccidere per un piatto di lenticchie ( che, detto di un usticese, è quanto dire…).
Ciò posto, nell’ottica della pacificazione, tale necessario passaggio non può che essere attraversato da un forte anelito di Giustizia uguale per tutti, senza infierire su nessuno e dando a tutti la possibilità di emendarsi e soluzioni giuridiche sostenibili e praticabili.
Faccio un esempio per quanto attiene all’urbanistica ed all’abusivismo edilizio.
Il Consiglio Comunale di Ustica, se lo ritenesse, avrebbe la possibilità di modificare, ENTRO IL I OTTOBRE 2022, lo schema di regolamento edilizio “tipo” che la regione siciliana ha approvato e che entrerà automaticamente in vigore in tutti i comuni siciliani.
Questo intervento normativo, a mio avviso, potrebbe consentire, già da subito, l’inserimento – io lo vedrei bene nel titolo III – del recepimento, a livello di pianificazione locale, di un riferimento all’art. 32 della l. reg. sic. n. 19 del 13/8/2020.
Tale riferimento, al di là del “legalese”, consentirebbe di procedere ad accordi con i privati, a costo zero per il comune, in deroga allo strumento urbanistico vigente, a quello in itinere ed addirittura di essere inseriti in quello futuro.
Ciò consentirebbe, con la contemporanea o successiva redazione ed approvazione di un regolamento attuativo di settore per detti accordi, a tutti gli Usticesi, non a macchia di leopardo, di porre fine al clima di ricatti incrociati tra tutti coloro che hanno posto in essere, negli anni passati, sotto diverse amministrazioni ed anche di recente – abusi edilizi allo stato insanabili.
Mi piacerebbe, poi, e spero di trovare in questo l’accordo della parte più avveduta della Comunità Usticese, che:
1) Nessuno, residente o meno, uomo o donna, debba essere aggredito verbalmente per strada da figuri alla guida di mezzi di trasporto solo perché aveva pacatamente rappresentato il proprio punto di vista, indicando persino delle soluzioni per il superamento incruento dei problemi che altri (venti e più anni fa…) hanno creato ed adesso si affannano, tornati inopinatamente in auge, a cercare di coprire;
2) Nessuno possa fruire unilateralmente, illegalmente e senza corrispondere un giusto corrispettivo alle casse comunali, di suolo pubblico peraltro vincolato ad usi tassativamente previsti ed allo stato non modificati; se una destinazione diviene obsoleta, si dichiara con provvedimento ufficiale dell’organo competente e si regolamenta il nuovo uso, non si dismettono senza colpo ferire installazioni pubbliche finanziate con risorse a ciò espressamente destinate;
3) I pubblici amministratori devono essere di esempio alla Comunità in tutti i sensi ed in tutti i settori. Non possono pretendere dai concittadini e dal personale rispetto delle regole ed abnegazione al lavoro se non sono i primi a praticare tali virtù. L’esempio è il miglior sistema educativo. Si percepisce alla vista, non bisogna avere specifiche competenze linguistiche o tecniche; questo indefettibile strumento di crescita, allo stato, manca;
4) Le bellezze di quest’isola non si appartengono a chi ci vive adesso, sono fondamentalmente delle generazioni future. A loro e per loro gli occupanti di oggi hanno il dovere di consegnarle migliori di come sono state loro affidate.
5) Non vedo idee di futuro in giro e non è questione di essere innovatori o conservatori. L’attuale contesto economico e sociale di grandi ed epocali cambiamenti, non consente di affrontare il futuro con schemi mentali “collaudati”. Ritengo che il pensiero “laterale”, quello che non arriva dritto al punto ma compie percorsi a volte molto articolati, cercando di toccare e circumnavigare tutte le problematiche, sia l’unico metodo per affrontare, con speranza di sopravvivenza e di miglioramento, il futuro complesso che ci attende. Continuare ad affidarsi a sistemi vecchi, a blocchi ed incrostazioni di potere marci, sia a Roma che a Palermo, non porterà da nessuna parte, come non ha portato da nessuna parte durante questa amministrazione comunale che volge al termine e che non può invocare, a giustificazione della propria inconsistenza, la pandemia: la pandemia ha bloccato per due anni i rapporti sociali ma non ci ha privato della facoltà di elaborare pensieri ed idee anzi avrebbe dovuto stimolarli, come tutte le situazioni nuove;
6) La cosa pubblica non è proprietà di chi la amministra. E’ invece un onere tremendo perché dalla gestione pubblica può dipendere la vita e la morte e certamente il benessere delle persone che l’hanno prescelta e persino di chi non lo ha fatto. Pertanto, chi amministra deve avere la massima cura sia di chi l’apprezza sia di chi la detesta cordialmente e senza mezzi termini. L’opposizione è un bene grandissimo, soprattutto quando è puntuale e non fa sconti, sempre nel rispetto della persona.
Non considerarla significa autolimitare la propria capacità di vedere i problemi ed i propri errori e di affrontarli e porvi rimedio.
Così chiarito il senso della mia precedente, spero che almeno qualcuna delle mie considerazioni possa essere condivisa e che, comunque, ciò che dovesse apparire inaccettabile e/o errato possa essere oggetto di un gradevole scambio di opinioni.
Questo confronto credo che sia l’essenza della vita intellettualmente intesa.
Francesco Menallo