16/02/2021
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La Commissione ha avviato la procedura di infrazione contro l’Italia; la CGUE è già orientata a riconoscere i diritti del personale precario della PA.
L’Italia è responsabile di discriminazioni nei confronti dei lavoratori pubblici con contratto a termine: lo afferma la Commissione dell’Unione Europea, che ha avviato un procedimento di infrazione, destinato molto probabilmente a sfociare davanti alla Corte di Giustizia.
Numerose le categorie di pubblici dipendenti coinvolte: personale docente della scuola come gli insegnanti precari, appartenenti al Servizio Sanitario Nazionale, Vigili del Fuoco volontari e richiamati in servizio, lavoratori delle Università e degli Istituti di alta formazione artistica e musicale.
Tutti costoro, a fattor comune, sono interessati dai rimproveri che l’Ue muove all’Italia: Bruxelles ravvisa una violazione, da parte delle nostre normative nazionali, dell’Accordo quadro europeo sul lavoro a tempo determinato [1].
La legislazione italiana, infatti, stando ai rilievi sollevati dalla Commissione europea, esclude i lavoratori a termine delle pubbliche amministrazioni dalle tutele previste, invece, per i lavoratori impiegati nel privato, a partire da quella che prevede la trasformazione automatica in un contratto di lavoro a tempo indeterminato quando la somma dei periodi dei contratti a termine supera i 24 mesi di durata complessiva.
Alcuni giudici italiani del lavoro avevano già (altro…)