Un giorno in libreria, mentre tenevo in mano le parole infinite di Giacomo Leopardi, incontrai Pablo Neruda!
Era un uomo alto, aveva una grande corporatura ed indossava un poncho di lana ruvida a disegni geometrici neri e bianchi, che l’avvolgeva.
La brezza di Isla Negra giocava sulla sua testa ed i pochi capelli che aveva si increspavano al canto del vento.
Lo guardai con ammirazione e rispetto e lui mi parlò del Mare e delle Alghe, poi qualcuno che non conoscevo scattò una fotografia e quando mi rigirai per abbracciarlo, Lui il Poeta, il mio Poeta, non c’era più!
Al suo posto però aveva lasciato questa poesia che tengo cara:
“Non ho mai più, non ho sempre.
Sulla sabbia la vittoria lasciò i suoi piedi persi.
Sono un pover’uomo disposto ad amare i suoi simili.
Non so chi sei. Ti amo. Non do, non vendo spine.
Qualcuno forse saprà che non intrecciai corone insanguinate, che combattei la burla, e che di verità empii la marea della mia anima.
Ricompensai la vita con colombe.
Io non ho mai perché diverso fui, sono, sarò.
E in nome del mio cangiante amore proclamo la purezza.
La morte è solo pietra dell’oblio.
Ti amo, bacio sulla tua bocca la gioia.
Portiamo legna. Faremo fuoco sulla montagna.”
Tornai a casa e mi chiesi come non amarlo?